Edificare
E’ la festa di oggi che mi suggerisce questo titolo: oggi ricordiamo la consacrazione del Duomo di Milano, che per noi non è solo un bel monumento, un tesoro d’arte, ma è ben di più.
E’ il luogo della cattedra del Vescovo, è il simbolo di un popolo che fa unità attorno al suo Vescovo ed è pure l’immagine di una comunità che, come pietre vive unite insieme e appoggiate su Cristo, pietra angolare, forma una bella e solida costruzione.
L’attenzione al Duomo diventa allora occasione per puntare uno sguardo sulla comunità dei credenti, sulla Diocesi, sulla nostra Comunità Pastorale, sulle singole Parrocchie.
Noi siamo comunità perché Cristo ci raduna, ma a questa chiamata deve corrispondere la nostra adesione.
Non è automatico ESSERE comunità, perché si DIVENTA comunità: si costruisce una comunità.
Che cosa distingue, per esempio, un’Assemblea eucaristica domenicale da una Comunità?
Si va a Messa, si partecipa, si ascolta, si canta, ci si ferma a parlare dopo la celebrazione… ma poi ciascuno torna alla sua casa e riprende la sua vita quotidiana.
L’Eucaristia è stata come una parentesi bella ma che non coinvolge più di tanto.
Fare comunità invece è prendere sul serio l’Eucaristia: se ho ascoltato la Parola di Dio, se ho mangiato lo stesso Corpo di Cristo, capisco che chi ho accanto a me non è un estraneo, ma un fratello e allora se vedo che c’è un bisogno, se capisco che la mia presenza può aiutare… io mi ci metto dentro, andando anche oltre il mio “gruppo”, le mie “amicizie” per un’attenzione all’intera comunità.
Mi sento una pietra di questa meravigliosa costruzione e quindi mi lascio coinvolgere senza farmi pregare inutilmente. Il nostro Card. Carlo M. Matini parlava di “Comunità alternativa”: è proprio questo l’obiettivo che si vuole raggiungere: costruire una comunità di fedeli!
La Chiesa non sta in piedi con i “cristiani della domenica”, ma per il coraggio di chi, dopo essersi accostato all’Eucaristia, si sente parte viva di un corpo che non gli è estraneo e quindi se ne prende a cuore!
E’ il luogo della cattedra del Vescovo, è il simbolo di un popolo che fa unità attorno al suo Vescovo ed è pure l’immagine di una comunità che, come pietre vive unite insieme e appoggiate su Cristo, pietra angolare, forma una bella e solida costruzione.
L’attenzione al Duomo diventa allora occasione per puntare uno sguardo sulla comunità dei credenti, sulla Diocesi, sulla nostra Comunità Pastorale, sulle singole Parrocchie.
Noi siamo comunità perché Cristo ci raduna, ma a questa chiamata deve corrispondere la nostra adesione.
Non è automatico ESSERE comunità, perché si DIVENTA comunità: si costruisce una comunità.
Che cosa distingue, per esempio, un’Assemblea eucaristica domenicale da una Comunità?
Si va a Messa, si partecipa, si ascolta, si canta, ci si ferma a parlare dopo la celebrazione… ma poi ciascuno torna alla sua casa e riprende la sua vita quotidiana.
L’Eucaristia è stata come una parentesi bella ma che non coinvolge più di tanto.
Fare comunità invece è prendere sul serio l’Eucaristia: se ho ascoltato la Parola di Dio, se ho mangiato lo stesso Corpo di Cristo, capisco che chi ho accanto a me non è un estraneo, ma un fratello e allora se vedo che c’è un bisogno, se capisco che la mia presenza può aiutare… io mi ci metto dentro, andando anche oltre il mio “gruppo”, le mie “amicizie” per un’attenzione all’intera comunità.
Mi sento una pietra di questa meravigliosa costruzione e quindi mi lascio coinvolgere senza farmi pregare inutilmente. Il nostro Card. Carlo M. Matini parlava di “Comunità alternativa”: è proprio questo l’obiettivo che si vuole raggiungere: costruire una comunità di fedeli!
La Chiesa non sta in piedi con i “cristiani della domenica”, ma per il coraggio di chi, dopo essersi accostato all’Eucaristia, si sente parte viva di un corpo che non gli è estraneo e quindi se ne prende a cuore!
Ultimo aggiornamento (Martedì 18 Ottobre 2016 05:48)