Giornata Diocesana CARITAS - 2020
GIORNATA DIOCESANA CARITAS V GIORNATA DEI POVERI
“Per non tornare indietro, Tendi la tua mano al povero nessuno sia lasciato indietro” (Siracide 7,32)
Due appuntamenti convergenti che si completano l’uno con l’altro per aiutarci a mantenere lo sguardo rivolto al povero.
Non si tratta di spendere tante parole, ma piuttosto di impegnare concretamente la vita.
L’esperienza che stiamo vivendo ci sollecita a non chiuderci in modelli e stili di vita improntati sull’individualismo, sul successo personale, sul benessere dei singoli a prescindere da quello degli altri.
L’attenzione al benessere collettivo si rende più che mai necessaria per non tornare indietro, perché nessuno sia lasciato indietro. Le parole del Siracide risuo-nano oggi con tutta la loro carica di significato per aiutare anche noi a concentrare lo sguardo sull’essenziale e superare le barriere dell’indifferenza.
La povertà assume volti diversi che richiedono attenzione ad ogni condizione particolare: in ognuna di queste possiamo incontrare il Signore Gesù, che ha rivelato di essere presente nei suoi fratelli più deboli (cfr Mt 25,40).
È nello sguardo verso i poveri, che la vita cambia direzione, perché l’impegno concreto, guidato dalla carità divina, rende l’esistenza «pienamente umana»”.
«Non possiamo sentirci a posto - scrive ancora Papa Francesco - quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra» Il richiamo del Papa è di lasciarsi interrogare dai poveri ascoltando il loro «grido silenzioso» e rispondere con la testimonianza che non si può delegare a nessuno perché il bene comune è un impegno di vita, che si attua nel tentativo di non dimenticare coloro la cui umanità è violata nei bisogni fondamentali.
Ci sono gesti che “danno senso alla vita”, spesso ignorati, eppure presenti e vivi.
Quando conquistano la cronaca, «gli occhi diventano capaci di scorgere la bontà dei santi della porta accanto, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio».
Sono gesti che aprono alla speranza e ci spingono ad andare oltre, a costruire legami che danno senso alla vita.
Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta tra una pericolosa indifferenza e una “solidarietà che si esprime concretamente nel servizio, che può assumere forme molto diverse nel modo di farsi carico degli altri”.
Diamoci una mano nel testimoniare senza esitazione “il nostro essere fratelli” perché nessuno resti indietro!
“Per non tornare indietro, Tendi la tua mano al povero nessuno sia lasciato indietro” (Siracide 7,32)
Due appuntamenti convergenti che si completano l’uno con l’altro per aiutarci a mantenere lo sguardo rivolto al povero.
Non si tratta di spendere tante parole, ma piuttosto di impegnare concretamente la vita.
L’esperienza che stiamo vivendo ci sollecita a non chiuderci in modelli e stili di vita improntati sull’individualismo, sul successo personale, sul benessere dei singoli a prescindere da quello degli altri.
L’attenzione al benessere collettivo si rende più che mai necessaria per non tornare indietro, perché nessuno sia lasciato indietro. Le parole del Siracide risuo-nano oggi con tutta la loro carica di significato per aiutare anche noi a concentrare lo sguardo sull’essenziale e superare le barriere dell’indifferenza.
La povertà assume volti diversi che richiedono attenzione ad ogni condizione particolare: in ognuna di queste possiamo incontrare il Signore Gesù, che ha rivelato di essere presente nei suoi fratelli più deboli (cfr Mt 25,40).
È nello sguardo verso i poveri, che la vita cambia direzione, perché l’impegno concreto, guidato dalla carità divina, rende l’esistenza «pienamente umana»”.
«Non possiamo sentirci a posto - scrive ancora Papa Francesco - quando un membro della famiglia umana è relegato nelle retrovie e diventa un’ombra» Il richiamo del Papa è di lasciarsi interrogare dai poveri ascoltando il loro «grido silenzioso» e rispondere con la testimonianza che non si può delegare a nessuno perché il bene comune è un impegno di vita, che si attua nel tentativo di non dimenticare coloro la cui umanità è violata nei bisogni fondamentali.
Ci sono gesti che “danno senso alla vita”, spesso ignorati, eppure presenti e vivi.
Quando conquistano la cronaca, «gli occhi diventano capaci di scorgere la bontà dei santi della porta accanto, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio».
Sono gesti che aprono alla speranza e ci spingono ad andare oltre, a costruire legami che danno senso alla vita.
Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta tra una pericolosa indifferenza e una “solidarietà che si esprime concretamente nel servizio, che può assumere forme molto diverse nel modo di farsi carico degli altri”.
Diamoci una mano nel testimoniare senza esitazione “il nostro essere fratelli” perché nessuno resti indietro!
Ultimo aggiornamento (Venerdì 06 Novembre 2020 14:53)