80 Anni di Consacrazione della Chiesa Parrocchiale
15 dicembre 1934-15 dicembre 2014
Domenica 15 febbraio 1925 don Benedetto Galbiati, oratore di fama nazionale nativo di Agrate, tenne un commosso e sentito discorso di commiato per salutare la vecchia chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Eusebio che per secoli aveva radunato i devoti fedeli nelle sue semplici navate, rappresentando dal XI secolo il principale luogo di culto e devozione quotidiana, vero riferimento per tutta la comunità credente e praticante.
Nel medesimo pomeriggio Mons. Giovanni Rossi, Vicario generale della diocesi milanese, pose la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale affiancato dai testimoni Emilio Ratti e Elli Leone, dall’avvocato Angelo Mauri e dalla nobildonna Clotilde Minonzio Corneliani, padrino e madrina della cerimonia.
I lavori cominciarono subito con la demolizione della vecchia chiesa e proseguirono per tutto l’anno così, nel mese di ottobre del 1926 don Ghiringhelli potè benedire la nuova chiesa, non ancora completamente ultimata, per permettere ai fedeli di assistere alle funzioni religiose.
Ad agosto dell’anno seguente, con una solenne funzione religiosa presieduta da don Natale Villa - parroco di Caponago- veniva benedetto l’altare maggiore a ciborio in marmo rosso di Verona.
Erano passati una quindicina d’anni da quando il parroco don Giuseppe Viganò (1898-1918) si era posto il problema di costruire una nuova chiesa parrocchiale in sostituzione della vecchia chiesa definita nelle visite pastorali di fine ottocento “bisognosa d’ampliamento e di restauri”.
Una casa del Signore che fosse quindi più decorosa e adeguata all’esigenza di una popolazione che, in quegli anni, si faceva sempre più numerosa.
Il progetto di rifacimento della chiesa, ideato da don Viganò, venne realizzato solo alcuni anni dopo dal suo successore don Giuseppe Ghiringhelli che nel 1920 decise di iniziare a raccogliere i fondi per intraprendere la difficile strada dell’edificazione di una nuova Chiesa che sarebbe sorta proprio sulle macerie della vecchia costruzione.
Il progetto venne realizzato nel 1924 da Mons. Giuseppe Polvara archittetto della scuola del Beato Angelico di Milano che volle pensare una chiesa a schema romanico basata su materiali tradizionali abbinati a strutture per l’epoca innovative, come il cemento armato.
La scuola del Beato Angelico si occupo’ di progettare non solo la struttura architettonica ma anche le decorazioni dipinte da diversi pittori (Coccoli, Martinotti, Zanchi,...) e l’arredamento interno realizzato da artigiani locali.
La nostra chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Eusebio vescovo e martire dal 1493, venne consacrata, non ancora ultimata, la mattina di sabato 15 dicembre 1934 con un rito solenne officiato dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano come ricorda la lapide posta all’interno della chiesa sulla destra del portone d’ingresso (vedi foto a pagina 7).
La cerimonia di consacrazione fu un momento solenne e suggestivo di grande raccoglimento e partecipazione da parte dei fedeli che assistettero al rito sin dalle tre del mattino come viene minuziosamente riportato in un articolo apparso su “Il Cittadino” del 30 dicembre 1934 dedicato a quello straordinario e commuovente momento (a pagina 4).
Chiara Canesi
La piazza del paese e la vecchia chiesa parrocchiale prima della demolizione nel 1925. Si noti la presenza sul fianco destro del piccolo e antico oratorio della Confraternita del SS. Sacramento.
Sul retro della vecchia chiesa parrocchiale (vista da Via Giovine Italia) era stata scavata dai volonterosi parrocchiani una cava di sabbia e ghiaia che servì per la nuova costruzione. In essa vennero collocati i detriti della vecchia chiesa per la cui demolizione servirono tre settimane di intenso lavoro.
La nuova chiesa venne costruita su progetto dell’architetto Mons. G. Polvara della Scuola del Beato Angelico dalla ditta Magnaghi-Bassanini di Milano.
La chiesa parrocchiale, iniziata nel mese di febbraio del 1925, venne benedetta da don Ghiringhelli nell’ottobre del 1926 non ancora completamente ultimata, ma molti anni dovettero ancora passare prima che la chiesa fosse definitivamente completata anche nelle sue parti decorative.
Il costo complessivo della sola costruzione preventivato in 600 mila lire aumentò raggiungendo le 950 mila lire, che vennero sovvezionate in vario modo: dalla generosità dei parrocchiani, da consistenti offerte di benefattori, dalla vendita di materiali della vecchia chiesa, con lotterie e pesche di beneficenza.
Un ruolo fondamentale per la raccolta dei fondi lo ebbe il parroco don Ghiringhelli, che dal 1920, con grande costanza, passò periodicamente di casa in casa chiedendo “elemosine straordinarie per la nuova chiesa”, progetto in cui lui fermamente credeva.
