ECCO ORA Il., MOMENTO FAVOREVOLE!
«Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2 Cor 6,2).
Questa espressione dell'Apostolo Paolo ci aiuta ad entrare nello spirito del tempo quaresimale.
La Quaresima è infatti il tempo favorevole per ritomare all'essenziale, per spogliarci di ciò che ci appesantisce, per riconciliarci con Dio, per ravvivare il fuoco dello Spirito Santo che abita nascosto tra le ceneri della nostra fragile umanità.
Ritornare all'essenziale.
Il rito delle ceneri ci introduce in questo cammino di ritorno e ci rivolge due inviti: ritornare alla verità di noi stessi e ritornare a Dio e ai fratelli. Anzitutto, ritornare alla verità di noi stessi.
Le ceneri ci ricordano chi siamo e da dove veniamo, ci riconducono alla verità fondamentale della vita: soltanto il Signore è Dio e noi siamo opera delle sue mani.
Questa è la nostra verità. Noi abbiamo la vita mentre Lui è la vita. C'è però un secondo passo: le ceneri ci invitano anche a ritornare a Dio e ai fratelli.
Infatti, se ritorniamo alla verità di ciò che siamo e ci rendiamo conto che il nostro io non basta a sé stesso, allora scopriamo di esistere solo grazie alle relazioni: quella originaria con il Signore e quelle vitali con gli altri.
La Quaresima è il tempo favorevole per ravvivare le nostre relazioni con Dio e con gli altri: per aprirci nel silenzio alla preghiera e uscire dalla fortezza del nostro io chiuso, per spezzare le catene dell'individualismo e dell'isolamento e riscoprire, attraverso l'incontro e l'ascolto, chi ci cammina accanto ogni giorno, e reimparare ad amarlo come fratello o sorella.
Come realizzare tutto ciò?
Per compiere questo cammino - ritornare alla verità di noi stessi, ritornare a Dio e agli altri - siamo invitati a percorrere tre grandi vie: l'elemosina, la preghiera e il digiuno.
Sono le vie classiche: non ci vogliono novità in questa strada.
Gesù l'ha detto, è chiaro: l'elemosina, la preghiera e il digiuno.
E non si tratta di riti esteriori, ma di gesti che devono esprimere un rinnovamento del cuore.
L'elemosina non è un gesto rapido per pulirsi la coscieJU'JI, per bilanciare un po' lo squilibrio interiore, ma è un toccare con le proprie mani e con le proprie lacrime le sofferenze dei poveri; la preghiera non è ritualità, ma dialogo di verità e amore con il Padre; e il digiuno non è un semplice fioretto, ma un gesto forte per ricordare al nostro cuore ciò che conta e ciò che passa.
Papa Francesco
Questa espressione dell'Apostolo Paolo ci aiuta ad entrare nello spirito del tempo quaresimale.
La Quaresima è infatti il tempo favorevole per ritomare all'essenziale, per spogliarci di ciò che ci appesantisce, per riconciliarci con Dio, per ravvivare il fuoco dello Spirito Santo che abita nascosto tra le ceneri della nostra fragile umanità.
Ritornare all'essenziale.
Il rito delle ceneri ci introduce in questo cammino di ritorno e ci rivolge due inviti: ritornare alla verità di noi stessi e ritornare a Dio e ai fratelli. Anzitutto, ritornare alla verità di noi stessi.
Le ceneri ci ricordano chi siamo e da dove veniamo, ci riconducono alla verità fondamentale della vita: soltanto il Signore è Dio e noi siamo opera delle sue mani.
Questa è la nostra verità. Noi abbiamo la vita mentre Lui è la vita. C'è però un secondo passo: le ceneri ci invitano anche a ritornare a Dio e ai fratelli.
Infatti, se ritorniamo alla verità di ciò che siamo e ci rendiamo conto che il nostro io non basta a sé stesso, allora scopriamo di esistere solo grazie alle relazioni: quella originaria con il Signore e quelle vitali con gli altri.
La Quaresima è il tempo favorevole per ravvivare le nostre relazioni con Dio e con gli altri: per aprirci nel silenzio alla preghiera e uscire dalla fortezza del nostro io chiuso, per spezzare le catene dell'individualismo e dell'isolamento e riscoprire, attraverso l'incontro e l'ascolto, chi ci cammina accanto ogni giorno, e reimparare ad amarlo come fratello o sorella.
Come realizzare tutto ciò?
Per compiere questo cammino - ritornare alla verità di noi stessi, ritornare a Dio e agli altri - siamo invitati a percorrere tre grandi vie: l'elemosina, la preghiera e il digiuno.
Sono le vie classiche: non ci vogliono novità in questa strada.
Gesù l'ha detto, è chiaro: l'elemosina, la preghiera e il digiuno.
E non si tratta di riti esteriori, ma di gesti che devono esprimere un rinnovamento del cuore.
L'elemosina non è un gesto rapido per pulirsi la coscieJU'JI, per bilanciare un po' lo squilibrio interiore, ma è un toccare con le proprie mani e con le proprie lacrime le sofferenze dei poveri; la preghiera non è ritualità, ma dialogo di verità e amore con il Padre; e il digiuno non è un semplice fioretto, ma un gesto forte per ricordare al nostro cuore ciò che conta e ciò che passa.
Papa Francesco