Violenza? No, Grazie!
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Ogni giorno che passa siamo costretti a vedere le cariche della polizia ora contro coloro che si oppongono agli sfratti, ora contro gli scalmanati negli e fuori gli stadi, ora contro coloro che difendono un cittadino colpito a morte “ingiustamente” dalle forze dell’ordine… Da una parte volano le manganellate e lacrimogeni e dall’altra sassi e materiale vario dell’arredo urbano. Chi vede questo al di qua dello schermo televisivo rimane sbalordito e impotente e si domanda: perché tanta violenza? E’ proprio sempre necessaria? Perché dalla rabbia si passa facilmente alle mani o alle armi? E’ un problema vecchio, come è vecchio l’uomo (cfr Caino e Abele); le guerre hanno sempre percorso le vie della storia con la presunzione di risolvere i problemi, ma siamo sempre al punto di partenza e ogni generazione, prima o poi, fa i conti con quella passione insita in ciascun essere umano: quella di pensare di essere più forte se si schiaccia chi ci è accanto ed è contro. Che fare? Tutti sogniamo un mondo dove si preferisce parlare più che sparare, dove si preferisce porgere un fiore più che mettere un coltello in pancia… La storia è piena di uomini e donne che hanno cercato e cercano di invertire la rotta (Ghandi, M.L. King, la ragazza che si è opposta ai talebani…), ma di fronte al persistere della violenza, vale la pena di richiamare ciò che ha detto Gesù: amare il nemico, porgere l’altra guancia, perdonare chi ci offende che non vuol dire sottostare al male, subire ciecamente la violenza e l’ingiustizia, ma preferire il dialogo, il perdono, l’uso della ragione nella ricerca della giustizia! In una giornata della pace proposta da Giovanni Paolo II si diceva: “Non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia senza perdono”. Possiamo certamente fare poco, ma se ciascuno di noi si esercitasse quotidianamente nel superare la voglia di violenza con la pazienza, la calma e il dialogo, magari il mondo potrebbe cambiare!
Ultimo aggiornamento (Lunedì 01 Dicembre 2014 07:15)
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