In queste domeniche, nelle nostre assemblee liturgiche, siamo stimolati a guardare in faccia alla realtà: la famiglia, la vita, il lavoro, la sofferenza.
Il 27 gennaio abbiamo puntato lo sguardo sulla FAMIGLIA, tenendo come sfondo la S. Famiglia di Nazareth.
Vediamo tutti come la famiglia stia perdendo il suo peso e la sua identità. Purtroppo tanti fanno la voce grossa pretendendo diritti in nome di una loro ideologia secondo la quale uno pensa e desidera essere al di là di ciò che la natura ha sa-pientemente creato.
La domenica della VITA (3 febbraio) ci ha offerto l’opportunità di apprezzare la vita come dono anche in questo momento di crisi, anzi è generando vita che si vice la crisi.
Oggi, 10 febbraio, l’invito è quello di calarsi dentro la realtà del mondo del LAVORO per domandarsi cosa possiamo fare come Chiesa in questo tempo di crisi?
Oltre a tendere la mano a chi è in serie difficoltà (vedi l’iniziativa comunitaria dei “due spiccioli”), noi come Chiesa, dobbiamo gridare forte che l’uomo vale più del profitto e lottare perché questa mentalità trovi il suo alimento in una educazione alla sobrietà, all’essenzialità in favore della solidarietà.
Domani, 11 febbraio, giorno che ricorda l’apparizione della Madonna a S. Bernadette di Lourdes, saremo invitati a incontrare il mondo della sofferenza – è la giornata mondiale del MALATO – con l’intento di aiutarci e stimolarci a rivivere in ciascuno di noi l’esperienza del buon sa-maritano che ha il coraggio di fermarsi di fronte a chi sta male per soccorrerlo e aiutarlo.
In questa situazione di grigiume diffuso e di individualismo esasperato è commovente vedere ancora tanta gente che si fa carico di chi soffre visitando gli ammalati e prestando il proprio tempo e le proprie energie per il loro bene.
Siamo nell’anno della fede e tutte queste proposte ci fanno capire che la fede non è una idea, un pensiero, ma una vita, riempita da Cristo, che incontra altre vite.
Crisi o non crisi, IMU o non IMU, destra o sinistra… il cristiano è capa-ce di andare oltre per costruire, nel nome di Gesù, un mondo veramente nuovo, dove ciò che conta è la fraternità, l’accoglienza e la capacità di condividere.