Non Solo 8 Marzo - Ogni Giorno è Vivere Donna
Appena calato il sipario sulla “festa della donna” riprende la quotidianità del vivere donna, di tante donne comuni che si danno da fare cercando di conciliare la cura della famiglia, con figli e genitori anziani, con l’impegno lavorativo.
Molte di loro appartengono a famiglie non originarie di Agrate, Omate e Caponago e neppure della Brianza, ma arrivate da tante regioni italiane negli anni ‘60/’70 e successivamente anche dall’estero.
Sì, sono donne di provenienze diverse, risorsa e ricchezza per la Comunità della quale sono parte integrante, tutte consapevoli della responsabilità di essere custodi delle nuove generazioni, perché il loro futuro sia di pace.
Dedichiamo a tutte queste donne la storia di RUT, donna moabita, che abbandonò la terra di origine con la speranza di costruire un futuro migliore.
Lasciata alle spalle una condizione di sofferenza e di fragilità seppe inserirsi in un ambiente in cui attraverso semplici atti d’amore, attraverso speranze, intenzioni e azioni buone e attraverso una fitta rete di solidarietà furono superate le consuetudini sociali.
Nel libro di Rut si narra che un uomo di Betlemme di Giuda fu costretto a emigrare dalla sua terra a quella di Moab a causa di una carestia
Emigrò con la moglie Noemi e i suoi due figli che sposarono due donne moabite Rut e Orpa, le quali restarono presto vedove così come avvenne alla suocera Noemi.
Per non lasciare sola la suocera, Rut decise di trasferirsi con lei in Israele, a Betlemme, per sfuggire alla carestia che nel frattempo imperversava nelle campagne di Moab.
Arrivata in Israele Rut si mise in cerca di lavoro per prov-vedere il necessario per sé stessa e per la suocera.
Trovò un lavoro umile, da spigolatrice, nel campo di Booz, ricco parente del marito. Booz, riconoscendo il grande cuore della donna, inaspettatamente decise di sposarla riscattandola dalla condizione di povertà in cui si trovava. Dalla loro unione nacque Obed, padre di Iesse, padre di Davide.
Dalla casa di Davide nascerà Gesù.
La r-compensa di Rut fu una nuova famiglia e una discendenza, grazie a quel legame di tenerezza e rispetto fra Lei straniera e la suocera ebrea.
Non vogliamo qui fare un’esegesi di questa bella storia, ma semplicemente sottolineare l’umiltà, la tenacia, il coraggio di Rut e il prezioso contributo alle generazione futura, caratteristiche che riconosciamo in tante donne che oggi vivono nella Comunità.
Sì, sono “donne coraggiose che ogni giorno donano gioia, riempiono la vita degli altri e sono impegnate a costruire una società più umana e accogliente”.
Un sentito grazie a tutte le donne della Comunità che si aprono all’ascolto e al confronto, percorrendo insieme cammini di pace e di libertà.
Commissione di pastorale sociale
Molte di loro appartengono a famiglie non originarie di Agrate, Omate e Caponago e neppure della Brianza, ma arrivate da tante regioni italiane negli anni ‘60/’70 e successivamente anche dall’estero.
Sì, sono donne di provenienze diverse, risorsa e ricchezza per la Comunità della quale sono parte integrante, tutte consapevoli della responsabilità di essere custodi delle nuove generazioni, perché il loro futuro sia di pace.
Dedichiamo a tutte queste donne la storia di RUT, donna moabita, che abbandonò la terra di origine con la speranza di costruire un futuro migliore.
Lasciata alle spalle una condizione di sofferenza e di fragilità seppe inserirsi in un ambiente in cui attraverso semplici atti d’amore, attraverso speranze, intenzioni e azioni buone e attraverso una fitta rete di solidarietà furono superate le consuetudini sociali.
Nel libro di Rut si narra che un uomo di Betlemme di Giuda fu costretto a emigrare dalla sua terra a quella di Moab a causa di una carestia
Emigrò con la moglie Noemi e i suoi due figli che sposarono due donne moabite Rut e Orpa, le quali restarono presto vedove così come avvenne alla suocera Noemi.
Per non lasciare sola la suocera, Rut decise di trasferirsi con lei in Israele, a Betlemme, per sfuggire alla carestia che nel frattempo imperversava nelle campagne di Moab.
Arrivata in Israele Rut si mise in cerca di lavoro per prov-vedere il necessario per sé stessa e per la suocera.
Trovò un lavoro umile, da spigolatrice, nel campo di Booz, ricco parente del marito. Booz, riconoscendo il grande cuore della donna, inaspettatamente decise di sposarla riscattandola dalla condizione di povertà in cui si trovava. Dalla loro unione nacque Obed, padre di Iesse, padre di Davide.
Dalla casa di Davide nascerà Gesù.
La r-compensa di Rut fu una nuova famiglia e una discendenza, grazie a quel legame di tenerezza e rispetto fra Lei straniera e la suocera ebrea.
Non vogliamo qui fare un’esegesi di questa bella storia, ma semplicemente sottolineare l’umiltà, la tenacia, il coraggio di Rut e il prezioso contributo alle generazione futura, caratteristiche che riconosciamo in tante donne che oggi vivono nella Comunità.
Sì, sono “donne coraggiose che ogni giorno donano gioia, riempiono la vita degli altri e sono impegnate a costruire una società più umana e accogliente”.
Un sentito grazie a tutte le donne della Comunità che si aprono all’ascolto e al confronto, percorrendo insieme cammini di pace e di libertà.
Commissione di pastorale sociale
Ultimo aggiornamento (Lunedì 11 Marzo 2019 07:03)