Vocazione: Chiamata Irrevocabile
L’ordinazione sacerdotale di don LUCA DAMIANI, diacono dallo scorso ottobre presso la nostra comunità, ci offre l’opportunità di riflettere sul tema della vocazione.
Quando una persona si sposa in chiesa sa che quel vincolo, che è un sacramento, dura per sempre; così come uno che viene ordinato prete sarà prete per sempre.
Quel “per sempre” sembra oggi creare qualche difficoltà, visto che siamo immersi in un clima di fluidità, di forte instabilità: il lavoro è precario, la mobilità è di regola, capita di cambiare casa più volte nella vita… oggi passa per verità questo pensiero, ma domani ne subentra subito un altro… sembra proprio che manchi la terra sotto i piedi, sembra di camminare sulle sabbie mobili.
Anche i rapporti sono tenuti insieme da legami tenui perché prevale il sentimento, la sensazione, l’istintualità. La moneta stessa non è più stabile.
In questo clima liquido che senso ha parlare di chiamata irrevocabile? Cosa c’è di irrevocabile oggi? Solitamente la decisione di qualche personaggio importante che dice di no al suo incarico, alla sua missione e allora si parla di dimissione
irrevocabile!
C’è però anche una irrevocabilità positiva che è quella dell’amore.
Una mamma ama sempre suo figlio anche quando è uno scavezzacollo, un poco di buono, perché l’amore è tale quando non ha limiti.
Se ami una persona finché è bella, buona e sana in fondo in fondo non fai altro che amare te stesso e sfrut-tare quella persona fin quando ne hai un interesse.
Io penso che per riscoprire la forza e la bellezza dell’irrevocabilità positiva occorra innanzitutto ridare valore alla PERSONA, che non è mai un oggetto da “usare”, ma un essere umano che come me desidera essere amato e amare con tutte le sue forze: da qui nasce l’uguaglianza, il rispetto, la valorizzazione di ogni essere umano.
Togliere l’amore (= odiare il nemico) è impensabile quando si ama davvero e in questo, per noi che crediamo, l’esperienza di Gesù è fondamentale e paradigmatica: “li amò sino alla fine”.
E’ solo guardando e fidandoci di Gesù che possiamo capire l’irrevocabilità positiva.
Infatti perché devo continuare ad amare una persona se mi tradisce, se non mi serve più, se mi dà fastidio… perché non devo dare sfogo al mio istinto se trovo altrove una felicità maggiore?
Per riscoprire la forza e la bellezza della irrevocabilità positiva occorre anche dare valore al vincolo che si stabilisce tra le persone.
La parola stessa vincolo sembra indicare qualcosa che stringe, che mi limita nei movimenti che obbliga e quindi è istintivo pensarlo negativo, ma se quel vincolo è frutto di una scelta, di un impegno d’amore diventa fonte di fedeltà gioiosa.
C’è oggi ancora qualcuno che vive fedele a questi ideali?
L’ordinazione sacerdotale di don Luca ci dice che, per fortuna, ci sono ancora tante persone che vivono la vita come una risposta ad una chiamata.
In questo numero del “Casa di Betania” proponiamo alcune esperienze che provano a farci toccare con mano possibili risposte.
Don Mauro
Quando una persona si sposa in chiesa sa che quel vincolo, che è un sacramento, dura per sempre; così come uno che viene ordinato prete sarà prete per sempre.
Quel “per sempre” sembra oggi creare qualche difficoltà, visto che siamo immersi in un clima di fluidità, di forte instabilità: il lavoro è precario, la mobilità è di regola, capita di cambiare casa più volte nella vita… oggi passa per verità questo pensiero, ma domani ne subentra subito un altro… sembra proprio che manchi la terra sotto i piedi, sembra di camminare sulle sabbie mobili.
Anche i rapporti sono tenuti insieme da legami tenui perché prevale il sentimento, la sensazione, l’istintualità. La moneta stessa non è più stabile.
In questo clima liquido che senso ha parlare di chiamata irrevocabile? Cosa c’è di irrevocabile oggi? Solitamente la decisione di qualche personaggio importante che dice di no al suo incarico, alla sua missione e allora si parla di dimissione
irrevocabile!
C’è però anche una irrevocabilità positiva che è quella dell’amore.
Una mamma ama sempre suo figlio anche quando è uno scavezzacollo, un poco di buono, perché l’amore è tale quando non ha limiti.
Se ami una persona finché è bella, buona e sana in fondo in fondo non fai altro che amare te stesso e sfrut-tare quella persona fin quando ne hai un interesse.
Io penso che per riscoprire la forza e la bellezza dell’irrevocabilità positiva occorra innanzitutto ridare valore alla PERSONA, che non è mai un oggetto da “usare”, ma un essere umano che come me desidera essere amato e amare con tutte le sue forze: da qui nasce l’uguaglianza, il rispetto, la valorizzazione di ogni essere umano.
Togliere l’amore (= odiare il nemico) è impensabile quando si ama davvero e in questo, per noi che crediamo, l’esperienza di Gesù è fondamentale e paradigmatica: “li amò sino alla fine”.
E’ solo guardando e fidandoci di Gesù che possiamo capire l’irrevocabilità positiva.
Infatti perché devo continuare ad amare una persona se mi tradisce, se non mi serve più, se mi dà fastidio… perché non devo dare sfogo al mio istinto se trovo altrove una felicità maggiore?
Per riscoprire la forza e la bellezza della irrevocabilità positiva occorre anche dare valore al vincolo che si stabilisce tra le persone.
La parola stessa vincolo sembra indicare qualcosa che stringe, che mi limita nei movimenti che obbliga e quindi è istintivo pensarlo negativo, ma se quel vincolo è frutto di una scelta, di un impegno d’amore diventa fonte di fedeltà gioiosa.
C’è oggi ancora qualcuno che vive fedele a questi ideali?
L’ordinazione sacerdotale di don Luca ci dice che, per fortuna, ci sono ancora tante persone che vivono la vita come una risposta ad una chiamata.
In questo numero del “Casa di Betania” proponiamo alcune esperienze che provano a farci toccare con mano possibili risposte.
Don Mauro
Ultimo aggiornamento (Venerdì 08 Giugno 2012 09:00)