Che Cosa Significa Avere un Genitore Impegnato in Politica?
La domanda che mi sento rivolgere da don Mauro è di quelle toste, e la tentazione sarebbe quella di rispondere con della teoria.
A meno che, invece, non si approfitti di questa bella occasione per parlarne un po’ proprio con le due dirette interessate, figlie mie e del loro papà che dal 2009, quando le bambine avevano poco meno di 2 e 4 anni, è impegnato in politica a livello locale.
Condivido con voi, riportandola qui di seguito, una sintesi delle loro risposte, ritenendo che dai bambini si possa davvero imparare tanto, e non solo in questo caso.
Innanzitutto: “ci accorgiamo che papà è impegnato in politica perché esce tanto, in tanti lo chiamano al telefono o lo fermano quando siamo in giro con lui per chiedergli delle cose.
A volte ci dispiace perché non può stare sempre con noi, però se noi non ci lamentiamo lui può impegnarsi più volentieri!”.
Essere impegnato in politica è: “andare in Comune, che è un posto molto importante dove Sindaco, Assessori e molti altri discutono e valutano che cosa fare ad Agrate e Omate per la gente, per i bambini, per le scuola, per le strade…e si fanno tanti progetti”.
La politica è: “una cosa molto bella; non è un lavoro ma un impegno che si prende; siamo contente che papà sia impegnato perché è una cosa che si fa per aiutare tutti”.
Alla luce di quanto le mie figlie mi hanno suggerito, aggiungo una considerazione personale: quando un genitore è impegnato in politica ci si sente impegnati come famiglia; significa aver condiviso questa scelta sin dall’inizio e imparare ogni giorno a portare insieme le fatiche e le soddisfazioni, i sogni e le idee; ma soprattutto significa educarsi reciprocamente a riconoscere l’importanza e la bellezza del mettere i propri talenti, ciascuno a suo modo, al servizio degli altri, della comunità, del bene comune (politica, d’altra parte, è termine che sin dall’antichità ha in sé la radice dell’amore per la polis, per la comunità).
“La politica è una cosa molto bella!”: verrebbe da dire che, soprattutto in tempi bui come questi, solo dei bambini possano pensarlo. Oppure, forse, è doveroso ricominciare a credere in questo sogno, con loro e per loro, e ad impegnarci tutti, a partire dalle nostre famiglie, dai nostri oratori e dalle nostre scuole, perché diventi possibile.
Stefania Radaelli
A meno che, invece, non si approfitti di questa bella occasione per parlarne un po’ proprio con le due dirette interessate, figlie mie e del loro papà che dal 2009, quando le bambine avevano poco meno di 2 e 4 anni, è impegnato in politica a livello locale.
Condivido con voi, riportandola qui di seguito, una sintesi delle loro risposte, ritenendo che dai bambini si possa davvero imparare tanto, e non solo in questo caso.
Innanzitutto: “ci accorgiamo che papà è impegnato in politica perché esce tanto, in tanti lo chiamano al telefono o lo fermano quando siamo in giro con lui per chiedergli delle cose.
A volte ci dispiace perché non può stare sempre con noi, però se noi non ci lamentiamo lui può impegnarsi più volentieri!”.
Essere impegnato in politica è: “andare in Comune, che è un posto molto importante dove Sindaco, Assessori e molti altri discutono e valutano che cosa fare ad Agrate e Omate per la gente, per i bambini, per le scuola, per le strade…e si fanno tanti progetti”.
La politica è: “una cosa molto bella; non è un lavoro ma un impegno che si prende; siamo contente che papà sia impegnato perché è una cosa che si fa per aiutare tutti”.
Alla luce di quanto le mie figlie mi hanno suggerito, aggiungo una considerazione personale: quando un genitore è impegnato in politica ci si sente impegnati come famiglia; significa aver condiviso questa scelta sin dall’inizio e imparare ogni giorno a portare insieme le fatiche e le soddisfazioni, i sogni e le idee; ma soprattutto significa educarsi reciprocamente a riconoscere l’importanza e la bellezza del mettere i propri talenti, ciascuno a suo modo, al servizio degli altri, della comunità, del bene comune (politica, d’altra parte, è termine che sin dall’antichità ha in sé la radice dell’amore per la polis, per la comunità).
“La politica è una cosa molto bella!”: verrebbe da dire che, soprattutto in tempi bui come questi, solo dei bambini possano pensarlo. Oppure, forse, è doveroso ricominciare a credere in questo sogno, con loro e per loro, e ad impegnarci tutti, a partire dalle nostre famiglie, dai nostri oratori e dalle nostre scuole, perché diventi possibile.
Stefania Radaelli