Home Page Il "Casa di Betania" Archivio Aprile 2013 La Passione: Cinquant’anni e non Sentirli.

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Intervista molto in libertà con don Luigi Corti, che ha dato il via alla rappresentazione della Passione nel 1964.

La Passione: Cinquant’anni e non Sentirli.Don Luigi, come è nata quella “avventura” ? Ha un ricordo di quando è partito il tutto?
Io sono arrivato ad Agrate nel ‘59, era settembre.
Il mio primo carnevale, febbraio 1960, stavo confessando in chiesa, sarà stata l’una e mezza, c’erano le brave ragazze di allora che si confessavano presto, sai com’è, prete giovane, e sento sulla piazza una musica, rumori vari; vado fuori e mi dicono “è il carro di carnevale di Caponago”.
E li mi è spuntato un pensiero, quasi un rimprovero per non averci pensato prima, di fare qualcosa anche noi.
Con alcuni dei ragazzi più grandicelli ci siamo detti, si dai facciamo qualcosa anche noi, e il carnevale del 1961 abbiamo avuto il nostro primo carro! Qui Quo Qua, musica, canti, il giro nei paesi vicini, io e i ragazzi orgogliosi!
E così nel Natale del 1962 abbiamo dato il via al Presepio vivente, tutto rigidamente al maschile, mica si potevano coinvolgere le ragazze all’epoca, ad Agrate… don Nemesio non ci sentiva troppo da quell’orecchio.
Da li alla Passione il passo è stato breve “forza, facciamo la Passione di Cristo” sarà più complesso certo, ma vuoi mettere la soddisfazione?
Con Alfredo Vismara, Giulio Cantù, Dario Dell’Orto e altri ragazzi dei quali non ricordo più bene i nomi, siamo partiti.
Non erano in tanti all’epoca a cimentarsi in un progetto cosi!
Mi ricordo che una Passione già abbastanza famosa la facevano a Erba.
La macchina si è mossa, ognuno con le proprie capacità, e a Pasqua del 1964 è andata in scena la prima Passione, una sera sola.
La mia idea di fondo era di mettere insieme un progetto che coinvolgesse i giovani, che andava ad aggiungersi in quegli anni a tutte le altre attività, il carnevale, il torneo serale di calcio, la festa dell’oratorio, l’oratorio feriale, e così via : per me, tutti momenti fatti per coinvolgere i ragazzi!

Si ricorda come era impostata la Passione? Quale fu la reazione del paese?
Non è stata frutto di un pensiero a tavolino, è uscita piuttosto quasi come una proposta istintiva, che è stata presa con trasporto da tutti quanti, un modo per riconoscersi, mettersi insieme per un progetto comune e rivolto a tutto il paese…
Si cominciava la Domenica delle Palme, Gesù e altri personaggi, soldati compresi, facevano un giro per il paese, c’erano anche i cavalli, e tutti andavano alla messa; tante persone collaboravano nel preparare i costumi e tutto quanto poteva servire; io giravo di casa in casa a chiedere l’aiuto e la disponibilità.
Già allora la Passione era un modo di coinvolgere tante persone della comunità, un’ occasione per passare le serate insieme, e diciamolo, per i ragazzi di uscire qualche sera in più (ma attenzione, valeva solo per i maschi!!).
Anche da alcune aziende del paese arrivava l’aiuto, mi ricordo ad esempio la Rosier, che ci regalava i tessuti per i costumi e le scenografie.
Il ricordo che ho è anche di una grande partecipazione nelle sere della rappresentazione, davvero mi viene da dire veniva tutto il paese; certo, non c’erano tutte le alternative che ci sono oggi.
La Passione, per i giovani che la vivono in prima persona, è un’esperienza indimenticabile.
Si rendeva conto all’epoca di iniziare qualcosa che sarebbe entrato nella storia del nostro paese?
No, mi sento di dire che erano attività “normali” nella vita di oratorio dei ragazzi, non sono un “mito” per questa cosa della Passione, lo spunto è nato come dicevo prima da quel carro di Caponago, e da li non ci si è più fermati.
L’oratorio era una occasione praticamente unica in quegli anni, come luogo di aggregazione, certo per la catechesi, ma anche per socializzare e crescere insieme.

Come vive questa Passione 2013 ?
È un momento che aspetto.
Mi piace molto che venga fatto un lavoro di preparazione sui testi, e mi piace la scelta di introdurre dei momenti di riflessione affidati ad alcuni personaggi, come ho visto nell’ultima edizione del 2008 : è un’occasione di approfondimento che secondo me può essere un momento di crescita per ciascuno degli spettatori.
E mi piace che alcuni episodi, a differenza della pura narrazione del Vangelo, possano essere considerati a tutti gli effetti momenti di preghiera.
Questa cosa mi ha colpito 5 anni fa e sono contento che sia stata mantenuta anche in questa occasione.
È un passo importante, rispetto a quello che facevamo allora.

don Luigi Corti

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