Il Mondiale e la FraternitàLa nostra terra è come un villaggio in cui tutti sanno tutto di tutti e dove ormai non esistono più né porte né finestre perché tutto (?) avviene alla luce dl sole (è la potenza dei mas media che riescono a penetrare nell’intimo delle case e dei cuori).
Il mondiale di calcio, che stiamo seguendo, è una ulteriore occasione per vivere la mondialità, per accorgerci che nel mondo siamo in tanti, siamo anche diversi e siamo qui non per distruggerci, ma per convivere nella pace.
La potenza del pallone ha ancora questa forza: raccogliere da ogni parte del mondo energie fresche e giovani per cimentarsi e gareggiare sportivamente.


Il Mondiale e la FraternitàCome credenti siamo chiamati in causa non solo come tifosi e spettatori, ma come protagonisti:
  • un avvenimento del genere è anzitutto in incentivo a favorire l’incontro delle persone riconoscendo in ciascuno di esse un fratello, e chi meglio dei cristiani potrebbero essere capaci di vedere in ogni essere umano un figlio di Dio e quindi un fratello?
  • il mondiale di calcio è anche una felice occasione per valorizzare le differenze che non sono motivo per distruggersi, ma per aiutarsi a crescere nella pace e nel rispetto, e chi meglio dei cristiani potrebbe comprendere che ogni essere umano è come un membro attivo di un unico corpo?
Il Mondiale e la FraternitàSe il pallone ha questa forza e capacità di aggregare tante persone di paesi diversi, perché proprio noi cristiani non siamo sempre pronti a superare divisioni e incomprensioni?  Ci auguriamo che la passione per il pallone sia per lo meno uguale alla passione per la fraternità.

Don Mauro Radice

Ultimo aggiornamento (Sabato 12 Giugno 2010 19:10)