XXX Giornata della Solidarietà
Cosa significa parlare oggi di solidarietà?
La domanda non deve apparire superflua: il rischio è che la parola solidarietà resti parola generica e ininfluente sul versante della vita sociale.
Non è un caso che lo psicanalista Luigi Zoja abbia scritto un libro intitolato “La morte del prossimo” dove si rileva come la globalizzazione abbia favorito una solidarietà con persone lontane.
Una tale cura per chi è distante sembra promossa anche dalle comunicazioni elettroniche e dai viaggi più facili, ma quello che amiamo spesso è un’astrazione, così distante dalla quotidianità e chi ne paga il prezzo è l’amore per il prossimo, “quello vicino”, come invece suggerito per millenni dalla morale giudeo-cristiana.
Come in un circolo vizioso, questa tendenza si salda con l’indifferenza per il vicino prodotta dalla civiltà di massa e dalla scomparsa dei valori tradizionali.
E’ una domanda che va contestualizzata nel tempo presente: accade ormai sempre più frequentemente che veniamo a conoscenza di persone che perdono il posto di lavoro con tutte le ricadute personali e famigliari che questo comporta.
La solidarietà è ancora più urgente e tutti sono chiamati a viverla nella misura in cui ciò è possibile, recuperando la centralità delle relazioni in uno stile il più possibile di gratuito aiuto reciproco.
La solidarietà si gioca nei legami di prossimità, nella capacità di vedere gli altri e i loro bisogni prendendosene carico sentendosi responsabili di tutti.
Ricercare nel proprio territorio o nei luoghi di lavoro associazioni o enti dove elaborare percorsi comuni diventa una responsabilità sempre più urgente.
In ogni caso resta decisivo l’esempio della famiglia e della parrocchia e per questo proponiamo qualche possibile concretizzazione.
L’educazione al consumo critico, al commercio equo e solidale e ad altre forme utili per non rimanere prigionieri di una logica consumista e individualistica;
i Gruppi di Acquisto Solidale; la Federazione Italiana Banchi di Solidarietà; Finanza etica e medio credito; bilanci di giustizia; sono possibilità concrete per decidere di cambiare rotta!
La Chiesa Ambrosiana, per volontà del Cardinale Tettamanzi, ha creato nel gennaio 2009 il Fondo Famiglia Lavoro per sostenere le famiglie in difficoltà e, visto il permanere della crisi, lo ha mantenuto anche quest’anno.
Infine potremmo fare nostro il motto che don Milani scrisse: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Risolverlo insieme è la Politica, risolverlo da soli è l’avarizia”.
Redazione CdB Sette
La domanda non deve apparire superflua: il rischio è che la parola solidarietà resti parola generica e ininfluente sul versante della vita sociale.
Non è un caso che lo psicanalista Luigi Zoja abbia scritto un libro intitolato “La morte del prossimo” dove si rileva come la globalizzazione abbia favorito una solidarietà con persone lontane.
Una tale cura per chi è distante sembra promossa anche dalle comunicazioni elettroniche e dai viaggi più facili, ma quello che amiamo spesso è un’astrazione, così distante dalla quotidianità e chi ne paga il prezzo è l’amore per il prossimo, “quello vicino”, come invece suggerito per millenni dalla morale giudeo-cristiana.
Come in un circolo vizioso, questa tendenza si salda con l’indifferenza per il vicino prodotta dalla civiltà di massa e dalla scomparsa dei valori tradizionali.
E’ una domanda che va contestualizzata nel tempo presente: accade ormai sempre più frequentemente che veniamo a conoscenza di persone che perdono il posto di lavoro con tutte le ricadute personali e famigliari che questo comporta.
La solidarietà è ancora più urgente e tutti sono chiamati a viverla nella misura in cui ciò è possibile, recuperando la centralità delle relazioni in uno stile il più possibile di gratuito aiuto reciproco.
La solidarietà si gioca nei legami di prossimità, nella capacità di vedere gli altri e i loro bisogni prendendosene carico sentendosi responsabili di tutti.
Ricercare nel proprio territorio o nei luoghi di lavoro associazioni o enti dove elaborare percorsi comuni diventa una responsabilità sempre più urgente.
In ogni caso resta decisivo l’esempio della famiglia e della parrocchia e per questo proponiamo qualche possibile concretizzazione.
L’educazione al consumo critico, al commercio equo e solidale e ad altre forme utili per non rimanere prigionieri di una logica consumista e individualistica;
i Gruppi di Acquisto Solidale; la Federazione Italiana Banchi di Solidarietà; Finanza etica e medio credito; bilanci di giustizia; sono possibilità concrete per decidere di cambiare rotta!
La Chiesa Ambrosiana, per volontà del Cardinale Tettamanzi, ha creato nel gennaio 2009 il Fondo Famiglia Lavoro per sostenere le famiglie in difficoltà e, visto il permanere della crisi, lo ha mantenuto anche quest’anno.
Infine potremmo fare nostro il motto che don Milani scrisse: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Risolverlo insieme è la Politica, risolverlo da soli è l’avarizia”.
Redazione CdB Sette
Ultimo aggiornamento (Venerdì 11 Febbraio 2011 06:57)