Dialogo
La parola che più abbiamo sentito pronunciare durante il periodo in cui siamo stati attratti dall’attenzione per la morte del Card. Carlo Maria Martini è proprio stata DIALOGO: Martini l’uomo del dialogo.
Credenti e non credenti si sono sentiti interpellati da Martini proprio per questo!
Perché ha saputo dialogare con tutti?
Perché aveva una certezza: conoscendo la Parola di Dio, egli stava dalla parte di Dio che è padre di tutti, che non si dimentica di nessuno, che vuole il bene di tutti i suoi figli e che rispetta la nostra libertà.
Oggi non è facile dialogare sia in famiglia, come nell’ambiente di lavoro e dovunque perché manca l’ancoraggio alla Verità.
Ciascuno pensa di avere la verità in tasca e quindi si sente superiore, si arroga il diritto di giudicare e, a questo punto, non c’è più né dialogo né ascolto, ma solo imposizione, costrizione e intolleranza.
Perché ci sia dialogo ci vuole
• la convinzione nelle idee, sostenute da un pensiero serio e documentato (non basta il “sentito dire”)
• l’umiltà di chi sa ascoltare le ragioni dell’altro, valorizzandone gli aspetti positivi
• la pazienza del confronto, vincendo la fretta di chi pensa di avere sempre e solo ragione lui
• la certezza che il mondo non lo salviamo né io né te, ma, se sappiamo camminare insieme nel rispetto e nell’ascolto, forse qualcosa di buono saremo capaci da fare.
Grazie Card. Carlo Maria per averci insegnato ad amare la Parola di Dio e a trovare in essa la forza e il coraggio del DIALOGO con tutti.
Credenti e non credenti si sono sentiti interpellati da Martini proprio per questo!
Perché ha saputo dialogare con tutti?
Perché aveva una certezza: conoscendo la Parola di Dio, egli stava dalla parte di Dio che è padre di tutti, che non si dimentica di nessuno, che vuole il bene di tutti i suoi figli e che rispetta la nostra libertà.
Oggi non è facile dialogare sia in famiglia, come nell’ambiente di lavoro e dovunque perché manca l’ancoraggio alla Verità.
Ciascuno pensa di avere la verità in tasca e quindi si sente superiore, si arroga il diritto di giudicare e, a questo punto, non c’è più né dialogo né ascolto, ma solo imposizione, costrizione e intolleranza.
Perché ci sia dialogo ci vuole
• la convinzione nelle idee, sostenute da un pensiero serio e documentato (non basta il “sentito dire”)
• l’umiltà di chi sa ascoltare le ragioni dell’altro, valorizzandone gli aspetti positivi
• la pazienza del confronto, vincendo la fretta di chi pensa di avere sempre e solo ragione lui
• la certezza che il mondo non lo salviamo né io né te, ma, se sappiamo camminare insieme nel rispetto e nell’ascolto, forse qualcosa di buono saremo capaci da fare.
Grazie Card. Carlo Maria per averci insegnato ad amare la Parola di Dio e a trovare in essa la forza e il coraggio del DIALOGO con tutti.
Ultimo aggiornamento (Lunedì 10 Settembre 2012 07:44)