Noi per l’unità
E adesso che si tratta di celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia…
E' proprio difficile fare unità!
Perfino Gesù, la sera prima di morire, ha pregato con insistenza il Padre perché i suoi discepoli stessero uniti: già prevedeva, conoscendoli, la loro divisione con le inevitabili conseguenze.
E adesso che si tratta di celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia, siamo alle solite: polemiche, discussioni, prese di posizione preconcette… Evidentemente nel ricordare non c’è solo il fare una “memoria storica”, ma c’è anche il tentativo di guardare avanti.
Come i nostri padri ebbero il coraggio e la forza di fare di un agglomerato di piccoli stati una nazione, così dovremmo anche noi avere il coraggio e la forza di rilanciare l’unità faticosamente realizzata un secolo e mezzo fa, ricucendo quegli strappi che ancora esistono: nord-sud, ricchi-poveri, autoctoni-stranieri…
In un mondo globalizzato tornare a dividerci è la cosa più assurda, perché è andare contro la storia e, per noi credenti, è andare addirittura contro il progetto di Dio, che vuole fare del mondo un’unica famiglia.
Che cosa ci unisce? La bandiera? Sarebbe un po’ poco! La nazionale di calcio? E se poi perde, dove mettiamo il tricolore? La politica? Meglio non parlarne! Sono gli ideali che hanno la forza di coagulare attorno a sé gli animi degli italiani: l’amore per la libertà, la passione per la democrazia, il gusto del bene comune, il rispetto per ogni essere che vive.
Come vivere l’unità?
Non è certamente facile mettere insieme teste diverse…ma là dove c’è passione e umiltà, gusto della verità e schiettezza del confronto senz’altro si può creare un clima favorevole, e chi più di noi, discepoli di Cristo, ha nel proprio DNA questi valori?
Certamente non si tratta di creare uno stato cristiano, ma, in forza dei nostri valori, metterci cuore, anima e intelligenza per favorire tutto ciò che unisce e combattere ciò che divide.
Partecipare e collaborare per creare unità è un nostro preciso dovere: non si tratta di obbedire a questo o quel partito, ma di dare voce alla propria coscienza, alla propria identità partendo dal quotidiano.
Che senso ha parlare di unità d’Italia se la famiglia è disgregata?
Che senso ha dirci italiani quando c’è ancora nel nostro paese la diffidenza verso il diverso perché è di un’altra regione?
Che senso ha parlare di unità d’Italia quando c’è ancora un divario economico tra me e il mio vicino, che fa fatica ad arrivare alle fine mese?
Ha senso fare l’unità d’Italia se ciascuno, per quanto gli compete, è disposto a rimboccarsi le maniche e a crederci davvero che è possibile un futuro dove possiamo veramente essere fratelli d’Italia! Io sono per l’unità!
don Mauro
Ultimo aggiornamento (Giovedì 03 Marzo 2011 21:11)