UNITALSI
1903. Un nobile romano, di nome Gian battista Tomassi, sta ritto davanti alla grotta di Massabielle e Lourdes.
E’ disperato, perché gli hanno diagnosticato una brutta malattia irreversibile.
Ha sentito che a Lourdes la Madonna guarisce gli ammalati ed è venuto anche lui, con un intento preciso: o la Madonna farà qualcosa qualcosa per lui o lui la farà finita con un gesto teatrale: ha in tasca una pistola e ha intenzione di spararsi un colpo,
Ma succede qualcosa di misterioso: ad un tratto sente una serenità e una dolcezza nel suo cuore: butta la pistola nel Gave che scorre davanti alla grotta e torna vivo a Roma.
1904. Tomassi organizza un treno che parte da Roma diretto a Lourdes con un carico di ammalati: desidera far fare anche a loro la sua esperienza di amore e di fede: nasce l’UNITALSI (Unione Nazionale Trasporto Ammalati a Lourdes e ai Santuari Italiani).
L’ Unitalsi nasce con il carisma di trasportare le persone ammalate a Lourdes davanti alla grotta, perché altrimenti non avrebbero la possibilità di farlo.
Nascono i treni “bianchi” attrezzati per il trasporto di carrozzine e barelle.
1967. don Luigi Corti, coadiutore dell’Oratorio maschile organizza un pellegrinaggio con l’Unitalsi di Agrate (sottosezione di Monza) a Loreto.
C’è un bel gruppo di giovani, assieme al personale storico, entusiasti e vogliosi di fare qualcosa di bene.
Tanti sono studenti e quindi non hanno ancora la possibilità di andare a Lourdes: lo faranno qualche anno dopo, Ci sono tre studenti di medicina, uno di chimica, un seminarista e altre Dame e Barellieri.
Le Dame sono le sorelle vestite di bianco, i Barellieri sono i fratelli vestiti di blu con un paio di bretelle per portare le barelle a spalla. Il treno parte dalla stazione di Monza: si paga per andare a fare servizio: vero volontariato!
Con gli anni purtroppo è molto diminuito di presenze me ha bisogno di essere rivitalizzato.
Spero che questo possa succedere.
Desidero fare un appello ai genitori dei ragazzi diversamente abili: non abbiate vergogna! La malattia non è una vergogna: qualcuno partecipa alle iniziative della Associazione e vorrei che ci fossero tutti i ragazzi e le ragazze della comunità.
Interpellatemi senza paura: faremo qualcosa di buono per i vostri figli.
don Gilberto
E’ disperato, perché gli hanno diagnosticato una brutta malattia irreversibile.
Ha sentito che a Lourdes la Madonna guarisce gli ammalati ed è venuto anche lui, con un intento preciso: o la Madonna farà qualcosa qualcosa per lui o lui la farà finita con un gesto teatrale: ha in tasca una pistola e ha intenzione di spararsi un colpo,
Ma succede qualcosa di misterioso: ad un tratto sente una serenità e una dolcezza nel suo cuore: butta la pistola nel Gave che scorre davanti alla grotta e torna vivo a Roma.
1904. Tomassi organizza un treno che parte da Roma diretto a Lourdes con un carico di ammalati: desidera far fare anche a loro la sua esperienza di amore e di fede: nasce l’UNITALSI (Unione Nazionale Trasporto Ammalati a Lourdes e ai Santuari Italiani).
L’ Unitalsi nasce con il carisma di trasportare le persone ammalate a Lourdes davanti alla grotta, perché altrimenti non avrebbero la possibilità di farlo.
Nascono i treni “bianchi” attrezzati per il trasporto di carrozzine e barelle.
1967. don Luigi Corti, coadiutore dell’Oratorio maschile organizza un pellegrinaggio con l’Unitalsi di Agrate (sottosezione di Monza) a Loreto.
C’è un bel gruppo di giovani, assieme al personale storico, entusiasti e vogliosi di fare qualcosa di bene.
Tanti sono studenti e quindi non hanno ancora la possibilità di andare a Lourdes: lo faranno qualche anno dopo, Ci sono tre studenti di medicina, uno di chimica, un seminarista e altre Dame e Barellieri.
Le Dame sono le sorelle vestite di bianco, i Barellieri sono i fratelli vestiti di blu con un paio di bretelle per portare le barelle a spalla. Il treno parte dalla stazione di Monza: si paga per andare a fare servizio: vero volontariato!
Con gli anni purtroppo è molto diminuito di presenze me ha bisogno di essere rivitalizzato.
Spero che questo possa succedere.
Desidero fare un appello ai genitori dei ragazzi diversamente abili: non abbiate vergogna! La malattia non è una vergogna: qualcuno partecipa alle iniziative della Associazione e vorrei che ci fossero tutti i ragazzi e le ragazze della comunità.
Interpellatemi senza paura: faremo qualcosa di buono per i vostri figli.
don Gilberto