Intervista Doppia ai due Seminaristi della Comunità
Nome:
Paolo e Marco
Età:
P: 27 M: 37
Squadra del cuore:
P: Inter (per osmosi).
M: Nato in fasce nerazzurre!
Segno zodiacale:
P: Capricorno
M: Pesci... ma non credo ai segni zodiacali!
La prossima tappa del tuo percorso verso il sacerdozio?
P: A settembre entro nell’anno del discernimento per l’ammissione al Diaconato.
M: Rito di ammissione l’8 settembre in Duomo
E quando sarai ordinato?
P: A Dio piacendo - e rettore permettendo - nel giugno 2014.
M: Bella domanda... se tutto va bene giugno 2016!
Che progetti hai per quest’estate?
P: Dunque, a giugno e a luglio presterò servizio nella parrocchia di Azzate (VA) per l’oratorio estivo e i campeggi. In agosto sarò a New York a studiare inglese e a lavorare in una parrocchia di Brooklin.
M: Un fantastico oratorio feriale a Maccagno (sopra Luino) e poi vediamo, di sicuro una settimana di Koiné la faccio!
Due libri che hai sul comodino? (non solo appoggiati, che stai leggendo!)
P: Solo uno, a dir la verità: “Diario di un curato di città” di don Angelo Casati.
M: Il Vangelo da leggere a pillole prima di addormentarmi e “La vita Buona” un libro-intervista di Aldo Cazzullo al Card. Scola
Un incontro importante in questi anni in seminario?
P: Dunque, senza dubbio quello con i detenuti di S. Vittore che ha contraddistinto momenti molto intensi, toccanti e appassionanti, ma anche segnati da grande sofferenza. Rivivo con particolare commozione e affetto il giorno della cresima di Humberto, detenuto brasiliano che mi ha chiesto di fargli da padrino dopo un anno di catechismo e di colloqui personali insieme a me. Sono debitore agli amici di S. Vittore per l’affetto e la familiarità con cui da subito mi hanno accolto e per avermi permesso di aiutarli a scoprire che dietro a una storia terribile, come era quella di molti di loro, c’e comunque un essere umano degno di essere rispettato, onorato e amato; un uomo creato “ad immagine e somiglianza di Dio”.
M: Tantissimi! Soprattutto quando dopo una giornata oratorio feriale ci si ferma a fare due chiacchere e si condividono tratti importanti di cammino; è sempre meraviglioso vedere come Dio “parla agli uomini come ad amici” e opera nella vita di ciascuno.
Riguardo agli incontri istituzionali sono rimasto colpito dall’incontro con Mons. Barbareschi e con il Card. Walter Kasper... due personaggi notevoli!
Ultimo film visto al cinema?
P: The Avengers: bellissimo!
M: Se vale anche quello interno al seminario direi “The mask” diretto da Peter Bogdanovich, un film del 1985 molto bello.
Un’esperienza che ha lasciato un segno nel tuo cammino di preparazione fin qui?
P: Una recente: l’incontro con Benedetto XVI durante la giornata mondiale delle famiglie a Milano. Ho avuto non solo la fortuna di far parte del servizio liturgico, ma anche l’onore di accompagnarlo in mezzo ai sacerdoti durante la celebrazione dell’Ora Media di sabato 2 giugno. È stato molto emozionante sentire l’affetto e il calore dei preti e delle suore che si stringevano attorno al Papa e che gli urlavano tutta la loro simpatia e la loro vicinanza. E mentre spingevo quell’anziano signore lungo la navata del Duomo, mi venivano alla mente nomi e volti di persone che avrei desiderato fossero lì con me. Alla fine ho ringraziato Benedetto XVI per quanto ci ha detto e lui con un sorriso ha risposto: “Grazie per avermi portato!”.
M: direi il magistero del vescovo Carlo Maria Martini, la frequentazione quotidiana della Parola di Dio contenuta nella Scrittura, l’amore per la Chiesa non come generica idea astratta ma come collezione di storie e di volti, di speranze, delusioni e attese, di popolo in cammino; l’esperienza dell’Azione Cattolica come dedizione stabile e appassionata alla Chiesa locale... insomma devo dire grazie a un sacco di gente!
La tua vocazione ha, e avrà, un carico di responsabilità importanti: come si affrontano?
P: Innanzitutto con calma, senza la pretesa di fare tutto e subito. E poi non da soli: il prete dovrebbe essere soprattutto un uomo di comunione e di dialogo, che cerca con umiltà la collaborazione e l’aiuto dei suoi confratelli e dei laici. Ma soprattutto con fede: con la certezza, cioè, del fatto che se il Signore ti da una responsabilità, ti dona anche la forza per affrontare tutto ciò che da essa deriva. Questa e’ una promessa molto consolante, che ci aiuta a non bloccarci
su quel vago senso di inadeguatezza che ciascuno di noi, inevitabilmente, si porta dentro ma, piuttosto, a dare il meglio di noi in ogni cosa.
