IO CREDO!
Quell’IO CREDO, quasi gridato a Gesù dal cieco da lui guarito, esprime tutta la felicità di quell’uomo che per la prima volta ha potuto guardare l’azzurro del cielo e vedere il volto dei suoi genitori.
Mentre gli si aprono gli occhi del corpo, si fa luce anche dentro e riconosce in Gesù il suo guaritore.
Che senso ha dire oggi IO CREDO in un mondo dove le trasformazioni culturali spingono l’essere umano a fare sempre più riferimento a se stesso (individualismo); in un mondo dove tutto è fluido e si rifugge dalla “stabilità” come se fosse un’anormalità; in un mondo dove interessa il presente, l’oggi e non c’è quasi più attenzione al “dopo”: la vita vale per quel che si vive adesso, il dopo, l’oltre… non conta più.
Ecco cosa diceva il Card. C.M. Martini a proposito della fede: L’atto di fede è l’atto fondamentale del credente, quell’atto che ci fa credenti e che regge tutta la nostra esistenza cristiana: atto ragionevole nelle sue premesse e che però non è soltanto una conclu-sione di premesse, non è una deduzione logica.
Esso non è semplicemente una parola (io credo), ma è uno sbilanciarsi della persona: è la persona che esce da sé, che si affida all’abbraccio dell’altro che ha riconosciuto. E l’uomo che sa così uscire da sé, che sa così appassionarsi, non lo fa per fantasia, opera della sua immaginazione, ma per la perso-na di Dio che lo attrae con la sua dolcezza e con la sua presenza: è il dono della fede, radice di tutta la preghiera, di tutta la catechesi, di tutta la pastorale, di tutta la testimonianza.”
Oggi viene portato all’altare prima della S. Messa un cero acceso: è la luce della fede! Quando siamo stati battezzati ci è stato consegnata una candela: è un segno pasquale che va continuamente alimentato. Non si è credenti perché abbiamo il nome scritto sul registro di Battesimo, ma perché ogni giorno alimentiamo il nostro affidamento al Signore, che è via, verità e vita.

Ultimo aggiornamento (Lunedì 12 Marzo 2018 06:57)