da Avvenire – Popotus 22.05.14)
Il Papa è in Terra Santa, nei posti dove ha vissuto Gesù. Ma – come sempre – nei suoi viaggi la prima preoccupazione non è ve-dere i posti, ma incontrare le persone.
E un’attenzione particolare in questi giorni Francesco l’avrà per i cristiani della Giordania, della Palestina e di Israele, i tre paesi in cui si reca. I cristiani che vivono qui hanno infatti una caratteristica particolare: sono i discendenti di quanti hanno conosciuto personalmente Gesù.
Per via di tante difficoltà oggi, però, in Terra santa sono rimasti davvero in pochi: interno al 2 per cento della popolazione in Israele e Palestina, appena qualcuno in più i Giordania.
Per loro accogliere il Papa è una grande gioia: per una volta nei loro paesi saranno i protagonisti.
E sperano che il messaggio di pace di Francesco possa essere accolto davvero da tutti in Israele, in Palestina e in Giordania.
Perché il conflitto che da tantissimi anni divide tra loro israeliani e palestinesi ha conse-guenze pesanti sulla loro vita.
Per esempio pensate che per i cristiani della Palestina è molto dif-ficile oggi recarsi alla Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, la chiesa più importante dove il Papa andrà: dalla loro casa disterebbe appena pochi chilometri, ma nel mezzo c’è un muro di cemento alto dodici metri che gli Israeliani – dopo aver subito tanti attentati nelle loro città – hanno costruito per non far entrare i palestinesi.
Nonostante tutto questo i cristiani provano comunque a costruire la pace.
E un segno molto bello sono le loro scuole frequentate anche da ragazzi mussulmani.
Qui si insegna a rispettare tutti, cercando di far sì che in quel muro si possa aprire almeno qualche finestra. Per questo non facciamo mancare la nostra preghiera perché la pace in quei territori possa finalmente scoppiare!