E' Meglio un Tozzo di Pane Secco
E’ un’espressione che troviamo nella Bibbia “Un tozzo di pane secco è meglio di una casa piena di banchetti e di discordie” (Proverbi 17,1).
E’ bello e giusto ricordarlo in questi tempi, come i nostri, dove assistiamo ogni giorno a “ruberie” a non finire da parte di persone che sono già ricche e potenti e sono pure insaziabili!
Perché non accontentarci del necessario, permettendo così anche ad altri di vivere dignitosamente?
Sentiamo ogni giorno, in questi tempi dell’EXPO 2015 di Milano, che bisogna evitare lo spreco, che è giusto che si arrivi a debellare la fame nel mondo, che si allarga sempre più la forbice tra ricchissimi e poverissimi.
Saranno certamente necessarie le leggi, sarà pure utile la “carta di Milano”, ma se manca l’impegno personale e nelle comunità.
E allora cominciamo da noi, dalle nostre Comunità parrocchiali a puntare lo sguardo sulla povertà non solo per biasimare o per arrabbiarci di fronte a tante ingiustizie, ma anche per viverla.
Chi vive la povertà sulla sua pelle diventa capace di condividere, di mettere in comune ciò che ha con chi ha di meno.
“Sono povero per nascita e voglio morire povero per scelta” lo ha detto il Diacono Jeevan domenica 27 settembre ad Agrate nella sua omelia di presentazione.
E’ certamente un bel programma di vita che può interessare tutti discepoli di Cristo.
L’iniziativa dei DUE SPICCIOLI dice quanto la nostra Comunità pastorale è attenta ai più poveri, ma ricordiamoci che la povertà va sì combattuta con la carità, ma va anche vissuta con coerenza di scelte.
C’è nella Bibbia (Proverbi 30,8-9) una bellissima preghiera che dice così:
Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: "Chi è il Signore?", oppure, ridotto all'indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio.
E’ bello e giusto ricordarlo in questi tempi, come i nostri, dove assistiamo ogni giorno a “ruberie” a non finire da parte di persone che sono già ricche e potenti e sono pure insaziabili!
Perché non accontentarci del necessario, permettendo così anche ad altri di vivere dignitosamente?
Sentiamo ogni giorno, in questi tempi dell’EXPO 2015 di Milano, che bisogna evitare lo spreco, che è giusto che si arrivi a debellare la fame nel mondo, che si allarga sempre più la forbice tra ricchissimi e poverissimi.
Saranno certamente necessarie le leggi, sarà pure utile la “carta di Milano”, ma se manca l’impegno personale e nelle comunità.
E allora cominciamo da noi, dalle nostre Comunità parrocchiali a puntare lo sguardo sulla povertà non solo per biasimare o per arrabbiarci di fronte a tante ingiustizie, ma anche per viverla.
Chi vive la povertà sulla sua pelle diventa capace di condividere, di mettere in comune ciò che ha con chi ha di meno.
“Sono povero per nascita e voglio morire povero per scelta” lo ha detto il Diacono Jeevan domenica 27 settembre ad Agrate nella sua omelia di presentazione.
E’ certamente un bel programma di vita che può interessare tutti discepoli di Cristo.
L’iniziativa dei DUE SPICCIOLI dice quanto la nostra Comunità pastorale è attenta ai più poveri, ma ricordiamoci che la povertà va sì combattuta con la carità, ma va anche vissuta con coerenza di scelte.
C’è nella Bibbia (Proverbi 30,8-9) una bellissima preghiera che dice così:
Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: "Chi è il Signore?", oppure, ridotto all'indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio.
Ultimo aggiornamento (Martedì 20 Ottobre 2015 06:02)