Bello è la Parola Giusta
“Perché tu sei così, senza riserve, senza maschere e con tanto affetto e gioia da dare”
“Bello! Bello da fare, bello da preparare… Bello! Bello! Bello!”
Sono queste le parole che più ci sono rimaste impresse e che raccontano in poche battute quello che tu, Paolo - o meglio, Paolino - sei e ci hai lasciato.
Ci è stato chiesto di raccontare la tua esperienza tra di noi, ragazzi di Busto Garolfo; e quale miglior cosa che dar voce proprio a coloro che, in questi mesi passati nella nostra comunità, hai conosciuto?
A loro la parola…
È il settembre del 2012 quando entri per la prima volta nel nostro oratorio: con un timido “ciao” ti presenti a tutti noi.
Giugno 2013: con il tuo immancabile sorriso, un abbraccio sincero ed uno sguardo che vale molto più di mille parole, varchi il cancello dell’oratorio per l’ultima volta.
E in questi 8 mesi? Un turbinio di avvenimenti ed emozioni… happy hour, pranzi, cene, serate in compagnia ed importanti momenti di condivisione.
Troppe le cose da dire, tante altre quelle da raccontare, ma non c’è tempo di descriverle tutte perché la carta stampata ha i suoi ritmi e non sempre ci lascia lo spazio per parlare nel dettaglio di ciò che è stato.
O forse, semplicemente, perché certe emozioni non possono essere raccontate su un foglio bianco: il loro posto è lì, in quella scatola di ricordi che custodiamo gelosamente nel nostro cuore e che ogni volta, aprendola, ci fa scappare un sorriso e versare una lacrima.
E allora uso queste poche righe per dirti semplicemente grazie: grazie per come sei, per ciò che fai e per come ti doni agli altri.
Buon viaggio amico!
Con affetto,
Stefi
We Paolino, ti siamo mancate?
La risposta sarà sicuramente sì, ed è proprio per questo che stiamo spremendo i nostri grandissimi cervelli, ma non ti aspettare dei grandi poemi perché sai anche tu con chi hai a che fare.
Caro Sanghi, come ben ricordi, il tuo arrivo a Busto non ha avuto un gran successo!
Più che il nuovo seminarista ci sei sembrato il nostro solito autista.
Non eri ancora arrivato e già noi ti avevamo stressato.
Sconsolate e afflitte noi eravamo ma con te restar così non potevamo!
La tua missione era tirar fuori l’allegria ma in realtà ogni forma d’intelligenza hai scacciato via.
I sabati in cui dovevamo preparare i giochi nel dettaglio erano momenti in cui la serietà era solo un lontano spiraglio.
Se dobbiamo poi menzionare le tue capacità la pallavolo la leviamo già.
Ma tu per questo non ti arrendevi e ogni volta la maglietta al torneo volevi.
E se con i bambini invece eri bravo a lavorare dei tuoi disegni è meglio non parlare.
A Oulx poi crollò definitivamente la tua serietà che eri un “uomo di Chiesa” lo si capiva solo dalla carta d’identità.
Anche quando agli esami prestavi attenzioni la gatta del don ti faceva le sue effusioni.
Tra risate e lavoro Giugno arrivò e tante lacrime con se portò!
Il fatto che il Paolino non c’era più a noi proprio non andava giù.
Tra chiamate e messaggi l’estate era passata la tua giornata era dunque arrivata;
il vescovo, diacono ti aveva nominato e ad un altro paese ti aveva destinato.
Noi tristi, ma in fondo contenti eravamo tutti lì presenti; fuori dal Duomo ti avevamo aspettato e tu eri apparso ancora emozionato per dare a tutti noi la tua benedizione che ancor oggi ricordiamo con commozione.
Non ci sono infine tante altre parole da dire a chi per un anno ci ha fatto gioire.
Possiamo solamente dirti grazie per essere sempre stato vicino a noi disgrazie.
Ti vogliamo bene!
S. Proprio
A settembre eri Paolo, un semplice seminarista, a giugno Paolino, un amico.
E in mezzo?
In mezzo un mare di sorrisi, tante emozioni, tanti momenti di gioia trascorsi insieme, tante risate davanti ad una pizza o ad uno spritz, tante chiacchierate, tanti pranzi e cene insieme, l’esperienza al carcere di San Vittore, il montaggio del campeggio, fare i camerieri alla festa dell’oratorio anche se solo per due giorni e poi tante, tante, ma proprio tante lacrime al momento dei saluti (e, come puoi immaginare, qualcuna sta scendendo anche adesso!).
E’ stato tutto questo - e molto altro ancora - a trasformarti da semplice seminarista ad amico, da Paolo a Paolino.
Mi sei “diventato caro”.
Allora non mi resta che dire grazie!
Grazie a te Paolino “per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo”… e un grande grazie a Colui che ha fatto sì che le nostre strade si incrociassero.
Un abbraccione!!!
Monica
Di pensieri da raccogliere ce ne sarebbero stati molti ancora, ma è evidente che si sarebbe tranquillamente arrivati a scrivere un libro… l’ultimo spazietto libero perciò lo occupiamo noi, a rischio anche di essere ripetitive.
Pochi mesi passati tra noi, ed è come averti conosciuto da sempre.
Perché tu sei così, senza riserve, senza maschere e con tanto affetto e gioia da dare.
Un “Grazie” è d’obbligo, ma un “Bello!”, come tu ci hai insegnato, è la parola giusta per descrivere l’amicizia e il legame che tutt’ora ci unisce.
Buon cammino!
