Gratitudine
Nel Vangelo di Marco si racconta che Gesù un giorno guarì dieci lebbrosi, ma soltanto uno di essi, uno straniero, tornò a dirgli grazie.
Il Maestro ne provò dispiacere e disse: “Non sono stati forse guariti tutti e dieci? E gli altri dove sono?”.
Sappiamo bene che Gesù non faceva miracolo per essere ringraziato, ma in questo caso si lasciò sfuggire una nota di rimprovero.
Non era per se stesso che provava dispiacere, ma per quei nove che avevano disimparato l’arte della gratitudine e non si ricordavano più come si dicesse grazie.
Una vita senza riconoscenza è una vita triste, difficile, che ignora il gusto e la bellezza del dono, che crede che tutto sia sempre dovuto e, anziché rallegrarsi per quanto possiede, vive nella rabbia per quanto ritiene le sia stato sottratto.
A me, a noi, è data la gioia di poter dire grazie, di tornare a scoprire le parole magiche che rendono la vita più lieve, e i gesti carichi di finezza e di attenzione capaci di sciogliere le tensioni più dure e di aprire la finestra dell’incontro.
Don Mauro Radice
Il Maestro ne provò dispiacere e disse: “Non sono stati forse guariti tutti e dieci? E gli altri dove sono?”.
Sappiamo bene che Gesù non faceva miracolo per essere ringraziato, ma in questo caso si lasciò sfuggire una nota di rimprovero.
Non era per se stesso che provava dispiacere, ma per quei nove che avevano disimparato l’arte della gratitudine e non si ricordavano più come si dicesse grazie.
Una vita senza riconoscenza è una vita triste, difficile, che ignora il gusto e la bellezza del dono, che crede che tutto sia sempre dovuto e, anziché rallegrarsi per quanto possiede, vive nella rabbia per quanto ritiene le sia stato sottratto.
A me, a noi, è data la gioia di poter dire grazie, di tornare a scoprire le parole magiche che rendono la vita più lieve, e i gesti carichi di finezza e di attenzione capaci di sciogliere le tensioni più dure e di aprire la finestra dell’incontro.
Don Mauro Radice
Ultimo aggiornamento (Domenica 06 Giugno 2010 15:21)