l'Unione fa la Forza
E’ il vecchio proverbio che torna di moda ogni volta che una crisi avanza e quindi anche oggi ritorna valido.
Siamo di fronte ad un momento veramente difficile: c’è chi dice che siamo sull’orlo dell’abisso, chi invece giura che ne verremo fuori e ce la faremo… ma poi ci siamo noi, cittadini comuni, che ne sentiamo di tutti i colori senza capire un granché della verità. Pazienza, lasciamo parlare gli “esperti”!
Una cosa però “indigna”: constatare ancora una volta l’incapacità a guardare veramente al bene comune pensando di avere in tasca la ricetta risolutiva di tutto escludendo categoricamente quella degli altri.
Un pò di umiltà e di sano realismo ci porterebbe a pensare che non si può risolvere il problema del debito se nessuno è disposto a perdere nulla.
E così fa male constatare che chi ha di più difficilmente rinuncia al molto che ha, anzi sembra tenere ancora più stretti i suoi “diritti”, i suoi “privilegi”, le “sue” ricchezze, chiudendosi a riccio.
E’ come se con il mare in tempesta, invece di darsi tutti da fare per affrontare il pericolo, i marinai si rifugiassero ciascuno nella propria cabina aspettando che arrivi il sereno.
E’ proprio in questo momento che emergono gli uomini e le donne “di fede”, coloro che non hanno paura a perdere del proprio perché tutti stiano bene.
Sono in tanti quelli capaci di parlare e di progettare, ma ora ci vuole chi, credendo nel bene comune e nella fraternità, non si tiri indietro.
Cosa può fare un cristiano?
- Paga le giuste tasse anzitutto.
- Ha un occhio di riguardo a chi sta peggio e allora, per esempio, se deve riscuotere l’affitto e vede la famiglia in grossa difficoltà, non infierisce, ma sa attendere con pazienza e magnanimità.
- Non si chiude nel proprio “benessere”, ma condivide senza paura.
- …
La salvezza, la soluzione dei problemi non piove dall’alto, ma nasce, come sempre, dalla base. E’ la nostra unità e capacità di amore che aiuterà a uscire dalla crisi e noi cristiani non possiamo stare a guardare, mandando avanti gli altri!
Redazione CdB Sette
Siamo di fronte ad un momento veramente difficile: c’è chi dice che siamo sull’orlo dell’abisso, chi invece giura che ne verremo fuori e ce la faremo… ma poi ci siamo noi, cittadini comuni, che ne sentiamo di tutti i colori senza capire un granché della verità. Pazienza, lasciamo parlare gli “esperti”!
Una cosa però “indigna”: constatare ancora una volta l’incapacità a guardare veramente al bene comune pensando di avere in tasca la ricetta risolutiva di tutto escludendo categoricamente quella degli altri.
Un pò di umiltà e di sano realismo ci porterebbe a pensare che non si può risolvere il problema del debito se nessuno è disposto a perdere nulla.
E così fa male constatare che chi ha di più difficilmente rinuncia al molto che ha, anzi sembra tenere ancora più stretti i suoi “diritti”, i suoi “privilegi”, le “sue” ricchezze, chiudendosi a riccio.
E’ come se con il mare in tempesta, invece di darsi tutti da fare per affrontare il pericolo, i marinai si rifugiassero ciascuno nella propria cabina aspettando che arrivi il sereno.
E’ proprio in questo momento che emergono gli uomini e le donne “di fede”, coloro che non hanno paura a perdere del proprio perché tutti stiano bene.
Sono in tanti quelli capaci di parlare e di progettare, ma ora ci vuole chi, credendo nel bene comune e nella fraternità, non si tiri indietro.
Cosa può fare un cristiano?
- Paga le giuste tasse anzitutto.
- Ha un occhio di riguardo a chi sta peggio e allora, per esempio, se deve riscuotere l’affitto e vede la famiglia in grossa difficoltà, non infierisce, ma sa attendere con pazienza e magnanimità.
- Non si chiude nel proprio “benessere”, ma condivide senza paura.
- …
La salvezza, la soluzione dei problemi non piove dall’alto, ma nasce, come sempre, dalla base. E’ la nostra unità e capacità di amore che aiuterà a uscire dalla crisi e noi cristiani non possiamo stare a guardare, mandando avanti gli altri!
Redazione CdB Sette
Ultimo aggiornamento (Lunedì 12 Dicembre 2011 07:21)