Svuota La Tazza

Il saggio servì il tè: colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare, con espressione serena e sorridente.
Il professore guardò traboccare il tè, tanto stupefatto da non riuscire a chiedere spiegazione di una distrazione così contraria alle norme della buona creanza; ma, a un certo punto, non poté più contenersi: “E’ ricolma! Non ce ne sta più!”. “Come questa tazza”, disse il saggio mperturbabile “tu sei ricolmo della tua cultura, delle tue opinioni e congetture erudite e complesse: come posso parlarti della mia dottrina, che è comprensibile solo agli animi semplici e aperti, se prima non vuoti la tazza?”.
Incontrando le persone spesso hai l’impressione di trovarti davanti a delle tazze stracolme nelle quali evidentemente non c’è più posto per nulla.
Svuotarsi di sé per far posto alla saggezza è un segno di grande umanità, rara in questi tempi di tazze sempre piene e poco disposte ad accogliere la sapienza che viene da fuori.
Ho scelto di iniziare l’anno con questa fiaba giapponese, per fare un augurio a tutta la Comunità Casa di Betania perché, svuotandosi di tante cose legate alle proprie “tradizioni e abitudini”, è possibile dare spazio al nuovo, alla freschezza, ad una profonda rigenerazione.
Abbiamo appena iniziato il secondo anno di vita comunitaria delle nostre tre parrocchie di Agrate, Caponago e Omate e mi accorgo del cammino fatto, magari anche con un po’ di fatica, e vedo anche gli indubbi aspetti positivi che stanno pian piano emergendo:
• tra i sacerdoti si è stabilito un rapporto di più cordiale amicizia che si sta traducendo in uno spirito di corresponsabilità e collaborazione veramente efficace.
Il fatto che abbiamo cominciato a “girare” nelle tre parrocchie per le celebrazioni manifesta il desiderio di essere al servizio di tutta la comunità… non esiste più il “mio” prete, la “mia” parrocchia, ma i “nostri” preti, la “nostra” Comunità.
• la novità più appariscente la noto a livello della pastorale giovanile nel senso che si è veramente cominciato a “lavorare e progettare” insieme: la catechesi per l’Iniziazione Cristiana dei ragazzi, il vespero della domenica sera e la catechesi giovani, la tre giorni degli adolescenti a Spiazzi (26-29 dicembre) e la tre giorni dei giovani a Venezia (2-5 gennaio) sono dei segnali importanti e mi auguro che il cammino proceda.
• anche la liturgia si sta pian piano impostando in modo unitario.
I problemi che ancora esistono ci stimolano ad andare avanti con pazienza e fermezza, ma l’augurio è sempre quello: svuotiamo le tazze di ciò che è inutile e frutto del proprio io per dare spazio ad un nuovo modo di essere Chiesa oggi nel nostro territorio.
don Mauro
Ultimo aggiornamento (Giovedì 06 Gennaio 2011 16:01)