Come se Vedessero l'Invisibile
Oggi, quarta domenica dopo Pasqua, si celebra nella Chiesa Cattolica la GIORNATA di preghiera per le VOCAZIONI, sotto questo titolo ” Come se vedessero l’invisibile”.
Ecco alcuni pensieri che ci possono aiutare a meglio vivere e pregare.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Eppure, se il nostro sguardo si fa attento e il cuore aperto, i nostri stessi occhi colgono la possibilità di vedere oltre, di vedere l’oltre.
È un passaggio delicato: una realtà dai contorni sfumati suggerisce una realtà altra, che, una volta intuita e poi percepita, apre a quell’invisibile che si fa tutto nella storia, che si fa presente e vivo, reale nella nostra storia. “Come se vedessero l’invisibile”: è lo sguardo sorpreso di Mosè che coglie il non bruciare del roveto e intuisce la vicinanza dell’insondabile; è lo sguardo esterrefatto dei discepoli sul monte Tabor che vedono ciò che non comprendono, ma che da’ loro gli strumenti per vedere al di là della presenza umana di Gesù e dell’umanità della sua passione, il senso ve-ro, autentico del suo esserci.
“Come se vedessero l’invisibile”: è l’esperienza del cristiano che “ha visto”, col cuore, nell’animo o con gli occhi la realtà trasfigurata nell’incontro con il risorto; è l’esperienza di chi si lascia trasfigurare, mostrando in ciò che è e fa, l’immagine di colui che l’ha trasfigurato, di quel Dio che l’ha creato a propria immagine e che mostra il suo volto nel volto del Figlio e dei suoi figli.
“Come se vedessero l’invisibile”: è lo sguardo nuovo sulla realtà, dei figli che riconoscono il compiersi del regno di Dio in mezzo a ciò che non lo è.
Preghiamo perché sempre più giovani si aprano all’Invisibile mettendo la propria vita al servizio del regno di Dio e per il bene dell’intera umanità.
Ecco alcuni pensieri che ci possono aiutare a meglio vivere e pregare.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Eppure, se il nostro sguardo si fa attento e il cuore aperto, i nostri stessi occhi colgono la possibilità di vedere oltre, di vedere l’oltre.
È un passaggio delicato: una realtà dai contorni sfumati suggerisce una realtà altra, che, una volta intuita e poi percepita, apre a quell’invisibile che si fa tutto nella storia, che si fa presente e vivo, reale nella nostra storia. “Come se vedessero l’invisibile”: è lo sguardo sorpreso di Mosè che coglie il non bruciare del roveto e intuisce la vicinanza dell’insondabile; è lo sguardo esterrefatto dei discepoli sul monte Tabor che vedono ciò che non comprendono, ma che da’ loro gli strumenti per vedere al di là della presenza umana di Gesù e dell’umanità della sua passione, il senso ve-ro, autentico del suo esserci.
“Come se vedessero l’invisibile”: è l’esperienza del cristiano che “ha visto”, col cuore, nell’animo o con gli occhi la realtà trasfigurata nell’incontro con il risorto; è l’esperienza di chi si lascia trasfigurare, mostrando in ciò che è e fa, l’immagine di colui che l’ha trasfigurato, di quel Dio che l’ha creato a propria immagine e che mostra il suo volto nel volto del Figlio e dei suoi figli.
“Come se vedessero l’invisibile”: è lo sguardo nuovo sulla realtà, dei figli che riconoscono il compiersi del regno di Dio in mezzo a ciò che non lo è.
Preghiamo perché sempre più giovani si aprano all’Invisibile mettendo la propria vita al servizio del regno di Dio e per il bene dell’intera umanità.
Ultimo aggiornamento (Lunedì 13 Maggio 2019 06:53)