A che punto siamo? - Sergio Sala, Agrate
Ho accolto molto positivamente la nascita della CP: immaginavo la possibilità di lavorare con un gruppo giovanile più ampio e di trovare nuovi stimoli nelle varie attività parrocchiali.
L’unione tra diverse comunità è qualcosa di arricchente sotto diversi punti di vista, perché si è portati a confrontarsi con gli altri.
Certo, sapevo che non sarebbe stata una cosa semplice e che si sarebbero dovute affrontare difficoltà sia logistiche sia legate alle “resistenze” e allo scetticismo dei singoli individui: è ciò che avviene quando si
prospetta un cambiamento importante.
Alcune difficoltà permangono, però apprezzo molto la tenacia del nostro parroco e di tante persone che si impegnano a portare avanti questa sorta di “integrazione”: si sente spesso questa parola e sappiamo quanto sia
importante.
Pur con le dovute proporzioni, la CP misura quanto siamo capaci di integrare e integrarci.
Siamo sempre stati abituati a fare il catechismo, la liturgia, l’animazione nella nostra Parrocchia: apportare delle modifiche per accomunarci comporta sacrifici e rinunce, ma dal lato umano è un guadagno notevole.
Ho conosciuto persone nuove con cui ho imparato a confrontarmi su iniziative comuni, non più solo per la “mia Parrocchia”.
Il nostro Gruppo Giovani è cresciuto non solo numericamente: c’è desiderio di lavorare insieme perché i nostri oratori, pur nelle loro diversità, siano parte di un unico progetto.
E poi c’è molta voglia di stare insieme e condividere tempo ed esperienze anche al di fuori dell’oratorio.
Non è retorica e non bastano queste poche righe per dire come noi giovani stiamo vivendo la CP: il Recital su Padre Clemente ne è un esempio lampante.
Le piste ciclabili e i cavalcavia soprattutto verso Caponago: Agrate e Omate sono ben collegate, per Caponago serve uno sforzo in più.
A parte gli scherzi, il miglioramento va fatto dentro di noi: è una questione soprattutto di volontà e di obiettivi comuni.
Vincere la pigrizia e il “si è sempre fatto così!”: più persone condivideranno l’idea di CP più facilmente la realizzeremo, perché più che mai questo dipende da noi, non dal Parroco o da altri.
Abbiamo una grande opportunità di crescita personale e comunitaria.
Peccato solo che Omate e Caponago non abbiano una Banda di paese: avremmo avuto un’enorme “Banda di Betania”!
Sergio Sala, Agrate
L’unione tra diverse comunità è qualcosa di arricchente sotto diversi punti di vista, perché si è portati a confrontarsi con gli altri.
Certo, sapevo che non sarebbe stata una cosa semplice e che si sarebbero dovute affrontare difficoltà sia logistiche sia legate alle “resistenze” e allo scetticismo dei singoli individui: è ciò che avviene quando si
prospetta un cambiamento importante.
Alcune difficoltà permangono, però apprezzo molto la tenacia del nostro parroco e di tante persone che si impegnano a portare avanti questa sorta di “integrazione”: si sente spesso questa parola e sappiamo quanto sia
importante.
Pur con le dovute proporzioni, la CP misura quanto siamo capaci di integrare e integrarci.
Siamo sempre stati abituati a fare il catechismo, la liturgia, l’animazione nella nostra Parrocchia: apportare delle modifiche per accomunarci comporta sacrifici e rinunce, ma dal lato umano è un guadagno notevole.
Ho conosciuto persone nuove con cui ho imparato a confrontarmi su iniziative comuni, non più solo per la “mia Parrocchia”.
Il nostro Gruppo Giovani è cresciuto non solo numericamente: c’è desiderio di lavorare insieme perché i nostri oratori, pur nelle loro diversità, siano parte di un unico progetto.
E poi c’è molta voglia di stare insieme e condividere tempo ed esperienze anche al di fuori dell’oratorio.
Non è retorica e non bastano queste poche righe per dire come noi giovani stiamo vivendo la CP: il Recital su Padre Clemente ne è un esempio lampante.
Le piste ciclabili e i cavalcavia soprattutto verso Caponago: Agrate e Omate sono ben collegate, per Caponago serve uno sforzo in più.
A parte gli scherzi, il miglioramento va fatto dentro di noi: è una questione soprattutto di volontà e di obiettivi comuni.
Vincere la pigrizia e il “si è sempre fatto così!”: più persone condivideranno l’idea di CP più facilmente la realizzeremo, perché più che mai questo dipende da noi, non dal Parroco o da altri.
Abbiamo una grande opportunità di crescita personale e comunitaria.
Peccato solo che Omate e Caponago non abbiano una Banda di paese: avremmo avuto un’enorme “Banda di Betania”!
Sergio Sala, Agrate
Ultimo aggiornamento (Venerdì 02 Marzo 2012 08:55)