Un Giovane Uomo che Parte
«E cominciarono a far festa ».
Bellissimo il motto che don Paolo ha scelto per la sua ordinazione presbiterale.
È tratto dal Vangelo di Luca: la famosa parabola del figliol prodigo.
Ognuno di noi è sempre il figliol prodigo, e ognuno di noi è chiamato ad essere il Padre misericordioso.
Si può essere Padre misericordioso solo se si porta nel cuore il desiderio della festa.
Un modo di riconoscere una verità superiore a tutte le altre, un deposito di grazia che ci ridona quotidianamente la certezza di essere dei “salvati” per amore gratuito di Dio.
Innanzitutto, grazie Paolo per questa scelta, ma soprattutto grazie per quello che hai scelto di essere, assecondando nella libertà quanto Dio ti chiede.
Nell’invito che hai preparato per la tua prima messa, hai voluto mettere il volto di molte persone che in questi anni ti sono state vicine, con le quali hai condiviso momenti importanti.
Comprendo ancora di più che l’essere prete non ha senso se fatto per sé, ma trova significato se compreso in relazione a Dio e alla gente alle quale si è inviati.
Ricordo bene gli ultimi tempi che precedono l’ordinazione: so quanto siano belli e difficili allo stesso tempo.
Se la responsabilità della scelta ti sembrerà davvero pesante e se in alcuni momenti la sentirai tutta sulle tue spalle, non dimenticarti mai dei volti che hai messo sul tuo invito!
Quei volti rappresentano il bene che hai ricevuto e che tu hai donato, iniziando proprio dalla tua famiglia.
Gli occhi di mamma e papà, lo sguardo fiero dei tuoi fratelli, saranno per sempre uno dei più beni doni di Dio.
Senza essere indiscreto, vorrei dire che in quegli occhi sono comprese tutte le persone che ti vogliono bene, a partire dalla tua comunità di Agrate fino a tutte le comunità che il seminario ti ha fatto incontrare.
L’esperienza della comunione nella preghiera ci rende forti.
Contribuisce a darci coraggio e serenità, ci toglie da quell’isolamento che qualche volta attraversa il nostro cuore.
I miei pensieri corrono veloci: ti rivedo qualche anno fa, al mitico campeggio delle medie.
Un ragazzino educato, mai una parola fuori posto, sempre in ordine, occhi che sorridono.
Bellissimi momenti che credo abbiano contribuito - o meglio, che sono presenti - nella trama della tua vocazione.
Ci siamo voluti bene fin da allora, e adesso posso dirti che, parlando con don Marco, si diceva: “Paolo potrebbe davvero fare il prete!”.
Ora sei un giovane uomo che parte.
E mentre lo scrivo mi si riempiono gli occhi di lacrime, ma anche di un bel sorriso, perché so cosa vuol dire.
Parti sereno, caro Paolo, perché da prete ci sarà sempre qualcuno che ti aspetta!
Il ricco, il povero, poco importa: ci sarà sempre qualcuno che aspetta te, perché sa che potrai portargli il Signore, quel Signore che hai scelto di servire donando la vita.
In questi anni ho visto che sei un giovane discreto, che sa custodire nel cuore le cose più importanti.
Ci sia sempre nel tuo cuore una memoria grata al Signore, senza mai dimenticare da dove arrivi: la tua famiglia e la tua comunità di Agrate.
Ti aspettiamo tutti, non vediamo l’ora che arrivi il 7 giugno e poi il giorno della prima messa!
Con tanto bene,
don Angelo
Bellissimo il motto che don Paolo ha scelto per la sua ordinazione presbiterale.
È tratto dal Vangelo di Luca: la famosa parabola del figliol prodigo.
Ognuno di noi è sempre il figliol prodigo, e ognuno di noi è chiamato ad essere il Padre misericordioso.
Si può essere Padre misericordioso solo se si porta nel cuore il desiderio della festa.
Un modo di riconoscere una verità superiore a tutte le altre, un deposito di grazia che ci ridona quotidianamente la certezza di essere dei “salvati” per amore gratuito di Dio.
Innanzitutto, grazie Paolo per questa scelta, ma soprattutto grazie per quello che hai scelto di essere, assecondando nella libertà quanto Dio ti chiede.
Nell’invito che hai preparato per la tua prima messa, hai voluto mettere il volto di molte persone che in questi anni ti sono state vicine, con le quali hai condiviso momenti importanti.
Comprendo ancora di più che l’essere prete non ha senso se fatto per sé, ma trova significato se compreso in relazione a Dio e alla gente alle quale si è inviati.
Ricordo bene gli ultimi tempi che precedono l’ordinazione: so quanto siano belli e difficili allo stesso tempo.
Se la responsabilità della scelta ti sembrerà davvero pesante e se in alcuni momenti la sentirai tutta sulle tue spalle, non dimenticarti mai dei volti che hai messo sul tuo invito!
Quei volti rappresentano il bene che hai ricevuto e che tu hai donato, iniziando proprio dalla tua famiglia.
Gli occhi di mamma e papà, lo sguardo fiero dei tuoi fratelli, saranno per sempre uno dei più beni doni di Dio.
Senza essere indiscreto, vorrei dire che in quegli occhi sono comprese tutte le persone che ti vogliono bene, a partire dalla tua comunità di Agrate fino a tutte le comunità che il seminario ti ha fatto incontrare.
L’esperienza della comunione nella preghiera ci rende forti.
Contribuisce a darci coraggio e serenità, ci toglie da quell’isolamento che qualche volta attraversa il nostro cuore.
I miei pensieri corrono veloci: ti rivedo qualche anno fa, al mitico campeggio delle medie.
Un ragazzino educato, mai una parola fuori posto, sempre in ordine, occhi che sorridono.
Bellissimi momenti che credo abbiano contribuito - o meglio, che sono presenti - nella trama della tua vocazione.
Ci siamo voluti bene fin da allora, e adesso posso dirti che, parlando con don Marco, si diceva: “Paolo potrebbe davvero fare il prete!”.
Ora sei un giovane uomo che parte.
E mentre lo scrivo mi si riempiono gli occhi di lacrime, ma anche di un bel sorriso, perché so cosa vuol dire.
Parti sereno, caro Paolo, perché da prete ci sarà sempre qualcuno che ti aspetta!
Il ricco, il povero, poco importa: ci sarà sempre qualcuno che aspetta te, perché sa che potrai portargli il Signore, quel Signore che hai scelto di servire donando la vita.
In questi anni ho visto che sei un giovane discreto, che sa custodire nel cuore le cose più importanti.
Ci sia sempre nel tuo cuore una memoria grata al Signore, senza mai dimenticare da dove arrivi: la tua famiglia e la tua comunità di Agrate.
Ti aspettiamo tutti, non vediamo l’ora che arrivi il 7 giugno e poi il giorno della prima messa!
Con tanto bene,
don Angelo
Ultimo aggiornamento (Domenica 08 Giugno 2014 16:46)