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«Perché sono infinite e disastrose le guerre?
Perché i popoli si odiano e si uccidono?
Perché il buon senso ha abbandonato quei potenti della terra che decidono che gli altri sono nemici?
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IL GIUBILEO CHE VINCE LE TENEBRE DELLA GUERRA
«Perché sono infinite e disastrose le guerre?
Perché i popoli si odiano e si uccidono?
Perché il buon senso ha abbandonato quei potenti della terra che decidono che gli altri sono nemici?
Perché si vivono, nella nostra società, indifferenze che frantumano la convivenza, litigi che creano rotture che sembrano insanabili dentro le famiglie, tra gli abitanti dello stesso paese, quartiere e città?
Dov’è la radice di quella conflittualità disastrosa che rovina la vita delle persone e dei popoli?».
Tuttavia, «proprio quella radice della guerra e del conflitto sarà estirpata dalla rivelazione della promessa…
Gesù, il Figlio, nel quale tutte le cose sono state create, viene a pacificare con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra sia quelle che stanno nei cieli.
Gesù si consegna al sacrificio per compiere la nuova alleanza, per essere principio di riconciliazione tra i popoli, le famiglie, le comunità, le persone. Il primo segno della speranza siano la riconciliazione e la pace.
Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra.
Noi celebriamo il sacrificio della nuova ed eterna alleanza per rivelare che la pace è possibile, che la riconciliazione è possibile, che le persone possono stimarsi, rispettarsi, mettersi a servizio a vicenda».
(Mons. Mario Delpini)
Perché i popoli si odiano e si uccidono?
Perché il buon senso ha abbandonato quei potenti della terra che decidono che gli altri sono nemici?
Perché si vivono, nella nostra società, indifferenze che frantumano la convivenza, litigi che creano rotture che sembrano insanabili dentro le famiglie, tra gli abitanti dello stesso paese, quartiere e città?
Dov’è la radice di quella conflittualità disastrosa che rovina la vita delle persone e dei popoli?».
Tuttavia, «proprio quella radice della guerra e del conflitto sarà estirpata dalla rivelazione della promessa…
Gesù, il Figlio, nel quale tutte le cose sono state create, viene a pacificare con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra sia quelle che stanno nei cieli.
Gesù si consegna al sacrificio per compiere la nuova alleanza, per essere principio di riconciliazione tra i popoli, le famiglie, le comunità, le persone. Il primo segno della speranza siano la riconciliazione e la pace.
Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra.
Noi celebriamo il sacrificio della nuova ed eterna alleanza per rivelare che la pace è possibile, che la riconciliazione è possibile, che le persone possono stimarsi, rispettarsi, mettersi a servizio a vicenda».
(Mons. Mario Delpini)