Quante volte la mamma invita con queste parole i figli e il marito a tavola perché è pronto il pranzo o la cena.
E’ il momento più bello quando si sta a tavola davanti ad un buon piatto e, mentre si mangia, si parla di tutto quello che interessa la famiglia e anche di quello che succede nel mondo.
Anche Gesù risorto ha rivolto le stesse parole quel mattino pre-sto sulla sponda del lago di Tiberiade ad alcuni suoi discepoli che erano usciti a pescare durante la notte, ma senza prendere nulla.
Gesù li invita a gettare la rete da un’altra parte e questa si riempie di grossi pesci.
Immaginate lo stupore e la gioia di quei pescatori e proprio quel discepolo da Gesù prediletto sarà lui a gridare “E’ il Signore!”.
Quel personaggio che appariva sfuocato nella penombra dell’alba è riconosciuto.
Pietro e i discepoli corrono alla riva trascinando la rete ricca di pesci e Gesù, che aveva in precedenza preparato la brace, abbrustolisce il pane e frigge i pesci e li invita a venire e a mangiare ciò che aveva preparato.
Questa scena che si ripete in ogni famiglia a mezzogiorno e la sera, i cristiani la possono rivivere ogni domenica quando Gesù, il risorto, ci convoca nella chiesa per ascoltare la sua Parola e per nutrirci del suo Corpo nel Pane Eucaristico.
Le giornate eucaristiche, che intendiamo vivere anche quest’anno, sono una ulteriore occasione per aiutarci a meglio capire il dono dell’Eucaristia e a viverlo non soltanto con una “partecipazione astratta”, ma con un coinvolgimento che ci porta a “Venire alla mensa e a mangiare”.
Un’eucaristia fatta solo di presenza che ascolta e che non mangia è un’eucaristia vissuta a metà, non conforme alla richiesta di Gesù che, nell’ultima cena, si è offerto come Pane e Vino, Corpo e Sangue suo invitandoci a “fare questo in sua memoria”.
Accogliamo il suo invito e partecipiamo alle varie celebrazioni delle GIORNATE EUCARISTICHE secondo il programma indicato.