TENEREZZA INFINITA
“Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo”.
Un gesto che supera tutte le nostre misure, l’insieme dei nostri calcoli.
Oltre ogni nostra aspettativa. Rompendo ogni indugio, Maria compie un’azione controcorrente, improbabile: si avvicina ai Suoi piedi, semplicemente li abbraccia, li bacia e dopo averli cosparsi di un profumo costosissimo li asciuga coi suoi capelli.
È impossibile pretendere di imbastire un ragionamento logico, compiuto.
Forse qualcosa si potrebbe comprendere se potessimo intuire qualcosa della sua capacità a sostare ai piedi del Maestro, cercando di registrare qualche passaggio dell’anima, qualche tratto del Suo cuore.
Così che lei potesse semplicemente concludere che avrebbe dovuto fare qualcosa per Lui.
Perché il cuore è così. Non lo puoi fermare.
Anche qui non ci sono parole che accompagnano il gesto. Puoi solo restare in silenzio, restare stupito.
Assaporando intanto la fragranza del profumo, che tutto s’espande per la casa.
Una scena da guardare, come quella del discepolo amato, che durante quell’altra cena, avrebbe posato la testa sul cuore di Gesù (Gv 13,23- 26).
O contempli una gratuità che non ti appartiene oppure osi prendere la parola.
Come Giuda che del fatto tenta una pessima interpretazione.
Fratello, sorella che ascolti: meglio tacere nei giorni della tenerezza, tenendo lo sguardo fisso sul mistero pasquale di Gesù che avanza in tutto il Suo splendore.
Un gesto che supera tutte le nostre misure, l’insieme dei nostri calcoli.
Oltre ogni nostra aspettativa. Rompendo ogni indugio, Maria compie un’azione controcorrente, improbabile: si avvicina ai Suoi piedi, semplicemente li abbraccia, li bacia e dopo averli cosparsi di un profumo costosissimo li asciuga coi suoi capelli.
È impossibile pretendere di imbastire un ragionamento logico, compiuto.
Forse qualcosa si potrebbe comprendere se potessimo intuire qualcosa della sua capacità a sostare ai piedi del Maestro, cercando di registrare qualche passaggio dell’anima, qualche tratto del Suo cuore.
Così che lei potesse semplicemente concludere che avrebbe dovuto fare qualcosa per Lui.
Perché il cuore è così. Non lo puoi fermare.
Anche qui non ci sono parole che accompagnano il gesto. Puoi solo restare in silenzio, restare stupito.
Assaporando intanto la fragranza del profumo, che tutto s’espande per la casa.
Una scena da guardare, come quella del discepolo amato, che durante quell’altra cena, avrebbe posato la testa sul cuore di Gesù (Gv 13,23- 26).
O contempli una gratuità che non ti appartiene oppure osi prendere la parola.
Come Giuda che del fatto tenta una pessima interpretazione.
Fratello, sorella che ascolti: meglio tacere nei giorni della tenerezza, tenendo lo sguardo fisso sul mistero pasquale di Gesù che avanza in tutto il Suo splendore.