L’incontro mondiale delle famiglie ha offerto ad alcune famiglie della nostra Comunità di vivere l’accoglienza di nuclei familiari venuti da altri paesi.
Ecco come una famiglia ha descritto la sua esperienza: “Ho appena terminato di "ricomporre" casa nostra, dopo aver modificato il nostro assetto da venerdì per poter creare gli spazi ottimali ad ospitare un'altra famiglia.
Abbiamo risposto positivamente all'invito di Don Mauro qualche mese fa.
Abbiamo risposto d'istinto, senza pensare.
Con il trascorrere dei giorni i miei bambini fantasticavano su chi avremmo ospitato, si immaginavano famiglie esotiche provenienti da posti lontanissimi.....allora ho ridimensionato il tutto, spiegando loro che non importava chi fossero o da dove venissero, l'importante era mettersi a disposizione.
E poi i grandi preparativi, i letti approntati, i mobili spostati per creare più spazio, la casa ben pulita, un mazzolino di fiori freschi sul tavolo e gli asciugamani migliori per gli ospiti...insomma ci siamo preparati ad accogliere qualcuno di importante.
Venerdì finalmente sono arrivati, stanchi e un po' spaesati.
Ci hanno portato tantissime buone cose da mangiare.
C'è stato poco tempo per conoscersi e raccontarsi, ma forse questa consapevolezza ci ha spinti a tralasciare le cose poco importanti e ci ha fatto concentrare su quello che è il nostro fulcro; ci siamo raccontati confidenze come se ci conoscessimo da anni, e dopo qualche ora, ci sembrava normale vedere i loro volti a casa nostra, come se fossero stati da noi un'infinità di altre volte.
Abbiamo appreso, nel nostro caso, il grande desiderio di Antonella di poter vedere il Papa e il fatto che non ci fosse mai stato modo di andare a Roma, e per lei, una mamma segnata dal più grande dei dolori, questo grande sogno, di poter ascoltare la Messa del Papa.
Io mi sono sentita fortunata perché i miei bambini sono vivi e sani e onorata perché ho potuto, con il mio piccolo contributo, permetterle di realizzare questo suo sogno.
Questa esperienza è stata un grande insegnamento e una rivelazione.
Aprire la nostra casa, ciò per cui abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare tanto e scoprire che non c'è gelosia delle proprie cose, anzi sia per noi che per i bambini, c'è stata una grande naturalezza nel cedere ciò che è nostro perché donare non significa
rinunciare, ma acquisire ulteriormente.
Non credo di saper esprimere ciò che ho nel cuore, forse non è nemmeno necessario, forse tutti noi che abbiamo ospitato, stiamo provando le stesse emozioni.
Ci sentiamo cresciuti e maturati e, almeno io, sento il desiderio di fare di più, sento che i giorni trascorsi senza mettersi al servizio di chi ha bisogno, sono giorni sprecati, tempo trascorso inutilmente persi nel nostro egoismo.
Concludo ringraziandovi per questa opportunità che, almeno nel mio caso, ha sicuramente dato più a noi di quanto noi abbiamo dato agli altri. Nella speranza di ritrovarci presto.
Un abbraccio.

Michela, Nicola, Miryam, Giovanni