Alla Scoperta del Dio Vicino
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La presenza dei cristiani nella società mette la fede alla prova
Alla scoperta del Dio vicino è il titolo della lettera pastorale del Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, presentata l’8 settembre in Duomo.
Come è scritto nella prima pagina, è rivolta a «tutti i battezzati» e a «quanti vorranno accoglierla».
Il Cardinale Scola ci invita a concentrarci sull’essenziale, così definito nella sua lettera: “il rapporto con Gesù che consente l’accesso alla Comunione trinitaria e rende partecipi della vita divina.”
Questo essenziale è da cogliere in un impegnativo lavoro di verifica del nostro percorso di fede.
In particolare il Cardinale ci propone di approfondire soprattutto quattro settori cruciali delle nostre comunità ovverosia la famiglia, i giovani, i presbiteri e consacrati e la società contemporanea.
Soffermandosi sullo specifico ambito della società contemporanea, il Cardinale sottolinea che la nostra fede può essere uno strumento efficace per il bene della società
stessa a condizione che i cristiani effettivamente sentano la responsabilità di proporre la vita buona del Vangelo in tutti gli ambiti dell’umana esistenza, non pretendendo una
egemonia e non sottraendosi al dovere della testimonianza.
Ma la presenza dei cristiani nella società mette alla prova la fede.
Sono tre le grandi tentazioni, qui di seguito riportate integralmente dalla lettera pastorale, sulle quali il Cardinale attira la nostra attenzione, chiedendoci di opporre uno stile illuminato da una fede adulta:
1. La tentazione di tollerare il dualismo che separa la fede dalla vita, riducendo la fede ad un sentimento individuale da nascondere per non disturbare nessuno e la vita ad
un’omologazione che si adegua ad un artificioso anonimato;
2. La tentazione di restare muti di fronte alle grandi questioni del nostro tempo – sessualità, matrimonio, famiglia e vita, economia, giustizia e politica – mortificando la luce del Vangelo e degli orientamenti culturali che dal Vangelo nascono accogliendo le provocazioni del presente;
3. La tentazione di ridurre la fede cristiana a religione civile così come la tentazione della diaspora, posizioni che fanno prevalere ciò che separa su quello che unisce e contrappongono gli uni agli altri approfondendo le divisioni.
Il Cardinale, in ultimo, ci indica il cammino per superare queste prove alle quali siamo chiamati giornalmente; si tratta di essere presenza nel mondo illuminati da una fede adulta che permetta ai cristiani di non sottrarsi al dovere del proporre la loro esperienza e la loro visione circa le grandi questioni che il nostro tempo è chiamato ad affrontare.
Leandro Gaicobbi
Alla scoperta del Dio vicino è il titolo della lettera pastorale del Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, presentata l’8 settembre in Duomo.
Come è scritto nella prima pagina, è rivolta a «tutti i battezzati» e a «quanti vorranno accoglierla».
Il Cardinale Scola ci invita a concentrarci sull’essenziale, così definito nella sua lettera: “il rapporto con Gesù che consente l’accesso alla Comunione trinitaria e rende partecipi della vita divina.”
Questo essenziale è da cogliere in un impegnativo lavoro di verifica del nostro percorso di fede.
In particolare il Cardinale ci propone di approfondire soprattutto quattro settori cruciali delle nostre comunità ovverosia la famiglia, i giovani, i presbiteri e consacrati e la società contemporanea.
Soffermandosi sullo specifico ambito della società contemporanea, il Cardinale sottolinea che la nostra fede può essere uno strumento efficace per il bene della società
stessa a condizione che i cristiani effettivamente sentano la responsabilità di proporre la vita buona del Vangelo in tutti gli ambiti dell’umana esistenza, non pretendendo una
egemonia e non sottraendosi al dovere della testimonianza.
Ma la presenza dei cristiani nella società mette alla prova la fede.
Sono tre le grandi tentazioni, qui di seguito riportate integralmente dalla lettera pastorale, sulle quali il Cardinale attira la nostra attenzione, chiedendoci di opporre uno stile illuminato da una fede adulta:
1. La tentazione di tollerare il dualismo che separa la fede dalla vita, riducendo la fede ad un sentimento individuale da nascondere per non disturbare nessuno e la vita ad
un’omologazione che si adegua ad un artificioso anonimato;
2. La tentazione di restare muti di fronte alle grandi questioni del nostro tempo – sessualità, matrimonio, famiglia e vita, economia, giustizia e politica – mortificando la luce del Vangelo e degli orientamenti culturali che dal Vangelo nascono accogliendo le provocazioni del presente;
3. La tentazione di ridurre la fede cristiana a religione civile così come la tentazione della diaspora, posizioni che fanno prevalere ciò che separa su quello che unisce e contrappongono gli uni agli altri approfondendo le divisioni.
Il Cardinale, in ultimo, ci indica il cammino per superare queste prove alle quali siamo chiamati giornalmente; si tratta di essere presenza nel mondo illuminati da una fede adulta che permetta ai cristiani di non sottrarsi al dovere del proporre la loro esperienza e la loro visione circa le grandi questioni che il nostro tempo è chiamato ad affrontare.
Leandro Gaicobbi
Ultimo aggiornamento (Domenica 09 Dicembre 2012 19:39)
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