Come Io ho Amato Voi
È questo il motto che noi venticinque diaconi, che sabato 7 giugno in Duomo riceveremo l’ordinazione presbiterale, abbiamo scelto.
È un motto impegnativo e rassicurante allo stesso tempo.
Impegnativo, perché racchiude in pochissime parole tutta la vita di Gesù, il suo amore incondizionato che per ciascuno di noi arriva al dono della propria vita.
Un amore che certamente possiamo soltanto intuire e non completamente comprendere, perché appartiene a Lui solo.
Per questo motivo riconosciamo l’urgenza di ritornare continuamente e senza stancarci a Colui che è la sorgente dell’amore: alla memoria di Gesù, alle sue parole e ai suoi gesti, lasciando che questi ispirino e guidino il nostro ministero.
Ci sentiamo umanamente inadeguati, ma allo stesso tempo avvertiamo che la nostra forza sta proprio nell’affidarci con coraggio al Signore ogni giorno della nostra vita.
Ciò, anche in questo tempo di attesa, ci dà serenità.
Rassicurante, perché siamo consapevoli che non dobbiamo inventarci nulla, ma semplicemente amare come Lui ci ha amati.
Il “come” sottolinea l’esempio, ma allo stesso tempo il fondamento della nostra capacità di amare: proprio perché Gesù ci ha amati, diveniamo capaci di amare i nostri fratelli.
C’è nell’amore di Gesù una dimensione di gratuità: il suo amore non accaparra i discepoli, ma, al contrario, è un dinamismo che li spinge decisamente verso gli altri.
Così anche per noi: è amando gratuitamente i fratelli che possiamo ricambiare l’amore di Gesù; è mostrando la via nuova che Cristo ci indica il modo con il quale poter intessere rapporti nuovi, una nuova umanità, un mondo nuovo.
In questi giorni di attesa preghiamo perché ognuno di noi possa essere strumento credibile della novità che è Cristo.
Sentiamo molto vicine le persone che ci vogliono bene, in modo particolare le nostre famiglie e i nostri amici, così pure le parrocchie che ci hanno generato ed educato alla fede, le Comunità alle quali siamo stati destinati e dove stiamo già svolgendo il nostro ministero come diaconi e naturalmente la comunità del Seminario.
Vi chiediamo di continuare a ricordarvi di noi davanti al Signore, perché ogni giorno possiamo essere sacerdoti contenti del dono della vita e della vocazione che abbiamo ricevuto; sappiamo pregare con cuore umile e generoso, senza stancarci mai; sappiamo ringraziare dei doni che Gesù ci fa attraverso la quotidianità e gli impegni del nostro ministero.
«È la Parola stessa che ci spinge verso i fratelli e le sorelle; è la Parola che illumina, purifica, converte, noi siamo solo suoi servi» (Verbum Domini, 93). Ma questa è la Parola che ci invita alla gioia. La volontà di Dio è che noi siamo felici e allora si compia in noi, o Signore, la tua Parola!
don Paolo Sangalli
È un motto impegnativo e rassicurante allo stesso tempo.
Impegnativo, perché racchiude in pochissime parole tutta la vita di Gesù, il suo amore incondizionato che per ciascuno di noi arriva al dono della propria vita.
Un amore che certamente possiamo soltanto intuire e non completamente comprendere, perché appartiene a Lui solo.
Per questo motivo riconosciamo l’urgenza di ritornare continuamente e senza stancarci a Colui che è la sorgente dell’amore: alla memoria di Gesù, alle sue parole e ai suoi gesti, lasciando che questi ispirino e guidino il nostro ministero.
Ci sentiamo umanamente inadeguati, ma allo stesso tempo avvertiamo che la nostra forza sta proprio nell’affidarci con coraggio al Signore ogni giorno della nostra vita.
Ciò, anche in questo tempo di attesa, ci dà serenità.
Rassicurante, perché siamo consapevoli che non dobbiamo inventarci nulla, ma semplicemente amare come Lui ci ha amati.
Il “come” sottolinea l’esempio, ma allo stesso tempo il fondamento della nostra capacità di amare: proprio perché Gesù ci ha amati, diveniamo capaci di amare i nostri fratelli.
C’è nell’amore di Gesù una dimensione di gratuità: il suo amore non accaparra i discepoli, ma, al contrario, è un dinamismo che li spinge decisamente verso gli altri.
Così anche per noi: è amando gratuitamente i fratelli che possiamo ricambiare l’amore di Gesù; è mostrando la via nuova che Cristo ci indica il modo con il quale poter intessere rapporti nuovi, una nuova umanità, un mondo nuovo.
In questi giorni di attesa preghiamo perché ognuno di noi possa essere strumento credibile della novità che è Cristo.
Sentiamo molto vicine le persone che ci vogliono bene, in modo particolare le nostre famiglie e i nostri amici, così pure le parrocchie che ci hanno generato ed educato alla fede, le Comunità alle quali siamo stati destinati e dove stiamo già svolgendo il nostro ministero come diaconi e naturalmente la comunità del Seminario.
Vi chiediamo di continuare a ricordarvi di noi davanti al Signore, perché ogni giorno possiamo essere sacerdoti contenti del dono della vita e della vocazione che abbiamo ricevuto; sappiamo pregare con cuore umile e generoso, senza stancarci mai; sappiamo ringraziare dei doni che Gesù ci fa attraverso la quotidianità e gli impegni del nostro ministero.
«È la Parola stessa che ci spinge verso i fratelli e le sorelle; è la Parola che illumina, purifica, converte, noi siamo solo suoi servi» (Verbum Domini, 93). Ma questa è la Parola che ci invita alla gioia. La volontà di Dio è che noi siamo felici e allora si compia in noi, o Signore, la tua Parola!
don Paolo Sangalli
Ultimo aggiornamento (Martedì 03 Novembre 2020 22:53)