Il Vento della Pentecoste
Il vento: ci avvolge la sua forza, quasi la sua veemenza, ci sentiamo portati verso una determinata direzione ed è piacevole lasciarsi avvolgere in questa energia della natura.
E’ l’esperienza che hanno fatto gli apostoli con Maria, riuniti in preghiera, quando, mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo e “venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano” (At 2,2).
Gli apostoli sperimentano subito una straordinaria capacità nel farsi capire e le persone, di qualunque nazionalità, intendono il messaggio annunciato da loro.
Papa Francesco rilegge così l’evento: “A Pentecoste, lo Spirito fa uscire gli Apostoli da se stessi e li trasforma in annunciatori delle grandezze di Dio, che ciascuno incomincia a comprendere nella propria lingua.
Lo Spirito Santo, inoltre, infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia, a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente.
Gesù vuole evangelizzatori che annuncino la Buona Novella non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasfigurata dalla presenza di Dio”. (EG, n. 259)
S. Paolo esorta le prime Comunità cristiane da lui fondate, a rendersi consapevoli di essere abitate dal dono dello Spirito in forza del Battesimo.
Questo comporta una vita nuova, da figli di Dio.
Ed è lo Spirito presente in noi a farci invocare Dio come Padre.
Egli intercede con insistenza per noi che non sappiamo neppure che cosa sia conveniente domandare (Romani 8,26-27.34)
Paolo invita i Galati a camminare secondo lo Spirito, a lasciarsi guidare da Lui, a vivere di Lui (Galati 5,16.18.25).
In particolare sottolinea come sia segno dell’azione dello Spirito in noi il suo frutto: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.
Paola Mancini (tratto dalla rivista liturgica LA VITA in Cristo e nella Chiesa)
E’ l’esperienza che hanno fatto gli apostoli con Maria, riuniti in preghiera, quando, mentre stava compiendosi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo e “venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano” (At 2,2).
Gli apostoli sperimentano subito una straordinaria capacità nel farsi capire e le persone, di qualunque nazionalità, intendono il messaggio annunciato da loro.
Papa Francesco rilegge così l’evento: “A Pentecoste, lo Spirito fa uscire gli Apostoli da se stessi e li trasforma in annunciatori delle grandezze di Dio, che ciascuno incomincia a comprendere nella propria lingua.
Lo Spirito Santo, inoltre, infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia, a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente.
Gesù vuole evangelizzatori che annuncino la Buona Novella non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasfigurata dalla presenza di Dio”. (EG, n. 259)
S. Paolo esorta le prime Comunità cristiane da lui fondate, a rendersi consapevoli di essere abitate dal dono dello Spirito in forza del Battesimo.
Questo comporta una vita nuova, da figli di Dio.
Ed è lo Spirito presente in noi a farci invocare Dio come Padre.
Egli intercede con insistenza per noi che non sappiamo neppure che cosa sia conveniente domandare (Romani 8,26-27.34)
Paolo invita i Galati a camminare secondo lo Spirito, a lasciarsi guidare da Lui, a vivere di Lui (Galati 5,16.18.25).
In particolare sottolinea come sia segno dell’azione dello Spirito in noi il suo frutto: “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.
Paola Mancini (tratto dalla rivista liturgica LA VITA in Cristo e nella Chiesa)
Ultimo aggiornamento (Lunedì 16 Maggio 2016 06:08)