Famiglia e Scuola: un’alleanza necessaria
"L’educazione è cosa del cuore… chi sa di essere amato, ama, e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani… i cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti. […]
Se sarete padri dei vostri allievi, bisogna che voi ne abbiate anche il cuore…
La carità che vi raccomando è quella che operava san Paolo verso i suoi fedeli”.
Mi piace iniziare queste considerazioni tenendo sullo sfondo le parole di don Bosco, secondo cui, a premessa di un dialogo educativo, ogni educatore necessita di carità, amore paterno e tenerezza, insieme alla conoscenza dei bisogni profondi dei ragazzi.
Ogni educatore deve far loro sperimentare la gioia di essere amati.
Siamo reduci da un lungo periodo di contraddizioni politiche, in cui i soggetti deputati hanno in molti casi lavorato sulla scuola più per contrapposizione e per mezzo di decreti piuttosto che con capacità costruttiva
e di attivo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.
Eppure la scuola mantiene il ruolo di luogo educativo indispensabile per il futuro delle persone, è esperienza significativa di convivenza democratica, luogo della partecipazione e del confronto, ma soprattutto ambito nel quale imparare criticamente ed insieme
agli altri.
Essa mantiene il compito di aiutare i giovani ad “apprendere ad apprendere”, così da utilizzare le competenze acquisite in modo dinamico e ricostruttivo, e lo fa dentro ed attraverso il gruppo, nella certezza che la persona educa la persona e che ogni individuo va valorizzato nella sua soggettività.
Del resto il Concilio Vaticano II (Gravissimum educationis, n.3) esprime la convinzione che educare sia un dovere sempre possibile e non derogabile, e che nella grazia del sacramento del matrimonio ai genitori cristiani sia dato un aiuto permanente.
Diventa pertanto indispensabile che la famiglia sappia correttamente rapportarsi e collaborare con un’istituzione tanto importante (sebbene non priva di problemi) quale è la scuola.
Quest’ultima a sua volta, per affrontare la complessità sociale caratterizzata da una pluralità di riferimenti culturali e valoriali, è chiamata a saper condividere con altri soggetti ed istituzioni il compito educativo, in un patto di corresponsabilità.
Consci del nostro ruolo di genitori, è dunque importante che partecipiamo alla vita della scuola, collaboriamo con gli Organi collegiali e le associazioni di genitori, costruiamo e manteniamo un buon livello di comunicazione e relazione con gli Insegnanti e facciamo
della scuola anche un importante luogo di incontro e dialogo tra adulti, in un ambiente che è sempre più multiculturale e multietnico.
Ed infine, offriamo tempo ai nostri ragazzi, tempo anzitutto di ascolto, perché nulla vada a scapito della relazione genitoriale, perché educare è bello!
Luca Ratti
Se sarete padri dei vostri allievi, bisogna che voi ne abbiate anche il cuore…
La carità che vi raccomando è quella che operava san Paolo verso i suoi fedeli”.
Mi piace iniziare queste considerazioni tenendo sullo sfondo le parole di don Bosco, secondo cui, a premessa di un dialogo educativo, ogni educatore necessita di carità, amore paterno e tenerezza, insieme alla conoscenza dei bisogni profondi dei ragazzi.
Ogni educatore deve far loro sperimentare la gioia di essere amati.
Siamo reduci da un lungo periodo di contraddizioni politiche, in cui i soggetti deputati hanno in molti casi lavorato sulla scuola più per contrapposizione e per mezzo di decreti piuttosto che con capacità costruttiva
e di attivo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.
Eppure la scuola mantiene il ruolo di luogo educativo indispensabile per il futuro delle persone, è esperienza significativa di convivenza democratica, luogo della partecipazione e del confronto, ma soprattutto ambito nel quale imparare criticamente ed insieme
agli altri.
Essa mantiene il compito di aiutare i giovani ad “apprendere ad apprendere”, così da utilizzare le competenze acquisite in modo dinamico e ricostruttivo, e lo fa dentro ed attraverso il gruppo, nella certezza che la persona educa la persona e che ogni individuo va valorizzato nella sua soggettività.
Del resto il Concilio Vaticano II (Gravissimum educationis, n.3) esprime la convinzione che educare sia un dovere sempre possibile e non derogabile, e che nella grazia del sacramento del matrimonio ai genitori cristiani sia dato un aiuto permanente.
Diventa pertanto indispensabile che la famiglia sappia correttamente rapportarsi e collaborare con un’istituzione tanto importante (sebbene non priva di problemi) quale è la scuola.
Quest’ultima a sua volta, per affrontare la complessità sociale caratterizzata da una pluralità di riferimenti culturali e valoriali, è chiamata a saper condividere con altri soggetti ed istituzioni il compito educativo, in un patto di corresponsabilità.
Consci del nostro ruolo di genitori, è dunque importante che partecipiamo alla vita della scuola, collaboriamo con gli Organi collegiali e le associazioni di genitori, costruiamo e manteniamo un buon livello di comunicazione e relazione con gli Insegnanti e facciamo
della scuola anche un importante luogo di incontro e dialogo tra adulti, in un ambiente che è sempre più multiculturale e multietnico.
Ed infine, offriamo tempo ai nostri ragazzi, tempo anzitutto di ascolto, perché nulla vada a scapito della relazione genitoriale, perché educare è bello!
Luca Ratti