Le sisters “matte”
“Bello! Bello da fare, bello da preparare… Bello! Bello! Bello!”
Sono queste le parole che più ci sono rimaste impresse e che raccontano in poche battute quello che tu, Paolo - o meglio, Paolino - sei e ci hai lasciato.
Ci è stato chiesto di raccontare la tua esperienza tra di noi, ragazzi di Busto Garolfo; e quale miglior cosa che dar voce proprio a coloro che, in questi mesi passati nella nostra comunità, hai conosciuto?
A loro la parola…
È il settembre del 2012 quando entri per la prima volta nel nostro oratorio: con un timido “ciao” ti presenti a tutti noi.
Giugno 2013: con il tuo immancabile sorriso, un abbraccio sincero ed uno sguardo che vale molto più di mille parole, varchi il cancello dell’oratorio per l’ultima volta.
E in questi 8 mesi? Un turbinio di avvenimenti ed emozioni… happy hour, pranzi, cene, serate in compagnia ed importanti momenti di condivisione.
Troppe le cose da dire, tante altre quelle da raccontare, ma non c’è tempo di descriverle tutte perché la carta stampata ha i suoi ritmi e non sempre ci lascia lo spazio per parlare nel dettaglio di ciò che è stato.
O forse, semplicemente, perché certe emozioni non possono essere raccontate su un foglio bianco: il loro posto è lì, in quella scatola di ricordi che custodiamo gelosamente nel nostro cuore e che ogni volta, aprendola, ci fa scappare un sorriso e versare una lacrima.
E allora uso queste poche righe per dirti semplicemente grazie: grazie per come sei, per ciò che fai e per come ti doni agli altri.
Buon viaggio amico!
Con affetto,
Stefi
We Paolino, ti siamo mancate?
La risposta sarà sicuramente sì, ed è proprio per questo che stiamo spremendo i nostri grandissimi cervelli, ma non ti aspettare dei grandi poemi perché sai anche tu con chi hai a che fare.
Caro Sanghi, come ben ricordi, il tuo arrivo a Busto non ha avuto un gran successo!
Più che il nuovo seminarista ci sei sembrato il nostro solito autista.
Non eri ancora arrivato e già noi ti avevamo stressato.
Sconsolate e afflitte noi eravamo ma con te restar così non potevamo!
La tua missione era tirar fuori l’allegria ma in realtà ogni forma d’intelligenza hai scacciato via.
I sabati in cui dovevamo preparare i giochi nel dettaglio erano momenti in cui la serietà era solo un lontano spiraglio.
Se dobbiamo poi menzionare le tue capacità la pallavolo la leviamo già.
Ma tu per questo non ti arrendevi e ogni volta la maglietta al torneo volevi.
E se con i bambini invece eri bravo a lavorare dei tuoi disegni è meglio non parlare.
A Oulx poi crollò definitivamente la tua serietà che eri un “uomo di Chiesa” lo si capiva solo dalla carta d’identità.
Anche quando agli esami prestavi attenzioni la gatta del don ti faceva le sue effusioni.
Tra risate e lavoro Giugno arrivò e tante lacrime con se portò!
Il fatto che il Paolino non c’era più a noi proprio non andava giù.
Tra chiamate e messaggi l’estate era passata la tua giornata era dunque arrivata;
il vescovo, diacono ti aveva nominato e ad un altro paese ti aveva destinato.
Noi tristi, ma in fondo contenti eravamo tutti lì presenti; fuori dal Duomo ti avevamo aspettato e tu eri apparso ancora emozionato per dare a tutti noi la tua benedizione che ancor oggi ricordiamo con commozione.
Non ci sono infine tante altre parole da dire a chi per un anno ci ha fatto gioire.
Possiamo solamente dirti grazie per essere sempre stato vicino a noi disgrazie.
Ti vogliamo bene!
S. Proprio
A settembre eri Paolo, un semplice seminarista, a giugno Paolino, un amico.
E in mezzo?
In mezzo un mare di sorrisi, tante emozioni, tanti momenti di gioia trascorsi insieme, tante risate davanti ad una pizza o ad uno spritz, tante chiacchierate, tanti pranzi e cene insieme, l’esperienza al carcere di San Vittore, il montaggio del campeggio, fare i camerieri alla festa dell’oratorio anche se solo per due giorni e poi tante, tante, ma proprio tante lacrime al momento dei saluti (e, come puoi immaginare, qualcuna sta scendendo anche adesso!).
E’ stato tutto questo - e molto altro ancora - a trasformarti da semplice seminarista ad amico, da Paolo a Paolino.
Mi sei “diventato caro”.
Allora non mi resta che dire grazie!
Grazie a te Paolino “per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo”… e un grande grazie a Colui che ha fatto sì che le nostre strade si incrociassero.
Un abbraccione!!!
Monica
Di pensieri da raccogliere ce ne sarebbero stati molti ancora, ma è evidente che si sarebbe tranquillamente arrivati a scrivere un libro… l’ultimo spazietto libero perciò lo occupiamo noi, a rischio anche di essere ripetitive.
Pochi mesi passati tra noi, ed è come averti conosciuto da sempre.
Perché tu sei così, senza riserve, senza maschere e con tanto affetto e gioia da dare.
Un “Grazie” è d’obbligo, ma un “Bello!”, come tu ci hai insegnato, è la parola giusta per descrivere l’amicizia e il legame che tutt’ora ci unisce.
Buon cammino!
Le sisters “matte”
Ultimo aggiornamento (Domenica 08 Giugno 2014 16:24)