Home Page Il "Casa di Betania" Archivio Ottobre 2011 Due Spiccioli

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Due SpiccioliOggi ho iniziato alle ore nove a ricevere gente e ho terminato a mezzogiornosono parroco, ma spesso mi prendono come un’assistente sociale: chi è senza soldi, chi è in difficoltà per la casa, chi non riesce a trovare lavoro si aggrappa dove può e dopo aver ricevuto promesse e niente aiuti approda alla casa parrocchiale, a volte per chiedere umilmente un’elemosina, altre volte invece per domandare con un certo coraggio, ma anche con una profonda vergogna un aiuto più consistente.
E qui vengono subito in mente le parole di Gesù: “Avevo fame, avevo sete… e mi hai dato da mangiare, da bere…”.
Come faccio a non tendere la mano?
Spesso sono mamme demoralizzate, senza speranza ma con una tenacia invidiabile.
I poveri ci sono sempre stati e sempre ci saranno e sono continuamente uno stimolo per le comunità cristiane a farsi prossimo.
Il guaio è che queste persone confondono la comunità con il parroco e pensano che il parroco può disporre a suo piacimento dei beni della chiesa (le offerte dei fedeli).
Non è così!
Dare o non dare un contributo?
Qualche spicciolo va bene, ma quando si tratta di pagare l’affitto o bollette salate… diventa un vero problema.
Il nostro cardinale Dionigi aveva inventato il fondo di solidarietà FAMIGLIA/LAVORO… perché non tentare qualcosa di simile anche nella nostra comunità “Casa di Betania”?
Perché non educarci ad una vita sobria rinunciando al superfluo e dando ciò che ci rimane a chi non ha nulla?
Non si potrebbe, per esempio, proporre alle famiglie un impegno mensile col quale depositare “nel tesoro del tempio” una certa cifra confacente con le proprie disponibilità, proprio come ha fatto la vedova del vangelo che getta nel tesoro del tempio due spiccioli?
In questo si possono coinvolgere anche i più piccoli educandoli all’essenziale e alla solidarietà.
Evidentemente questo non può essere lasciato all’istintività e alla occasionalità, ma và preso seriamente.
Affido questo pensiero alla commissione famiglia, al centro di ascolto e alla commissione di pastorale sociale perché studino il problema e presentino la sua fattibilità alla comunità quanto prima.
Regole precise, impegno serio, perché così, penso, si potrà venire incontro soprattutto a quelle famiglie che sono in forte difficoltà o perché veramente sfortunate e cariche di problemi.
Siamo sinceri! Qui nella nostra comunità pastorale si sente la crisi ma non come in altri posti, e allora, se appena possiamo fare uno sforzo, priviamoci di qualcosa perché chi ha bisogno abbia almeno il necessario.

don Mauro

Ultimo aggiornamento (Martedì 11 Ottobre 2011 06:31)

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