Provo una Grande Gioia.
Abbiamo incontrato don Luca qualche giorno prima dell’ordinazione.
Nel tuo percorso vocazionale sei arrivato ad un momento cruciale con la prossima ordinazione sacerdotale.
Pensando un attimo agli anni di seminario, alle persone conosciute e alle esperienze vissute, quale sensazione provi?
Quale incontro è in cima ai tuoi ricordi?
La sensazione che mi riempie il cuore è la gratitudine.
Tanta. Al Signore: è sempre Lui il protagonista primo, il primo ad agire; ai miei genitori, fratelli, familiari: i primi testimoni dell’amore di Dio per me e per ciascuno; a chi (persone e comunità, colleghi di lavoro, amici) ho incontrato ed è stato importante nella mia vita, per la vocazione: annunciatori delle grandi opere di Dio nel quotidiano.
Mi si affollano in mente volti ed esperienze decisivi.
La mia prima parola che dico è una grazie di cuore ed una benedizione al Signore e “a tutti e a ciascuno”, come spesso dice il cardinal Tettamanzi.
Provo poi una grande gioia, la gioia che nasce da Dio e riempie il cuore, desiderando comunicarsi a tutti e a tutti comunicare i prodigi di Dio; la vita di tutti i giorni ne è piena, basta aprire gli occhi ed accorgersene! Del suo agire proprio si può dire “tutto è grazia”!
Gli incontri che ho in mente sono innumerevoli, ne cito due – per ora. Don Gianluigi e Mariarosa.
Per questi incontri ancora e di nuovo sale a Dio il mio grazie.
Come non condividere, inoltre, che ho ancora nel cuore la Messa con il Santo Padre a Bresso?
La tua vocazione ha un carico di responsabilità importanti. Riesci a convivere con serenità a gli impegni che quotidianamente deve affrontare un sacerdote? In questo scenario come descrivi il colloquio con il Signore nella preghiera, dato che le nuove generazioni di credenti faticano a creare questa modalità di contatto con il Signore.
Già in questo anno di diaconato ho sperimentato la quantità di impegni e la responsabilità che comporta il Ministero.
Non sempre è facile essere sereni, in merito.
Credo che dipenda dallo stare con il Signore: tanto più si rimane con Lui, tanto più l’incalzare degli impegni e la loro gravosità non intaccano la serenità
e la pace del cuore, che tutto ci fa affrontare con la dovuta calma (occhio, non é un paradosso: si possono fare le cose con calma e rapidamente! Basta pensare ad un regista nel calcio o nel basket che – calmo – con rapidità fa girare la palla e la squadra!).
Siamo amati di amore eterno!
La preghiera in tutto questo è essenziale. Si tratta di una relazione vitale con il Signore, imprescind ibile.
Se il Signore è nel nostro cuore, ci ricordiamo di Lui spesso nella giornata: quando ci alziamo, quando andiamo a letto, quando viviamo gli incontri che il lavoro ci propone… lo cerchiamo, magari passando in chiesa.
Penso che in questi giorni tu stia riflettendo su chi ringraziare per la grazia della tua chiamata. Hai qui la possibilità di anticiparne qualcuno.
Telegraficamente, il primo grazie va al Signore: mi ha amato e si è fidato di me! Poi, ecco i miei genitori: mi hanno donato la fede e testimoniato un amore
concreto e discreto che è palpabile immagine e manifestazione dell’amore di Dio.
Ecco i miei fratelli, che mi sono vicino in modi che mi sorprendono sempre.
Ci sono tanti sacerdoti vivi e defunti, le comunità presso cui sono stato e sono, tanti amici e colleghi.
E non posso dimenticare le persone che per me hanno offerto ed offrono la loro sofferenza.
Mentre il giorno dell’Ordinazione si avvicina, vi porto tutti nel cuore e nella preghiera.
Grazie!
Vostro nel Signore, don Luca.
Nel tuo percorso vocazionale sei arrivato ad un momento cruciale con la prossima ordinazione sacerdotale.
Pensando un attimo agli anni di seminario, alle persone conosciute e alle esperienze vissute, quale sensazione provi?
Quale incontro è in cima ai tuoi ricordi?
La sensazione che mi riempie il cuore è la gratitudine.
Tanta. Al Signore: è sempre Lui il protagonista primo, il primo ad agire; ai miei genitori, fratelli, familiari: i primi testimoni dell’amore di Dio per me e per ciascuno; a chi (persone e comunità, colleghi di lavoro, amici) ho incontrato ed è stato importante nella mia vita, per la vocazione: annunciatori delle grandi opere di Dio nel quotidiano.
Mi si affollano in mente volti ed esperienze decisivi.
La mia prima parola che dico è una grazie di cuore ed una benedizione al Signore e “a tutti e a ciascuno”, come spesso dice il cardinal Tettamanzi.
Provo poi una grande gioia, la gioia che nasce da Dio e riempie il cuore, desiderando comunicarsi a tutti e a tutti comunicare i prodigi di Dio; la vita di tutti i giorni ne è piena, basta aprire gli occhi ed accorgersene! Del suo agire proprio si può dire “tutto è grazia”!
Gli incontri che ho in mente sono innumerevoli, ne cito due – per ora. Don Gianluigi e Mariarosa.
Per questi incontri ancora e di nuovo sale a Dio il mio grazie.
Come non condividere, inoltre, che ho ancora nel cuore la Messa con il Santo Padre a Bresso?
La tua vocazione ha un carico di responsabilità importanti. Riesci a convivere con serenità a gli impegni che quotidianamente deve affrontare un sacerdote? In questo scenario come descrivi il colloquio con il Signore nella preghiera, dato che le nuove generazioni di credenti faticano a creare questa modalità di contatto con il Signore.
Già in questo anno di diaconato ho sperimentato la quantità di impegni e la responsabilità che comporta il Ministero.
Non sempre è facile essere sereni, in merito.
Credo che dipenda dallo stare con il Signore: tanto più si rimane con Lui, tanto più l’incalzare degli impegni e la loro gravosità non intaccano la serenità
e la pace del cuore, che tutto ci fa affrontare con la dovuta calma (occhio, non é un paradosso: si possono fare le cose con calma e rapidamente! Basta pensare ad un regista nel calcio o nel basket che – calmo – con rapidità fa girare la palla e la squadra!).
Siamo amati di amore eterno!
La preghiera in tutto questo è essenziale. Si tratta di una relazione vitale con il Signore, imprescind ibile.
Se il Signore è nel nostro cuore, ci ricordiamo di Lui spesso nella giornata: quando ci alziamo, quando andiamo a letto, quando viviamo gli incontri che il lavoro ci propone… lo cerchiamo, magari passando in chiesa.
Penso che in questi giorni tu stia riflettendo su chi ringraziare per la grazia della tua chiamata. Hai qui la possibilità di anticiparne qualcuno.
Telegraficamente, il primo grazie va al Signore: mi ha amato e si è fidato di me! Poi, ecco i miei genitori: mi hanno donato la fede e testimoniato un amore
concreto e discreto che è palpabile immagine e manifestazione dell’amore di Dio.
Ecco i miei fratelli, che mi sono vicino in modi che mi sorprendono sempre.
Ci sono tanti sacerdoti vivi e defunti, le comunità presso cui sono stato e sono, tanti amici e colleghi.
E non posso dimenticare le persone che per me hanno offerto ed offrono la loro sofferenza.
Mentre il giorno dell’Ordinazione si avvicina, vi porto tutti nel cuore e nella preghiera.
Grazie!
Vostro nel Signore, don Luca.
Ultimo aggiornamento (Giovedì 14 Giugno 2012 19:38)