Vivere la Pasqua
La primavera e la risurrezione
Il bel tempo di questi giorni ci ha aiutato a immergerci con più verità nel clima della Pasqua: tempo del rinnovo, della vita che riprende e sconfigge il rigore dell’inverno, tempo del tepore della primavera che ci fa spalancare le finestre per accoglierne la freschezza.
Anche la natura ci viene incontro per rinnovarsi e rinnovarci.
Il ritmo ciclico delle stagioni ci apre alla speranza perché, mentre vediamo attorno a noi violenza e cattiveria che distrugge, la natura sembra che non si curi di questo e va avanti positivamente.
Il sole che sorge ogni mattino è un segno chiaro che ci indica il progetto del Creatore che non vuole la nostra distruzione, ma che di giorno in giorno “rinasciamo”.
Così proclamava Zaccaria nel cantico del Benedictus (Luca 1,68-79):
"Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto
per risplendere su quelli che stanno nella tenebre
e nell’ombra di morte
e dirigere i passi sulla via della pace”.
Il risveglio dei campi e il ritorno al verde ci è di stimolo per lasciare anche noi il grigiore dell’inverno del peccato e aprirci alla tenerezza e alla gioia della vita nuova, operata in noi dalla Pasqua di Cristo morto e risorto, proprio come capita al chicco di grano che “se cade nel terreno e non muore, rimane solo, se invece muore, porta molto frutto”.
Ecco perché il cristiano non ha paura della “morte”, del “rinnegare se stesso” perché sa che da quell’annientamento nasce qualcosa di nuovo.
Impariamo a guardarci attorno per cogliere negli elementi della natura uno stimolo in più per vivere in pienezza la Pasqua di Gesù e nostra!
Il bel tempo di questi giorni ci ha aiutato a immergerci con più verità nel clima della Pasqua: tempo del rinnovo, della vita che riprende e sconfigge il rigore dell’inverno, tempo del tepore della primavera che ci fa spalancare le finestre per accoglierne la freschezza.
Anche la natura ci viene incontro per rinnovarsi e rinnovarci.
Il ritmo ciclico delle stagioni ci apre alla speranza perché, mentre vediamo attorno a noi violenza e cattiveria che distrugge, la natura sembra che non si curi di questo e va avanti positivamente.
Il sole che sorge ogni mattino è un segno chiaro che ci indica il progetto del Creatore che non vuole la nostra distruzione, ma che di giorno in giorno “rinasciamo”.
Così proclamava Zaccaria nel cantico del Benedictus (Luca 1,68-79):
"Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto
per risplendere su quelli che stanno nella tenebre
e nell’ombra di morte
e dirigere i passi sulla via della pace”.
Il risveglio dei campi e il ritorno al verde ci è di stimolo per lasciare anche noi il grigiore dell’inverno del peccato e aprirci alla tenerezza e alla gioia della vita nuova, operata in noi dalla Pasqua di Cristo morto e risorto, proprio come capita al chicco di grano che “se cade nel terreno e non muore, rimane solo, se invece muore, porta molto frutto”.
Ecco perché il cristiano non ha paura della “morte”, del “rinnegare se stesso” perché sa che da quell’annientamento nasce qualcosa di nuovo.
Impariamo a guardarci attorno per cogliere negli elementi della natura uno stimolo in più per vivere in pienezza la Pasqua di Gesù e nostra!
Ultimo aggiornamento (Lunedì 20 Aprile 2015 07:42)