M: Non si ha in mano la bacchetta magica con cui si risolvono i problemi ma piuttosto si deve avere una grande capacità di ascolto e di pazienza con cui accompagnare i progetti e le persone... e poi la speranza: lo Spirito soffia anche là dove noi non pensiamo possa nascere alcunchè di buono.
Lo hai già in mente, dai lo sappiamo: quale sarà il tuo motto quando diventerai Papa?
P: È vero, ce l’ho già: “Homo vivens gloria Dei” (S. Ireneo di Lione). Anche se non ambisco a diventare Papa! Questa frase è più un monito per la mia vita.
M: Ops... no non ci ho mai pensato! Direi che potrei scegliere “Pro veritate adversa diligere” ... ai curiosi lascio il compito di trovare il significato e soprattutto a chi appartiene come motto episcopale!
Hai un profilo facebook?
Paolo e Marco: Certo!
Piatto preferito?
P: Amo particolarmente i dolci: potrei vivere solo di questo!
M: Una bella piastrella di lasagne!
Isaia 55,9 : cosa dice? (non vale andare su Google!)
P: Purtroppo non ho resistito e ho controllato: dice la grandezza di Dio che attira a sè ogni cosa e rinnova tutto l’uomo.
M: “Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.” Il Signore ci accompagna e ci custodisce lungo il nostro cammino, per quanto impervio questo possa essere Egli ci è sempre vicino,
anche quando alcune difficoltà o dolori ci sembrano assurdi e incomprensibili; anche quando il cammino è piano e facile e tendiamo a dimenticarci di Lui e della sua fedeltà.
Di quello che vuoi in un twitter di 140 caratteri ai lettori del più prestigioso magazine della Comunità Pastorale.
P: Premesso che non so bene cosa sia un twitter, vorrei ringraziare i lettori che seguono con fedeltà e dedizione il CdB e chiedere loro scusa se ho scritto qualche banalità! Vi voglio bene!
M: Buona estate a tutti i fantastici abitanti della Casa di Betania! Rendiamola ogni giorno più accogliente e gioiosa testimone del Signore!
Paolo e Marco
Età:
P: 27 M: 37
Squadra del cuore:
P: Inter (per osmosi).
M: Nato in fasce nerazzurre!
Segno zodiacale:
P: Capricorno
M: Pesci... ma non credo ai segni zodiacali!
La prossima tappa del tuo percorso verso il sacerdozio?
P: A settembre entro nell’anno del discernimento per l’ammissione al Diaconato.
M: Rito di ammissione l’8 settembre in Duomo
E quando sarai ordinato?
P: A Dio piacendo - e rettore permettendo - nel giugno 2014.
M: Bella domanda... se tutto va bene giugno 2016!
Che progetti hai per quest’estate?
P: Dunque, a giugno e a luglio presterò servizio nella parrocchia di Azzate (VA) per l’oratorio estivo e i campeggi. In agosto sarò a New York a studiare inglese e a lavorare in una parrocchia di Brooklin.
M: Un fantastico oratorio feriale a Maccagno (sopra Luino) e poi vediamo, di sicuro una settimana di Koiné la faccio!
Due libri che hai sul comodino? (non solo appoggiati, che stai leggendo!)
P: Solo uno, a dir la verità: “Diario di un curato di città” di don Angelo Casati.
M: Il Vangelo da leggere a pillole prima di addormentarmi e “La vita Buona” un libro-intervista di Aldo Cazzullo al Card. Scola
Un incontro importante in questi anni in seminario?
P: Dunque, senza dubbio quello con i detenuti di S. Vittore che ha contraddistinto momenti molto intensi, toccanti e appassionanti, ma anche segnati da grande sofferenza. Rivivo con particolare commozione e affetto il giorno della cresima di Humberto, detenuto brasiliano che mi ha chiesto di fargli da padrino dopo un anno di catechismo e di colloqui personali insieme a me. Sono debitore agli amici di S. Vittore per l’affetto e la familiarità con cui da subito mi hanno accolto e per avermi permesso di aiutarli a scoprire che dietro a una storia terribile, come era quella di molti di loro, c’e comunque un essere umano degno di essere rispettato, onorato e amato; un uomo creato “ad immagine e somiglianza di Dio”.
M: Tantissimi! Soprattutto quando dopo una giornata oratorio feriale ci si ferma a fare due chiacchere e si condividono tratti importanti di cammino; è sempre meraviglioso vedere come Dio “parla agli uomini come ad amici” e opera nella vita di ciascuno.