Domenica 15 febbraio 1925 don Benedetto Galbiati, oratore di fama nazionale nativo di Agrate, tenne un commosso e sentito discorso di commiato per salutare la vecchia chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Eusebio che per secoli aveva radunato i devoti fedeli nelle sue semplici navate, rappresentando dal XI secolo il principale luogo di culto e devozione quotidiana, vero riferimento per tutta la comunità credente e praticante.
Nel medesimo pomeriggio Mons. Giovanni Rossi, Vicario generale della diocesi milanese, pose la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale affiancato dai testimoni Emilio Ratti e Elli Leone, dall’avvocato Angelo Mauri e dalla nobildonna Clotilde Minonzio Corneliani, padrino e madrina della cerimonia.
I lavori cominciarono subito con la demolizione della vecchia chiesa e proseguirono per tutto l’anno così, nel mese di ottobre del 1926 don Ghiringhelli potè benedire la nuova chiesa, non ancora completamente ultimata, per permettere ai fedeli di assistere alle funzioni religiose.
Ad agosto dell’anno seguente, con una solenne funzione religiosa presieduta da don Natale Villa - parroco di Caponago- veniva benedetto l’altare maggiore a ciborio in marmo rosso di Verona.
Erano passati una quindicina d’anni da quando il parroco don Giuseppe Viganò (1898-1918) si era posto il problema di costruire una nuova chiesa parrocchiale in sostituzione della vecchia chiesa definita nelle visite pastorali di fine ottocento “bisognosa d’ampliamento e di restauri”.
Una casa del Signore che fosse quindi più decorosa e adeguata all’esigenza di una popolazione che, in quegli anni, si faceva sempre più numerosa.
Il progetto di rifacimento della chiesa, ideato da don Viganò, venne realizzato solo alcuni anni dopo dal suo successore don Giuseppe Ghiringhelli che nel 1920 decise di iniziare a raccogliere i fondi per intraprendere la difficile strada dell’edificazione di una nuova Chiesa che sarebbe sorta proprio sulle macerie della vecchia costruzione.
Il progetto venne realizzato nel 1924 da Mons. Giuseppe Polvara archittetto della scuola del Beato Angelico di Milano che volle pensare una chiesa a schema romanico basata su materiali tradizionali abbinati a strutture per l’epoca innovative, come il cemento armato.
La scuola del Beato Angelico si occupo’ di progettare non solo la struttura architettonica ma anche le decorazioni dipinte da diversi pittori (Coccoli, Martinotti, Zanchi,...) e l’arredamento interno realizzato da artigiani locali.
La nostra chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Eusebio vescovo e martire dal 1493, venne consacrata, non ancora ultimata, la mattina di sabato 15 dicembre 1934 con un rito solenne officiato dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano come ricorda la lapide posta all’interno della chiesa sulla destra del portone d’ingresso (vedi foto a pagina 7).
La cerimonia di consacrazione fu un momento solenne e suggestivo di grande raccoglimento e partecipazione da parte dei fedeli che assistettero al rito sin dalle tre del mattino come viene minuziosamente riportato in un articolo apparso su “Il Cittadino” del 30 dicembre 1934 dedicato a quello straordinario e commuovente momento (a pagina 4).
Chiara Canesi
Il campanile dell’antica chiesa parrocchiale risalente al 1771 è ancor oggi parte dell’attuale chiesa. In un documento del 1934 viene definito come un “severo stipite della Chiesa scomparsa, malinconico ma non muto in continuo dialogo or lieto or triste con gli uomini”.
Sul retro della vecchia chiesa parrocchiale (vista da Via Giovine Italia) era stata scavata dai volonterosi parrocchiani una cava di sabbia e ghiaia che servì per la nuova costruzione. In essa vennero collocati i detriti della vecchia chiesa per la cui demolizione servirono tre settimane di intenso lavoro.
La nuova chiesa venne costruita su progetto dell’architetto Mons. G. Polvara della Scuola del Beato Angelico dalla ditta Magnaghi-Bassanini di Milano.
La chiesa parrocchiale, iniziata nel mese di febbraio del 1925, venne benedetta da don Ghiringhelli nell’ottobre del 1926 non ancora completamente ultimata, ma molti anni dovettero ancora passare prima che la chiesa fosse definitivamente completata anche nelle sue parti decorative.
Il costo complessivo della sola costruzione preventivato in 600 mila lire aumentò raggiungendo le 950 mila lire, che vennero sovvezionate in vario modo: dalla generosità dei parrocchiani, da consistenti offerte di benefattori, dalla vendita di materiali della vecchia chiesa, con lotterie e pesche di beneficenza.
Un ruolo fondamentale per la raccolta dei fondi lo ebbe il parroco don Ghiringhelli, che dal 1920, con grande costanza, passò periodicamente di casa in casa chiedendo “elemosine straordinarie per la nuova chiesa”, progetto in cui lui fermamente credeva.
Ultimo aggiornamento (Martedì 16 Dicembre 2014 08:38)