Benvenuto Cardinale!
Il 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo, sarà presente nella nostra Comunità il Cardinale Angelo Scola, nostro Arcivescovo.
L’occasione della sua visita è dovuta principalmente alla conclusione dell’Anno Centenario della fondazione dell’Istituto delle nostre Suore “Serve di Gesù Cristo”.
Il Cardinale Dionigi Tettamanzi lo aveva aperto il giugno scorso ed ora Scola lo chiude.
Evidentemente la presenza del cardinale Arcivescovo va oltre questa circostanza e diventa un vero momento di Chiesa, una occasione per stringerci attorno al Vescovo dimostrando la gioia di avere il pastore tra noi, ma
anche la voglia di stargli dietro.
Il Concilio Vaticano nel documento sulla liturgia dice: “Il Vescovo deve essere considerato come il grande sacerdote del suo gregge: da lui deriva e dipende in certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo”.
Accogliere il Vescovo è come accogliere Cristo Pastore che viene in mezzo al suo gregge per confermarlo nella fede e per stimolarlo ad una vita coerente con il Vangelo.
La visita del Vescovo in questo anno del centenario (per le nostre Suore) e della fede (per la Chiesa intera) ci impegna su due fronti. Anzitutto è l’occasione per dire grazie al Signore per il dono dell’Istituto fondato da Madre Ada Bianchi cento anni fa con lo scopo di raccogliere in fraternità delle sorelle che dedicassero tempo e vita al Signore nel servizio della pastorale parrocchiale.
Un grazie che diventa preghiera al Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe.
La mancanza di vocazioni religiose segna un punto negativo nella attuale vita di Chiesa e non possiamo non pregare perché tante anime coraggiose rispondano gioiosamente alla chiamata del Signore per il servizio nel suo Regno.
Sull’altro fronte la presenza del Vescovo ci impegna a verificare la nostra fede e il nostro essere Comunità.
Non dimentichiamoci che in ogni celebrazione Eucaristica noi preghiamo per il Vescovo dichiarando così la nostra unione a lui.
Essere chiesa è vivere in profondità questo rapporto.
Uno dei primi padri della Chiesa (S. Ignazio di Antiochia) lo affermava con chiarezza che senza questa unione non c’è Chiesa!
Disponiamoci allora ad accogliere con gioia il nostro Vescovo, impegnandoci già fin d’ora ad aderire al programma pastorale che proporrà per il prossimo anno: quello di darci da fare per realizzare una Chiesa capace di uscire da se stessa, per intessere un rapporto nuovo e più vivace con il mondo che la circonda.
don Mauro Radice
L’occasione della sua visita è dovuta principalmente alla conclusione dell’Anno Centenario della fondazione dell’Istituto delle nostre Suore “Serve di Gesù Cristo”.
Il Cardinale Dionigi Tettamanzi lo aveva aperto il giugno scorso ed ora Scola lo chiude.
Evidentemente la presenza del cardinale Arcivescovo va oltre questa circostanza e diventa un vero momento di Chiesa, una occasione per stringerci attorno al Vescovo dimostrando la gioia di avere il pastore tra noi, ma
anche la voglia di stargli dietro.
Il Concilio Vaticano nel documento sulla liturgia dice: “Il Vescovo deve essere considerato come il grande sacerdote del suo gregge: da lui deriva e dipende in certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo”.
Accogliere il Vescovo è come accogliere Cristo Pastore che viene in mezzo al suo gregge per confermarlo nella fede e per stimolarlo ad una vita coerente con il Vangelo.
La visita del Vescovo in questo anno del centenario (per le nostre Suore) e della fede (per la Chiesa intera) ci impegna su due fronti. Anzitutto è l’occasione per dire grazie al Signore per il dono dell’Istituto fondato da Madre Ada Bianchi cento anni fa con lo scopo di raccogliere in fraternità delle sorelle che dedicassero tempo e vita al Signore nel servizio della pastorale parrocchiale.
Un grazie che diventa preghiera al Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe.
La mancanza di vocazioni religiose segna un punto negativo nella attuale vita di Chiesa e non possiamo non pregare perché tante anime coraggiose rispondano gioiosamente alla chiamata del Signore per il servizio nel suo Regno.
Sull’altro fronte la presenza del Vescovo ci impegna a verificare la nostra fede e il nostro essere Comunità.
Non dimentichiamoci che in ogni celebrazione Eucaristica noi preghiamo per il Vescovo dichiarando così la nostra unione a lui.
Essere chiesa è vivere in profondità questo rapporto.
Uno dei primi padri della Chiesa (S. Ignazio di Antiochia) lo affermava con chiarezza che senza questa unione non c’è Chiesa!
Disponiamoci allora ad accogliere con gioia il nostro Vescovo, impegnandoci già fin d’ora ad aderire al programma pastorale che proporrà per il prossimo anno: quello di darci da fare per realizzare una Chiesa capace di uscire da se stessa, per intessere un rapporto nuovo e più vivace con il mondo che la circonda.
don Mauro Radice
Ultimo aggiornamento (Martedì 03 Novembre 2020 22:54)