A che punto siamo? - Daniela Crippa, Agrate
Cosa ti aspettavi?
La prima volta che ho sentito parlare di comunità pastorale, a Robbiate, ho pensato che fare le cose insieme non sarebbe stato poi male… Piccole parrocchie in piccoli paesi talmente vicini che non si capisce
nemmeno dove finisce l’uno e comincia l’altro; e poi un solo prete, il parroco non può essere “tuttologo”, non può arrivare ovunque; il mettersi insieme significa avere la possibilità di arrivare là dove da soli non si può.
Cosa è stato.
Che meraviglia poter sperimentare questa novità, libera da quella gelosia di ciò che si è costruito che fa da contrappeso all’entusiasmo, libera dal vissuto che mette un freno alla novità, libera da qualsiasi possessivo
(nessun mio gruppo, mia parrocchia, mio oratorio) che ti permette di guardare agli altri vedendo ciò che di buono sanno fare.
Che meraviglia dicevo… ma dopo pochi mesi sono ritornata nella mia Agrate e ho trovato il treno della comunità pastorale in partenza nella mia parrocchia.
Che fare?
Prenderlo! Certo che la situazione qui è diversa.
Il prete non è solo e poi è “il mio parroco” che deve essere condiviso, la parrocchia non è piccola e poi, nonostante i 4 anni di lontananza, i possessivi ritornano a galla: qui è facile fare la distinzione tra “la mia parrocchia” e “gli
altri”.
Ma poi mi sono detta: “No, l’atteggiamento giusto non è questo, Daniela, così non parti bene.
Fai tesoro di ciò che hai sperimentato: l’entusiasmo e gli occhi aperti all’altro e alla novità e vedrai che tutto sarà più facile!”
Più facile a farsi che a dirsi: mi è stata chiesta la disponibilità un nuovo ambito, più vicino alla mia nuova condizione di sposa e di madre e dove ho avuto la possibilità di confrontarmi con le altre comunità.
Lavorare insieme ha permesso di far tesoro di più esperienze e di costruire partendo dal meglio di ciascuno, andare nelle altre comunità ha consentito di aprire lo sguardo, lasciare andare i “nostri” preti ha permesso di conoscerne altri.
Cosa ti aspetti per il futuro?
La nostra comunità pastorale sta ancora crescendo; qualcuno è un po’ più avanti in questa avventura, qualcuno fatica un po’ a tenere il passo, qualcuno rimane indietro e qualcun altro fa ancora
fatica a levare l’ancora.
I nostri giovani, lavorando insieme al Recital di Padre Clemente, ci hanno dimostrato però che è un cammino che vale la pena di percorrere perché insieme si può costruire qualcosa di splendido!
Daniela Crippa, Agrate
La prima volta che ho sentito parlare di comunità pastorale, a Robbiate, ho pensato che fare le cose insieme non sarebbe stato poi male… Piccole parrocchie in piccoli paesi talmente vicini che non si capisce
nemmeno dove finisce l’uno e comincia l’altro; e poi un solo prete, il parroco non può essere “tuttologo”, non può arrivare ovunque; il mettersi insieme significa avere la possibilità di arrivare là dove da soli non si può.
Cosa è stato.
Che meraviglia poter sperimentare questa novità, libera da quella gelosia di ciò che si è costruito che fa da contrappeso all’entusiasmo, libera dal vissuto che mette un freno alla novità, libera da qualsiasi possessivo
(nessun mio gruppo, mia parrocchia, mio oratorio) che ti permette di guardare agli altri vedendo ciò che di buono sanno fare.
Che meraviglia dicevo… ma dopo pochi mesi sono ritornata nella mia Agrate e ho trovato il treno della comunità pastorale in partenza nella mia parrocchia.
Che fare?
Prenderlo! Certo che la situazione qui è diversa.
Il prete non è solo e poi è “il mio parroco” che deve essere condiviso, la parrocchia non è piccola e poi, nonostante i 4 anni di lontananza, i possessivi ritornano a galla: qui è facile fare la distinzione tra “la mia parrocchia” e “gli
altri”.
Ma poi mi sono detta: “No, l’atteggiamento giusto non è questo, Daniela, così non parti bene.
Fai tesoro di ciò che hai sperimentato: l’entusiasmo e gli occhi aperti all’altro e alla novità e vedrai che tutto sarà più facile!”
Più facile a farsi che a dirsi: mi è stata chiesta la disponibilità un nuovo ambito, più vicino alla mia nuova condizione di sposa e di madre e dove ho avuto la possibilità di confrontarmi con le altre comunità.
Lavorare insieme ha permesso di far tesoro di più esperienze e di costruire partendo dal meglio di ciascuno, andare nelle altre comunità ha consentito di aprire lo sguardo, lasciare andare i “nostri” preti ha permesso di conoscerne altri.
Cosa ti aspetti per il futuro?
La nostra comunità pastorale sta ancora crescendo; qualcuno è un po’ più avanti in questa avventura, qualcuno fatica un po’ a tenere il passo, qualcuno rimane indietro e qualcun altro fa ancora
fatica a levare l’ancora.
I nostri giovani, lavorando insieme al Recital di Padre Clemente, ci hanno dimostrato però che è un cammino che vale la pena di percorrere perché insieme si può costruire qualcosa di splendido!
Daniela Crippa, Agrate
Ultimo aggiornamento (Venerdì 02 Marzo 2012 08:55)