Un'agenda di Speranza per il Futuro del Paese
“Cattolici nell’Italia di oggi. Un’Agenda di speranza per il futuro del Paese” è il titolo della 46ª Settimana Sociale dei Cattolici italiani che si è tenuta a Reggio Calabria nel mese di ottobre.
Ma cosa significa “settimana sociale”? In verità è dal 1907 che questo importante appuntamento, voluto dalla Chiesa italiana, accompagna la storia politica del nostro Paese.
Una felice intuizione con la quale il mondo cattolico cerca di offrire il suo contributo alla soluzione dei problemi di maggiore e più pressante attualità, con l’obiettivo di poter fare sentire la sua voce e le sue idee.
A Reggio Calabria erano presenti oltre 1200 delegati provenienti da tutte le 227 diocesi italiane dopo un lavoro preparatorio di oltre un anno con momenti di confronto e dialogo coinvolgendo tutte le “forze vive” della società:
Chiese locali con il loro clero e, soprattutto, il laicato, associazioni e movimenti, docenti e imprenditori, forze sociali, del terzo settore e del volontariato.
La ricchezza del dibattito, teso a delineare un’agenda, un elenco delle cose da fare per il bene comune del Paese e per trovare le vie concrete per conseguirlo, ha avuto due interventi significativi: il messaggio di Papa Benedetto XVI e la relazione introduttiva ai lavori del Cardinale Bagnasco, quale presidente della C.E.I.
Da questi contributi andiamo ad approfondire alcuni aspetti per collocare nella nostra quotidianità di laici credenti questa esperienza della Chiesa italiana.
Innanzitutto Benedetto XVI ha rinnovato l’appello perché sorga una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell’attività politica senza complessi d’inferiorità.
Il Papa è consapevole che questa presenza, che deve essere autorevole e per questo senza complessi d’inferiorità, non s’improvvisa, ma richiede
un intenso cammino di formazione.
L’obiettivo è quello di dedicarsi nella formazione di coscienze cristiane mature, cioè aliene dall’egoismo, dalla cupidigia dei beni e dalla
bramosia di carriera e, invece, coerenti con la fede professata, conoscitrici delle dinamiche culturali e sociali di questo tempo e capaci di assumere responsabilità pubbliche con competenza professionale e spirito di servizio.
Queste parole, che spesso sono sintetizzate Un’agenda di speranza per il futuro del Paese con l’espressione “fede adulta”, sottolineano che questo processo di crescita necessita di una formazione che sia in grado di fornire dei criteri di giudizio e principi etici per interpretare il bene di tutti e di ciascuno.
Su questa linea si è inserito il Cardinale Bagnasco allorché ha sostenuto che “l’immagine evangelica del sale della terra e della luce
del mondo (cfr Mt 5, 13-14) è un riferimento significativo che guida la presenza dei cattolici nella società.
In particolare, l’immagine del sale suggerisce lo stile dell’incarnazione, la discesa nella pasta della storia, per diventare vicinanza e condivisione con la vita di tutti.
Mentre l’immagine della luce, della città posta sul monte, avverte che il discepolo e la Chiesa nel suo insieme si trova inevitabilmente davanti al mondo, e questo senza presunzioni ma anche senza timidezze”
Questi passaggi hanno evidenziato che il confinamento della religione nello spazio individuale e privato, fenomeno che coinvolge le nostre comunità e spesso il nostro stile di laici credenti, non è accettabile in quanto è in contrasto con la visione cristiana delle cose.
Ma su questo aspetto il Cardinale Bagnasco ha cercato di offrire un punto di osservazione di più ampio respiro, ricercando un punto di contatto tra la sfera civile e quella religiosa dato che esse “riguardano gli stessi cittadini, e quindi entrambe le sfere hanno come scopo il bene delle medesime persone: bene che, pur avendo differenti e specifiche nature nelle rispettive sfere, tuttavia non si escludono e non sono tra loro contradditori. Infatti, il bene supremo della vita eterna non ostacola il bene materiale dell’individuo e della società, al contrario lo promuove con iniziative sociali e umanitarie che la Chiesa pratica da sempre”.
Lo scenario delineato dal Cardinale Bagnasco ci invita a sviluppare all’interno delle nostre comunità civili una rete di relazioni solidali, trasversali
e innovative rispetto agli antichi pregiudizi culturali ed ideologici, che deve nascere dal di dentro di ciascuno, sia che sia credente o non credente, dettato esclusivamente dalla ricerca del bene di tutti e di ciascuno.
Su queste riflessioni non poteva mancare un’agenda di cose da fare per il futuro dell’Italia e per avere un quadro esauriente del dibattito, segnaliamo che sul sito della Comunità Pastorale www.cpcasadibetania.it, nella sezione “Documenti”, è riportata una esauriente rassegna stampa.
