Vacanze 2010 - Omate “sempre più in là”, a Sauze D’Oulx
Descrivendo l’esperienza unica che in una cinquantina tra animatori, ragazzi, responsabili, cuochi e preti abbiamo vissuto, ci siamo imbattuti in svariate terminologie.
I nostalgici, infatti, continuano imperterriti ad utilizzare il termine “campeggio”.
Qualcuno preferisce giocare con la parola “soggiorno”.
I più astuti tagliano la testa al toro, definendo il tutto “un’avventura”.
Tuttavia, ci troviamo d’accordo nell’indicare questi 13 giorni come un “cammino”.
La sveglia delle 07:30 decretava l’inizio di una nuova giornata, durante la quale incontri, giochi, preghiere e canti avrebbero animato gli spiriti. Gite, sudore, camminate e tanta fatica, coloravano di gioia ogni vetta conquistata, fisica o spirituale che fosse.
Grazie allo spirito di condivisione, proprio di ogni campeggio che si rispetti, responsabili e ragazzi siamo cresciuti, abbiamo arricchito il nostro bagaglio culturale con valori indispensabili, che costituivano anche il tema delle nostre giornate a partire dalla preghiera del mattino: la fraternità, la disponibilità, la perseveranza, la provvidenza, ma anche la fatica ed il confronto, sono solo alcuni esempi dei temi che abbiamo affrontato.
Tutti, nessun escluso, ci siamo messi in gioco, abbandonando l’egoismo proprio dell’umanità, per metterci in ascolto gratuito delle esigenze di chi ci sta accanto.
Ogni giorno abbiamo creduto in noi stessi, riuscendo a mettere in circolo le nostre proprie capacità, condividendole.
Abbiamo gioito per le piccole cose che, grazie alla mano di Dio, capitano quotidianamente.
Abbiamo gustato ciò che ci siamo conquistati insieme, perché la fraternità cristiana è uno dei valori più belli che si possano avere.
Sono stati tredici giorni intensi, guidati dalla passione, dall’impegno e dalla fede che risiede in ognuno di noi.
Tredici giorni che hanno regalato soddisfazioni, gioie e sorrisi.
Un’esperienza che ha aumentato in noi la volontà di continuare il nostro cammino cristiano, di renderci missionari che, con gioia, accolgono la parola di Dio.
Benedetta Missaglia
I nostalgici, infatti, continuano imperterriti ad utilizzare il termine “campeggio”.
Qualcuno preferisce giocare con la parola “soggiorno”.
I più astuti tagliano la testa al toro, definendo il tutto “un’avventura”.
Tuttavia, ci troviamo d’accordo nell’indicare questi 13 giorni come un “cammino”.
La sveglia delle 07:30 decretava l’inizio di una nuova giornata, durante la quale incontri, giochi, preghiere e canti avrebbero animato gli spiriti. Gite, sudore, camminate e tanta fatica, coloravano di gioia ogni vetta conquistata, fisica o spirituale che fosse.
Grazie allo spirito di condivisione, proprio di ogni campeggio che si rispetti, responsabili e ragazzi siamo cresciuti, abbiamo arricchito il nostro bagaglio culturale con valori indispensabili, che costituivano anche il tema delle nostre giornate a partire dalla preghiera del mattino: la fraternità, la disponibilità, la perseveranza, la provvidenza, ma anche la fatica ed il confronto, sono solo alcuni esempi dei temi che abbiamo affrontato.
Tutti, nessun escluso, ci siamo messi in gioco, abbandonando l’egoismo proprio dell’umanità, per metterci in ascolto gratuito delle esigenze di chi ci sta accanto.
Ogni giorno abbiamo creduto in noi stessi, riuscendo a mettere in circolo le nostre proprie capacità, condividendole.
Abbiamo gioito per le piccole cose che, grazie alla mano di Dio, capitano quotidianamente.
Abbiamo gustato ciò che ci siamo conquistati insieme, perché la fraternità cristiana è uno dei valori più belli che si possano avere.
Sono stati tredici giorni intensi, guidati dalla passione, dall’impegno e dalla fede che risiede in ognuno di noi.
Tredici giorni che hanno regalato soddisfazioni, gioie e sorrisi.
Un’esperienza che ha aumentato in noi la volontà di continuare il nostro cammino cristiano, di renderci missionari che, con gioia, accolgono la parola di Dio.
Benedetta Missaglia
Ultimo aggiornamento (Lunedì 06 Settembre 2010 11:28)