PREGHIERA SULLA PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO
Sono io, questo figlio, che batte i pugni per avere l’eredità,
questo figlio che sbatte la porta di casa,
questo figlio che si sente soffocare dall’amore del Padre,
perché vuol fare di testa sua, lanciarsi per sentieri nuovi,
compiere esperienze inebrianti.
Sono io, questo figlio,
che dopo la breve euforia si ritrova senza amici e senza pane,
con un buco perenne nello stomaco, con i vestiti laceri e sporchi, costretto a mendicare un lavoro, qualsiasi lavoro per tirare avanti.
Sono io questo figlio,
che decide di tornare a casa, più per fame che per amore,
più per avere pane che per ritrovare un Padre.
Sono io, questo figlio che prepara il discorsetto,
che inarca le spalle per reggere al peggio,
che si aspetta di essere umiliato e svergognato.
Sono io, questo figlio,
che Dio, tuo Padre, vede da lontano,
questo figlio a cui corre incontro,
questo figlio che stringe tra le sue braccia,
questo figlio che riveste di tutto punto,
questo figlio che entra, stordito,
nella sala della festa.
Sono io, questo figlio,
che non crede ai suoi occhi
Perché l’amore del Padre tuo
È una sorgente inesauribile
Di gioia e di misericordia.
(Roberto Laurita)
Ultimo aggiornamento (Domenica 19 Febbraio 2023 21:42)