Speciale Don Luca
Sabato 9 giugno 2012 il Card. Angelo Scola ha ordinato 22 nuovi sacerdoti, tra questi il nostro don Luca Damiani.
Giovanni Sala, classe 1981 e una laurea in Astrofisica, entrato in Seminario dopo la Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia.
Graziano Mastroleo, ha studiato nel Seminario di Molfetta e a Milano ha deciso di riprendere il cammino verso il presbiterato.
Alessandro Zappa, un futuro come chimico, e Luca Damiani, nato nel 1972, il maggiore della classe, che ha un fratello in III teologia.
Questi sono solo quattro dei ventidue nuovi sacerdoti che sabato mattina l’arcivescovo Angelo Scola ha ordnato in Duomo.
Ventidue uomini di età, storie, cammini differenti, ma uniti da quella vocazione che oggi si trasforma in dono alla Chiesa e all’umanità. E’ stata una cerimonia molto intesa, che segna l’inizio di un cammino lungo e faticoso nel segno della fede. Il Cardinale ha voluto sottolineare l’importanza della scelta compiuta da questi giovani.
«Carissimi, di fronte all’ampiezza di orizzonti propria del ministero presbiterale non potete, non possiamo non sentirci tremare i polsi. (…) Noi non siamo la luce, né siamo in grado di produrla: possiamo solo rifletterla per offrirla a tutti».
Giovanni Sala, classe 1981 e una laurea in Astrofisica, entrato in Seminario dopo la Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia.
Graziano Mastroleo, ha studiato nel Seminario di Molfetta e a Milano ha deciso di riprendere il cammino verso il presbiterato.
Alessandro Zappa, un futuro come chimico, e Luca Damiani, nato nel 1972, il maggiore della classe, che ha un fratello in III teologia.
Questi sono solo quattro dei ventidue nuovi sacerdoti che sabato mattina l’arcivescovo Angelo Scola ha ordnato in Duomo.
Ventidue uomini di età, storie, cammini differenti, ma uniti da quella vocazione che oggi si trasforma in dono alla Chiesa e all’umanità. E’ stata una cerimonia molto intesa, che segna l’inizio di un cammino lungo e faticoso nel segno della fede. Il Cardinale ha voluto sottolineare l’importanza della scelta compiuta da questi giovani.
«Carissimi, di fronte all’ampiezza di orizzonti propria del ministero presbiterale non potete, non possiamo non sentirci tremare i polsi. (…) Noi non siamo la luce, né siamo in grado di produrla: possiamo solo rifletterla per offrirla a tutti».
Ultimo aggiornamento (Giovedì 14 Giugno 2012 19:23)