Parliamo di Soldi
Abbiamo incontrato il Parroco cercando di capire come sta andando la Comunità Pastorale a livello economico.
Ne è uscita una conversazione più pastorale che contabile, sottolineando che le parole sobrietà, solidarietà e stili di vita devono essere sempre più presenti nelle riflessioni delle nostre Parrocchie.
Don Mauro, le tre parrocchie hanno iniziato il loro cammino all’interno della nuova Comunità Pastorale, ma a livello di gestione contabile che cosa accadrà?
Le Comunità Pastorali prevedono una separazione economica delle parrocchie, pertanto ciascuna continua a gestirsi in totale autonomia.
E’ altrettanto chiaro che questo è un principio generale derogabile nello spirito di fraterna solidarietà che deve animare qualsiasi comunità.
Quindi non escludo degli “aiuti economici”, che verranno sempre condivisi con i Consigli degli affari economici delle tre parrocchie che sono gli organi che di fatto gestiscono i nostri beni.
Le risorse economiche per portare avanti le tre parrocchie da dove arrivano? Come vanno i bilanci?
Posso dire che le nostre entrate sono principalmente le offerte dei parrocchiani, mentre per i sacerdoti il cosiddetto stipendio è a carico del fondo per il sostentamento del clero che opera per tutta la chiesa italiana.
I bilanci sono troppo influenzati dalle spese straordinarie, soprattutto per la manutenzione degli stabili, quindi è sempre difficile dare un giudizio.
In sintesi, due parrocchie al 31.12.2009 erano in positivo ed una in negativo.
In questo difficile periodo economico abbiamo risorse per gli interventi di solidarietà ? Come vengono stabilite le priorità?
Ciascuna parrocchia ha un piccolo fondo per le urgenze che non è mai sufficiente, anche perché le richieste sono sempre più frequenti con storie personali, dietro questo aiuto economico, veramente critiche.
A livello di priorità cerchiamo di individuare un obiettivo “forte” di carità e solidarietà in avvento e in quaresima, ma mi rendo conto che non è sufficiente.
Sono convinto che una prima risposta pastorale importante è organizzare una Caritas all’interno della Comunità Pastorale, ci stiamo pensando ed è in cima alla lista delle cose da fare.
Le tre parrocchie hanno molte strutture. Siamo in condizione di sopportare i costi di manutenzione? E’ previsto qualche cambiamento nel loro utilizzo?
E’ il vero problema “aperto”. Per la verità ad Omate la situazione è sotto controllo, lo è meno ad Agrate e a Caponago.
Inoltre, all’orizzonte, abbiamo la notevole spesa per ottemperare l’obbligo di rimozione dell’eternit da realizzare entro il 2013.
Il tema degli interventi sulle strutture contraddistinguerà le riunioni dei Consigli degli affari economici per il prossimo triennio perché qualsiasi ipotesi di riutilizzo necessita di risorse economiche che vanno innanzitutto cercate.
Contestualmente va anche avviata una riflessione su come vogliamo utilizzare questi spazi. Le idee ci sono, ma manca un progetto complessivo che forse richiede una Comunità Pastorale già avviata e ben strutturata.
Parlando di soldi, non pensa che nelle nostre parrocchie dovremmo affrontare con maggiore frequenza e intensità che la sobrietà, la solidarietà e gli stili di vita sono contenuti irrinunciabili per i laici fedeli?
Innanzitutto, la sobrietà deve essere il frutto di un itinerario di riflessione personale, non certamente la risposta ad una situazione economica contingente come l’attuale periodo storico.
La strada da percorrere non ci spaventa perché sappiamo quale via percorrere.
Come dicevo poc’anzi una risposta è la Caritas della Comunità Pastorale.
Una Caritas che assuma il ruolo pastorale di educare la comunità alla carità.