Riguardo agli incontri istituzionali sono rimasto colpito dall’incontro con Mons. Barbareschi e con il Card. Walter Kasper... due personaggi notevoli!
Ultimo film visto al cinema?
P: The Avengers: bellissimo!
M: Se vale anche quello interno al seminario direi “The mask” diretto da Peter Bogdanovich, un film del 1985 molto bello.
Un’esperienza che ha lasciato un segno nel tuo cammino di preparazione fin qui?
P: Una recente: l’incontro con Benedetto XVI durante la giornata mondiale delle famiglie a Milano. Ho avuto non solo la fortuna di far parte del servizio liturgico, ma anche l’onore di accompagnarlo in mezzo ai sacerdoti durante la celebrazione dell’Ora Media di sabato 2 giugno. È stato molto emozionante sentire l’affetto e il calore dei preti e delle suore che si stringevano attorno al Papa e che gli urlavano tutta la loro simpatia e la loro vicinanza. E mentre spingevo quell’anziano signore lungo la navata del Duomo, mi venivano alla mente nomi e volti di persone che avrei desiderato fossero lì con me. Alla fine ho ringraziato Benedetto XVI per quanto ci ha detto e lui con un sorriso ha risposto: “Grazie per avermi portato!”.
M: direi il magistero del vescovo Carlo Maria Martini, la frequentazione quotidiana della Parola di Dio contenuta nella Scrittura, l’amore per la Chiesa non come generica idea astratta ma come collezione di storie e di volti, di speranze, delusioni e attese, di popolo in cammino; l’esperienza dell’Azione Cattolica come dedizione stabile e appassionata alla Chiesa locale... insomma devo dire grazie a un sacco di gente!
La tua vocazione ha, e avrà, un carico di responsabilità importanti: come si affrontano?
P: Innanzitutto con calma, senza la pretesa di fare tutto e subito. E poi non da soli: il prete dovrebbe essere soprattutto un uomo di comunione e di dialogo, che cerca con umiltà la collaborazione e l’aiuto dei suoi confratelli e dei laici. Ma soprattutto con fede: con la certezza, cioè, del fatto che se il Signore ti da una responsabilità, ti dona anche la forza per affrontare tutto ciò che da essa deriva. Questa e’ una promessa molto consolante, che ci aiuta a non bloccarci
su quel vago senso di inadeguatezza che ciascuno di noi, inevitabilmente, si porta dentro ma, piuttosto, a dare il meglio di noi in ogni cosa.
M: Non si ha in mano la bacchetta magica con cui si risolvono i problemi ma piuttosto si deve avere una grande capacità di ascolto e di pazienza con cui accompagnare i progetti e le persone... e poi la speranza: lo Spirito soffia anche là dove noi non pensiamo possa nascere alcunchè di buono.
Lo hai già in mente, dai lo sappiamo: quale sarà il tuo motto quando diventerai Papa?
P: È vero, ce l’ho già: “Homo vivens gloria Dei” (S. Ireneo di Lione). Anche se non ambisco a diventare Papa! Questa frase è più un monito per la mia vita.
M: Ops... no non ci ho mai pensato! Direi che potrei scegliere “Pro veritate adversa diligere” ... ai curiosi lascio il compito di trovare il significato e soprattutto a chi appartiene come motto episcopale!
Hai un profilo facebook?
Paolo e Marco: Certo!
Piatto preferito?
P: Amo particolarmente i dolci: potrei vivere solo di questo!
M: Una bella piastrella di lasagne!
Isaia 55,9 : cosa dice? (non vale andare su Google!)
P: Purtroppo non ho resistito e ho controllato: dice la grandezza di Dio che attira a sè ogni cosa e rinnova tutto l’uomo.
M: “Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.” Il Signore ci accompagna e ci custodisce lungo il nostro cammino, per quanto impervio questo possa essere Egli ci è sempre vicino,
anche quando alcune difficoltà o dolori ci sembrano assurdi e incomprensibili; anche quando il cammino è piano e facile e tendiamo a dimenticarci di Lui e della sua fedeltà.
Di quello che vuoi in un twitter di 140 caratteri ai lettori del più prestigioso magazine della Comunità Pastorale.
P: Premesso che non so bene cosa sia un twitter, vorrei ringraziare i lettori che seguono con fedeltà e dedizione il CdB e chiedere loro scusa se ho scritto qualche banalità! Vi voglio bene!
M: Buona estate a tutti i fantastici abitanti della Casa di Betania! Rendiamola ogni giorno più accogliente e gioiosa testimone del Signore!
Ultimo aggiornamento (Venerdì 08 Giugno 2012 09:19)