È Tempo di Alzare le Vele
Non è facile riassumere in poco spazio una esperienza ricca, coinvolgente e affascinante come è stata quella della Koinè Adolescenti di quest’anno.
Bisogna cercare di far capire a voi che leggete lo spirito e l’entusiasmo che ci hanno accompagnato nei dieci giorni che abbiamo trascorso a Marilleva: non voglio allora perdere troppe righe a raccontarvi di quante partite a pallavolo abbiamo giocato (e di quanti palloni abbiamo perso!), di quante serate in compagnia abbiamo vissuto con allegria giocando assieme o guardando un film, di quanto belle sono state le gite che abbiamo fatto – incompagnia anche degli amici del Cai.
Vorrei sfruttare queste righe, invece, per raccontarvi di quanto è stato entusiasmante per tutti quanti vivere in comunione quelle giornate, chiacchierando e imparando a conoscersi con lo spirito di chi sa trarre qualcosa di buono anche solo da uno sguardo o da
un semplice saluto.
I giorni della Koinè insegnano la capacità di apprezzare la bellezza dello stare assieme e ci hanno dato l’opportunità di condividere pensieri, preoccupazioni, sogni tutti assieme.
La Koinè regala in modo particolare tanto tempo (“Tempo” che non a caso ha fatto anche da filo conduttore per le giornate di riflessione e condivisione) e riesce quindi naturale vivere sempre assieme a qualcuno ogni esperienza.
In quei giorni abbiamo affrontato i temi della noia, del cambiamento, della responsabilità e il tempo è servito per assimilare quanto di bello (ma anche di brutto) ci siamo detti e per pensare dentro di noi a come ripartire alla fine di un’esperienza come questa, che fa crescere e maturare.
Gli occhi affascinati e le parole dei ragazzi hanno reso ogni momento importante e sincero, lasciando a tutti il desiderio di continuare a organizzare e vivere questa esperienza estiva.
Ci è piaciuto infine pensare ai nostri ragazzi come a delle barche in mezzo al mare, che faticano a prendere il largo perché titubanti: quello che con la Koinè abbiamo cercato di far capire loro è che qualunque sia la destinazione, prendere il largo e buttarsi nella
vita è senza dubbio il rischio più importante e bello da prendersi.
«E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca» (dalla poesia “George Gray”, che abbiamo consegnato ai ragazzi l’ultimo giorno come “regalo” a conclusione della vacanza).
Francesco Villa
Bisogna cercare di far capire a voi che leggete lo spirito e l’entusiasmo che ci hanno accompagnato nei dieci giorni che abbiamo trascorso a Marilleva: non voglio allora perdere troppe righe a raccontarvi di quante partite a pallavolo abbiamo giocato (e di quanti palloni abbiamo perso!), di quante serate in compagnia abbiamo vissuto con allegria giocando assieme o guardando un film, di quanto belle sono state le gite che abbiamo fatto – incompagnia anche degli amici del Cai.
Vorrei sfruttare queste righe, invece, per raccontarvi di quanto è stato entusiasmante per tutti quanti vivere in comunione quelle giornate, chiacchierando e imparando a conoscersi con lo spirito di chi sa trarre qualcosa di buono anche solo da uno sguardo o da
un semplice saluto.
I giorni della Koinè insegnano la capacità di apprezzare la bellezza dello stare assieme e ci hanno dato l’opportunità di condividere pensieri, preoccupazioni, sogni tutti assieme.
La Koinè regala in modo particolare tanto tempo (“Tempo” che non a caso ha fatto anche da filo conduttore per le giornate di riflessione e condivisione) e riesce quindi naturale vivere sempre assieme a qualcuno ogni esperienza.
In quei giorni abbiamo affrontato i temi della noia, del cambiamento, della responsabilità e il tempo è servito per assimilare quanto di bello (ma anche di brutto) ci siamo detti e per pensare dentro di noi a come ripartire alla fine di un’esperienza come questa, che fa crescere e maturare.
Gli occhi affascinati e le parole dei ragazzi hanno reso ogni momento importante e sincero, lasciando a tutti il desiderio di continuare a organizzare e vivere questa esperienza estiva.
Ci è piaciuto infine pensare ai nostri ragazzi come a delle barche in mezzo al mare, che faticano a prendere il largo perché titubanti: quello che con la Koinè abbiamo cercato di far capire loro è che qualunque sia la destinazione, prendere il largo e buttarsi nella
vita è senza dubbio il rischio più importante e bello da prendersi.
«E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca» (dalla poesia “George Gray”, che abbiamo consegnato ai ragazzi l’ultimo giorno come “regalo” a conclusione della vacanza).
Francesco Villa
Ultimo aggiornamento (Lunedì 10 Settembre 2012 07:16)