Su questo versante sono convinto e farò di tutto perché nella Comunità Pastorale gli adulti possano avere delle proposte di approfondimento e di crescita nella fede.
a cura di Leandro Giacobbi
Ne è uscita una conversazione più pastorale che contabile, sottolineando che le parole sobrietà, solidarietà e stili di vita devono essere sempre più presenti nelle riflessioni delle nostre Parrocchie.
Don Mauro, le tre parrocchie hanno iniziato il loro cammino all’interno della nuova Comunità Pastorale, ma a livello di gestione contabile che cosa accadrà?
Le Comunità Pastorali prevedono una separazione economica delle parrocchie, pertanto ciascuna continua a gestirsi in totale autonomia.
E’ altrettanto chiaro che questo è un principio generale derogabile nello spirito di fraterna solidarietà che deve animare qualsiasi comunità.
Quindi non escludo degli “aiuti economici”, che verranno sempre condivisi con i Consigli degli affari economici delle tre parrocchie che sono gli organi che di fatto gestiscono i nostri beni.
Le risorse economiche per portare avanti le tre parrocchie da dove arrivano? Come vanno i bilanci?
Posso dire che le nostre entrate sono principalmente le offerte dei parrocchiani, mentre per i sacerdoti il cosiddetto stipendio è a carico del fondo per il sostentamento del clero che opera per tutta la chiesa italiana.
I bilanci sono troppo influenzati dalle spese straordinarie, soprattutto per la manutenzione degli stabili, quindi è sempre difficile dare un giudizio.
In sintesi, due parrocchie al 31.12.2009 erano in positivo ed una in negativo.
In questo difficile periodo economico abbiamo risorse per gli interventi di solidarietà ? Come vengono stabilite le priorità?
Ciascuna parrocchia ha un piccolo fondo per le urgenze che non è mai sufficiente, anche perché le richieste sono sempre più frequenti con storie personali, dietro questo aiuto economico, veramente critiche.
A livello di priorità cerchiamo di individuare un obiettivo “forte” di carità e solidarietà in avvento e in quaresima, ma mi rendo conto che non è sufficiente.
Sono convinto che una prima risposta pastorale importante è organizzare una Caritas all’interno della Comunità Pastorale, ci stiamo pensando ed è in cima alla lista delle cose da fare.
Le tre parrocchie hanno molte strutture. Siamo in condizione di sopportare i costi di manutenzione? E’ previsto qualche cambiamento nel loro utilizzo?
E’ il vero problema “aperto”. Per la verità ad Omate la situazione è sotto controllo, lo è meno ad Agrate e a Caponago.
Inoltre, all’orizzonte, abbiamo la notevole spesa per ottemperare l’obbligo di rimozione dell’eternit da realizzare entro il 2013.
Il tema degli interventi sulle strutture contraddistinguerà le riunioni dei Consigli degli affari economici per il prossimo triennio perché qualsiasi ipotesi di riutilizzo necessita di risorse economiche che vanno innanzitutto cercate.
Contestualmente va anche avviata una riflessione su come vogliamo utilizzare questi spazi. Le idee ci sono, ma manca un progetto complessivo che forse richiede una Comunità Pastorale già avviata e ben strutturata.
Parlando di soldi, non pensa che nelle nostre parrocchie dovremmo affrontare con maggiore frequenza e intensità che la sobrietà, la solidarietà e gli stili di vita sono contenuti irrinunciabili per i laici fedeli?
Innanzitutto, la sobrietà deve essere il frutto di un itinerario di riflessione personale, non certamente la risposta ad una situazione economica contingente come l’attuale periodo storico.
La strada da percorrere non ci spaventa perché sappiamo quale via percorrere.
Come dicevo poc’anzi una risposta è la Caritas della Comunità Pastorale.
Una Caritas che assuma il ruolo pastorale di educare la comunità alla carità.
Su questo versante sono convinto e farò di tutto perché nella Comunità Pastorale gli adulti possano avere delle proposte di approfondimento e di crescita nella fede.
a cura di Leandro Giacobbi
Ultimo aggiornamento (Domenica 06 Giugno 2010 13:41)