Migrazioni e Nuova Evangelizzazione
(Dal messaggio di Benedetto XVI per la giornata del Migrante e del Rifugiato)
Se oggi celebriamo, giustamente, la Giornata Mondiale delle migrazioni, dobbiamo dunque chiederci in primo luogo chi sono i immigrati; solo quando avremo ben chiaro che i migranti siamo tutti, che tutti noi siamo il frutto di incontri, confronti, mescolanze, “contaminazioni”, potremo riconoscere in quelli che le leggi classificano oggi come immigrati, rifugiati e clandestini, i nostri fratelli, nei quali specchiarci.
La storia dell’umanità è una storia di migrazioni. Lungo le loro rotte sono passati i popoli perseguitati, come quello ebraico. Sulle rotte dei immigrati hanno viaggiato le grandi religioni diffondendosi nel mondo; Cristo stesso le ha percorse, e così i suoi genitori –Giuseppe e Maria – che in fondo erano dei migranti costretti a cercare un’ospitalità per la notte, in una città e una regione che non conoscevano e che furono anche “rifugiati politici” in Egitto. Sappiamo anche la storia delle migrazioni è segnata da sofferenze, alla ricerca di una esistenza migliore possibile, sfuggendo da minacce di persecuzioni, guerre, violenza, fame, pericoli derivanti da catastrofi naturali.
In questa situazione di migrazioni possiamo pensare ad una opportunità provvidenziale per l’annuncio del Vangelo nel mondo di oggi. Il tema che il Santo Padre Benedetto XVI ha proposto infatti è“Migrazioni e nuova evangelizzazione”. È un tema di grande prospettiva e di forte impegno da realizzare, perché chiama la Chiesa a compiere una nuova evangelizzazione anche nel vasto e complesso fenomeno della mobilità umana, intensificando l’azione missionaria e trovando adeguate modalità perché possano incontrare e conoscere Gesù Cristo e sperimentare il dono inestimabile della salvezza». Questa urgenza è sentita mag-giormente nel nostro tempo segnato da abbattimento delle frontiere e da quel processo in atto di globalizzazione che determina l’incontro tra i diversi popoli, tra le diverse culture e quindi anche della facilità della comunicazione globale. Il santo padre ci ricorda che ciò realizza in pieno la missione della Chiesa, che è inviata ad annunciare Gesù Cristo, Figlio di Dio e unico Salvatore. Siamo a tal fine invitati a rinnovare la nostra vita, a risvegliare l’entusiasmo di una fede giovane, ma matura, ad annunciare la novità del Regno, a proclamare il Vangelo ad ogni creatura.
Il Santo Padre, nel suo messaggio, chiede una considerazione speciale per i rifugiati che chiedono asilo, essendo fuggiti da violenze e persecuzioni. Ad essi bisogna offrire accoglienza, rispetto della loro dignità e dei loro diritti, nonché chiedere il rispetto dei loro doveri e invita stampa e media a far conoscere, con correttezza, oggettività e onestà, la situazione di chi ha dovuto forzatamente lasciare la propria patria. Ma allo stesso tempo, senza nascondere la complessità del fenomeno migratorio e che la prospettiva dell’evangelizzazione oggi sia alquanto problematica, Benedetto XVI incoraggi a le nostre comunità cristiane di aprirsi alle nuove situazioni, sostenendo la «promozione di nuove progettualità» che favoriscano «il rispetto della dignità di ogni persona umana, la tutela della famiglia, l’accesso a una dignitosa sistemazione, al lavoro e all’assistenza e ad aggiornare le tradizionali strutture di attenzione ai migranti e ai rifugiati. La nuova evangelizzazione nel mondo delle migrazioni deve fare leva sul necessario coinvolgimento dei laici e sull’importanza del dialogo a tutti i livelli.
Se oggi celebriamo, giustamente, la Giornata Mondiale delle migrazioni, dobbiamo dunque chiederci in primo luogo chi sono i immigrati; solo quando avremo ben chiaro che i migranti siamo tutti, che tutti noi siamo il frutto di incontri, confronti, mescolanze, “contaminazioni”, potremo riconoscere in quelli che le leggi classificano oggi come immigrati, rifugiati e clandestini, i nostri fratelli, nei quali specchiarci.
La storia dell’umanità è una storia di migrazioni. Lungo le loro rotte sono passati i popoli perseguitati, come quello ebraico. Sulle rotte dei immigrati hanno viaggiato le grandi religioni diffondendosi nel mondo; Cristo stesso le ha percorse, e così i suoi genitori –Giuseppe e Maria – che in fondo erano dei migranti costretti a cercare un’ospitalità per la notte, in una città e una regione che non conoscevano e che furono anche “rifugiati politici” in Egitto. Sappiamo anche la storia delle migrazioni è segnata da sofferenze, alla ricerca di una esistenza migliore possibile, sfuggendo da minacce di persecuzioni, guerre, violenza, fame, pericoli derivanti da catastrofi naturali.
In questa situazione di migrazioni possiamo pensare ad una opportunità provvidenziale per l’annuncio del Vangelo nel mondo di oggi. Il tema che il Santo Padre Benedetto XVI ha proposto infatti è“Migrazioni e nuova evangelizzazione”. È un tema di grande prospettiva e di forte impegno da realizzare, perché chiama la Chiesa a compiere una nuova evangelizzazione anche nel vasto e complesso fenomeno della mobilità umana, intensificando l’azione missionaria e trovando adeguate modalità perché possano incontrare e conoscere Gesù Cristo e sperimentare il dono inestimabile della salvezza». Questa urgenza è sentita mag-giormente nel nostro tempo segnato da abbattimento delle frontiere e da quel processo in atto di globalizzazione che determina l’incontro tra i diversi popoli, tra le diverse culture e quindi anche della facilità della comunicazione globale. Il santo padre ci ricorda che ciò realizza in pieno la missione della Chiesa, che è inviata ad annunciare Gesù Cristo, Figlio di Dio e unico Salvatore. Siamo a tal fine invitati a rinnovare la nostra vita, a risvegliare l’entusiasmo di una fede giovane, ma matura, ad annunciare la novità del Regno, a proclamare il Vangelo ad ogni creatura.
Il Santo Padre, nel suo messaggio, chiede una considerazione speciale per i rifugiati che chiedono asilo, essendo fuggiti da violenze e persecuzioni. Ad essi bisogna offrire accoglienza, rispetto della loro dignità e dei loro diritti, nonché chiedere il rispetto dei loro doveri e invita stampa e media a far conoscere, con correttezza, oggettività e onestà, la situazione di chi ha dovuto forzatamente lasciare la propria patria. Ma allo stesso tempo, senza nascondere la complessità del fenomeno migratorio e che la prospettiva dell’evangelizzazione oggi sia alquanto problematica, Benedetto XVI incoraggi a le nostre comunità cristiane di aprirsi alle nuove situazioni, sostenendo la «promozione di nuove progettualità» che favoriscano «il rispetto della dignità di ogni persona umana, la tutela della famiglia, l’accesso a una dignitosa sistemazione, al lavoro e all’assistenza e ad aggiornare le tradizionali strutture di attenzione ai migranti e ai rifugiati. La nuova evangelizzazione nel mondo delle migrazioni deve fare leva sul necessario coinvolgimento dei laici e sull’importanza del dialogo a tutti i livelli.
Ultimo aggiornamento (Venerdì 13 Gennaio 2012 13:49)