Giornata del Migrante: Quando i Nostri Diritti diventano Doveri
L’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani afferma che “ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato, ma ha anche il diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio e di ritornarci”.
Per noi Cristiani non basta riconoscere tale diritto, dobbiamo andare oltre, mettendo alla prova la forza della nostra umanità nel trasformare i diritti in doveri verso i fratelli e sorelle, conformandoci in tutto alle parole ascoltate nel Vangelo di oggi : «E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro».
Tutti abbiamo il diritto di spostarci come desideriamo, tutti abbiamo il diritto di vivere in pace in un luogo dove poter sviluppare il nostro futuro.
A quanti provengono da paesi poveri ogni giorno, costatiamo come questo diritto troppo spesso sia negato.
Le storie che seguono presentano il percorso di due piccoli migranti in cerca di un futuro migliore.
Mentre la prima fa risuonare nel cuore grida di disperazione, la seconda invece lo fa battere di palpiti di speranza.
1ª⇨ Ragazzino senza nome, di 14 anni annegato nel mediterraneo con la pagella cucita all’interno del giubbino.
Per lui il filosofo Aldo Masullo ha scritto la poesia intitolata “Pagella di uno scolaro in fondo al mare” La portavi cucita sul petto/- medaglia al tuo valore/risorsa estrema per avere almeno/un poco di rispetto -/l’orgogliosa pagella di scolaro/tu, solitario ragazzino perso/nell’immensa incertezza del migrare/ corpicino in balia d’infide forze./Non t’è servita/a salvarti la vita/ma t’è rimasta stretta sopra il cuore/fedele come il cane di famiglia/a custodir del tuo abbandono l’onta/e finalmente sbatterne l’orrore/in faccia all’impunita indifferenza/della presente umanità d’automi./
2ª⇨ Khalif , un bambino del Mali che all’età di 8 anni si è messo in cammino da solo, ha attraversato il Sahara, ha lavorato come garzone per pagarsi le varie tappe del viaggio.
Lui ce l’ha fatta ed è questo che conta!
Oggi ha nove anni. In un’intervista ha risposto: «Sarei finito a fare il soldato.
La mia mamma dice che non è giusto uccidere.
Sono partito perché devo studiare e lavorare.
Quando sarò in Europa potrò mandare soldi ai miei genitori».
In Italia non ha nessuno, ma alcune famiglie ne chiedono l’affidamento … e pensare che il mare se lo stesse portando via, se non fosse stato per la provvidenziale disubbidienza dei volontari di Mediterranea.
Con Papa Francesco affermiamo “Prima gli ultimi”, il vero motto dei Cristiani, che non vale solo per i migranti! è vero, ma Papa Francesco l’ha citato nel messaggio per la giornata del migrante e del rifugiato per via del “loro carico di difficoltà e sofferenze, che affrontano ogni giorno nella ricerca, talvolta disperata, di un luogo dove vivere in pace e con dignità.
Nella logica del Vangelo gli ultimi vengono prima, e noi possiamo e dobbiamo metterci al loro servizio”.
Commissione di Pastorale sociale
Per noi Cristiani non basta riconoscere tale diritto, dobbiamo andare oltre, mettendo alla prova la forza della nostra umanità nel trasformare i diritti in doveri verso i fratelli e sorelle, conformandoci in tutto alle parole ascoltate nel Vangelo di oggi : «E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro».
Tutti abbiamo il diritto di spostarci come desideriamo, tutti abbiamo il diritto di vivere in pace in un luogo dove poter sviluppare il nostro futuro.
A quanti provengono da paesi poveri ogni giorno, costatiamo come questo diritto troppo spesso sia negato.
Le storie che seguono presentano il percorso di due piccoli migranti in cerca di un futuro migliore.
Mentre la prima fa risuonare nel cuore grida di disperazione, la seconda invece lo fa battere di palpiti di speranza.
1ª⇨ Ragazzino senza nome, di 14 anni annegato nel mediterraneo con la pagella cucita all’interno del giubbino.
Per lui il filosofo Aldo Masullo ha scritto la poesia intitolata “Pagella di uno scolaro in fondo al mare” La portavi cucita sul petto/- medaglia al tuo valore/risorsa estrema per avere almeno/un poco di rispetto -/l’orgogliosa pagella di scolaro/tu, solitario ragazzino perso/nell’immensa incertezza del migrare/ corpicino in balia d’infide forze./Non t’è servita/a salvarti la vita/ma t’è rimasta stretta sopra il cuore/fedele come il cane di famiglia/a custodir del tuo abbandono l’onta/e finalmente sbatterne l’orrore/in faccia all’impunita indifferenza/della presente umanità d’automi./
2ª⇨ Khalif , un bambino del Mali che all’età di 8 anni si è messo in cammino da solo, ha attraversato il Sahara, ha lavorato come garzone per pagarsi le varie tappe del viaggio.
Lui ce l’ha fatta ed è questo che conta!
Oggi ha nove anni. In un’intervista ha risposto: «Sarei finito a fare il soldato.
La mia mamma dice che non è giusto uccidere.
Sono partito perché devo studiare e lavorare.
Quando sarò in Europa potrò mandare soldi ai miei genitori».
In Italia non ha nessuno, ma alcune famiglie ne chiedono l’affidamento … e pensare che il mare se lo stesse portando via, se non fosse stato per la provvidenziale disubbidienza dei volontari di Mediterranea.
Con Papa Francesco affermiamo “Prima gli ultimi”, il vero motto dei Cristiani, che non vale solo per i migranti! è vero, ma Papa Francesco l’ha citato nel messaggio per la giornata del migrante e del rifugiato per via del “loro carico di difficoltà e sofferenze, che affrontano ogni giorno nella ricerca, talvolta disperata, di un luogo dove vivere in pace e con dignità.
Nella logica del Vangelo gli ultimi vengono prima, e noi possiamo e dobbiamo metterci al loro servizio”.
Commissione di Pastorale sociale
Ultimo aggiornamento (Lunedì 30 Settembre 2019 06:37)