Attirerò Tutti a Me
La Comunità Pastorale in visita alla Sacra Sindone di Torino
Sono circa le 6.30 del mattino del 21 aprile e da piazza S.Paolo partono 4 pullman con 200 persone della nostra Comunità Pastorale con meta Torino per una visita alla Sindone.
Il cielo è limpido, preludio di una bella giornata di sole.
Durante il viaggio si pregano le lodi, poi si chiacchiera, si ride, si scherza… ma un pensiero di fondo ci accompagna per tutto il viaggio:
“che cosa stiamo andando a vedere? Che cosa fa muovere milioni di persone verso Torino in questi mesi? Chi e’ quell’uomo torturato e ucciso che si intravede su quel lino?"
Ecco la testimonianza di una pellegrina che risponde a una breve intervista:
Il primo pensiero davanti alla Santa Sindone?
Il primo pensiero è stato mosso da pietà e insieme da vergogna!
Si perché non ho saputo contenere il dolore per le atrocità che quel corpo rivelava, ma anche la vergogna per chi le ha causate.
E’ la prima volta che vedo la Sindone, insieme a mio marito.
Che cosa porti a casa?
Torno a casa con l’immagine fissa nella mente e nel cuore; ci resterà per sempre! Corrisponde a perfezione con quanto ho letto nelle sacre scritture; anche le preghiere eucaristiche che ascolto durante le celebrazioni parlano attraverso il corso della Sindone.
Percepisco la terza dimensione: la profondità dell’amore di Dio nella croce accettata di Gesù; ma ecco… si passa oltre, il visitatore deve lasciar posto ad altri visitatori; si passa oltre, siamo solo di fronte a un’immagine che riporta ad un contenuto : Cristo, che il terzo giorno risuscitò da morte! Questo io credo!
Torno a casa con la certezza che l’amore di Dio, infinito e incontenibile, è con me sempre, soprattutto quando io, purtroppo, non lo sento; torno a casa anche con la speranza di prestare sempre più attenzione alla presenza del suo amore!
La seconda parte del viaggio si conclude con la visita alla abbazia “Sacra di San Michele“, in custodia ai Padri Rosminiani.
Venne costruita in cima a un monte, sulla via Francigena, intorno all’anno 1000 con enormi pietre che venivano portate a spalla e a dorso di mulo.
Di fronte alla meraviglia dei presenti per la imponente e meravigliosa costruzione, il padre commentava : “è stata la loro fede a realizzare tutto questo”.
A conclusione della giornata riporto quanto letto sulla pagina del giorno 21 aprile del calendario da tavolo: ”a immagine del santo che vi ha chiamati, diventate santi nella vostra condotta“ (I Pt. 1,15), un bell’augurio per tutti i pellegrini che hanno partecipato al viaggio!
Clara Vergani
Sono circa le 6.30 del mattino del 21 aprile e da piazza S.Paolo partono 4 pullman con 200 persone della nostra Comunità Pastorale con meta Torino per una visita alla Sindone.
Il cielo è limpido, preludio di una bella giornata di sole.
Durante il viaggio si pregano le lodi, poi si chiacchiera, si ride, si scherza… ma un pensiero di fondo ci accompagna per tutto il viaggio:
“che cosa stiamo andando a vedere? Che cosa fa muovere milioni di persone verso Torino in questi mesi? Chi e’ quell’uomo torturato e ucciso che si intravede su quel lino?"
Ecco la testimonianza di una pellegrina che risponde a una breve intervista:
Il primo pensiero davanti alla Santa Sindone?
Il primo pensiero è stato mosso da pietà e insieme da vergogna!
Si perché non ho saputo contenere il dolore per le atrocità che quel corpo rivelava, ma anche la vergogna per chi le ha causate.
E’ la prima volta che vedo la Sindone, insieme a mio marito.
Che cosa porti a casa?
Torno a casa con l’immagine fissa nella mente e nel cuore; ci resterà per sempre! Corrisponde a perfezione con quanto ho letto nelle sacre scritture; anche le preghiere eucaristiche che ascolto durante le celebrazioni parlano attraverso il corso della Sindone.
Percepisco la terza dimensione: la profondità dell’amore di Dio nella croce accettata di Gesù; ma ecco… si passa oltre, il visitatore deve lasciar posto ad altri visitatori; si passa oltre, siamo solo di fronte a un’immagine che riporta ad un contenuto : Cristo, che il terzo giorno risuscitò da morte! Questo io credo!
Torno a casa con la certezza che l’amore di Dio, infinito e incontenibile, è con me sempre, soprattutto quando io, purtroppo, non lo sento; torno a casa anche con la speranza di prestare sempre più attenzione alla presenza del suo amore!
La seconda parte del viaggio si conclude con la visita alla abbazia “Sacra di San Michele“, in custodia ai Padri Rosminiani.
Venne costruita in cima a un monte, sulla via Francigena, intorno all’anno 1000 con enormi pietre che venivano portate a spalla e a dorso di mulo.
Di fronte alla meraviglia dei presenti per la imponente e meravigliosa costruzione, il padre commentava : “è stata la loro fede a realizzare tutto questo”.
A conclusione della giornata riporto quanto letto sulla pagina del giorno 21 aprile del calendario da tavolo: ”a immagine del santo che vi ha chiamati, diventate santi nella vostra condotta“ (I Pt. 1,15), un bell’augurio per tutti i pellegrini che hanno partecipato al viaggio!
Clara Vergani
Ultimo aggiornamento (Sabato 01 Maggio 2010 20:29)