Leandro Giacobbi
Ma cosa significa “settimana sociale”? In verità è dal 1907 che questo importante appuntamento, voluto dalla Chiesa italiana, accompagna la storia politica del nostro Paese.
Una felice intuizione con la quale il mondo cattolico cerca di offrire il suo contributo alla soluzione dei problemi di maggiore e più pressante attualità, con l’obiettivo di poter fare sentire la sua voce e le sue idee.
A Reggio Calabria erano presenti oltre 1200 delegati provenienti da tutte le 227 diocesi italiane dopo un lavoro preparatorio di oltre un anno con momenti di confronto e dialogo coinvolgendo tutte le “forze vive” della società:
Chiese locali con il loro clero e, soprattutto, il laicato, associazioni e movimenti, docenti e imprenditori, forze sociali, del terzo settore e del volontariato.
La ricchezza del dibattito, teso a delineare un’agenda, un elenco delle cose da fare per il bene comune del Paese e per trovare le vie concrete per conseguirlo, ha avuto due interventi significativi: il messaggio di Papa Benedetto XVI e la relazione introduttiva ai lavori del Cardinale Bagnasco, quale presidente della C.E.I.
Da questi contributi andiamo ad approfondire alcuni aspetti per collocare nella nostra quotidianità di laici credenti questa esperienza della Chiesa italiana.
Innanzitutto Benedetto XVI ha rinnovato l’appello perché sorga una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell’attività politica senza complessi d’inferiorità.
Il Papa è consapevole che questa presenza, che deve essere autorevole e per questo senza complessi d’inferiorità, non s’improvvisa, ma richiede
un intenso cammino di formazione.
L’obiettivo è quello di dedicarsi nella formazione di coscienze cristiane mature, cioè aliene dall’egoismo, dalla cupidigia dei beni e dalla
bramosia di carriera e, invece, coerenti con la fede professata, conoscitrici delle dinamiche culturali e sociali di questo tempo e capaci di assumere responsabilità pubbliche con competenza professionale e spirito di servizio.
Queste parole, che spesso sono sintetizzate Un’agenda di speranza per il futuro del Paese con l’espressione “fede adulta”, sottolineano che questo processo di crescita necessita di una formazione che sia in grado di fornire dei criteri di giudizio e principi etici per interpretare il bene di tutti e di ciascuno.
Su questa linea si è inserito il Cardinale Bagnasco allorché ha sostenuto che “l’immagine evangelica del sale della terra e della luce
del mondo (cfr Mt 5, 13-14) è un riferimento significativo che guida la presenza dei cattolici nella società.
In particolare, l’immagine del sale suggerisce lo stile dell’incarnazione, la discesa nella pasta della storia, per diventare vicinanza e condivisione con la vita di tutti.
Mentre l’immagine della luce, della città posta sul monte, avverte che il discepolo e la Chiesa nel suo insieme si trova inevitabilmente davanti al mondo, e questo senza presunzioni ma anche senza timidezze”
Questi passaggi hanno evidenziato che il confinamento della religione nello spazio individuale e privato, fenomeno che coinvolge le nostre comunità e spesso il nostro stile di laici credenti, non è accettabile in quanto è in contrasto con la visione cristiana delle cose.
Ma su questo aspetto il Cardinale Bagnasco ha cercato di offrire un punto di osservazione di più ampio respiro, ricercando un punto di contatto tra la sfera civile e quella religiosa dato che esse “riguardano gli stessi cittadini, e quindi entrambe le sfere hanno come scopo il bene delle medesime persone: bene che, pur avendo differenti e specifiche nature nelle rispettive sfere, tuttavia non si escludono e non sono tra loro contradditori. Infatti, il bene supremo della vita eterna non ostacola il bene materiale dell’individuo e della società, al contrario lo promuove con iniziative sociali e umanitarie che la Chiesa pratica da sempre”.
Lo scenario delineato dal Cardinale Bagnasco ci invita a sviluppare all’interno delle nostre comunità civili una rete di relazioni solidali, trasversali
e innovative rispetto agli antichi pregiudizi culturali ed ideologici, che deve nascere dal di dentro di ciascuno, sia che sia credente o non credente, dettato esclusivamente dalla ricerca del bene di tutti e di ciascuno.
Su queste riflessioni non poteva mancare un’agenda di cose da fare per il futuro dell’Italia e per avere un quadro esauriente del dibattito, segnaliamo che sul sito della Comunità Pastorale www.cpcasadibetania.it, nella sezione “Documenti”, è riportata una esauriente rassegna stampa.
Leandro Giacobbi
Ultimo aggiornamento (Domenica 07 Novembre 2010 15:53)