Home Page Il "Casa di Betania" Archivio Maggio 2010 La “Speranza” di Agrate

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Il G.S. Speranza, nato nel 1972, era l’unica realtà sportiva ad Agrate che si occupasse del gioco del calcio; da alcuni anni, in accordo con l’A.C. Agrate, organizza l’attività sportiva del solo settore giovanile (dai 6 ai 16 anni) ed in questa stagione sportiva abbiamo nei nostri organici 235 ragazzi e 65 collaboratori.
Ciò che meglio esprime la filosofia della Società è scritto nell’art. 2 dello statuto sociale: “Il Gruppo Sportivo Speranza, costituito presso l’Oratorio Maschile S. Luigi di Agrate Brianza, ha lo scopo di ricercare e valorizzare, attraverso la pratica sportiva, quei momenti di educazione umana, sociale e spirituale che concorrono alla formazione e realizzazione dei giovani”.
Essendo la nostra un’attività sportiva dedicata esclusivamente al calcio, è del tutto naturale che al gruppo aderiscano ragazzi di etnie diverse appassionati di questo sport : i ragazzi non italiani iscritti per la stagione 2009-2010 sono 25.
La presenza di ragazzi stranieri si è incrementata in particolare negli ultimi 15 anni.
In questi anni dobbiamo riconoscere che non è sempre stato facile, soprattutto tra ragazzi giovanissimi, coesistere con coetanei che, a volte, avevano anche poca padronanza della lingua italiana.
Anche per noi adulti, impegnati nella gestione del gruppo, non è sempre stato facile trovare le argomentazioni appropriate per fare accettare chiunque si approcciasse a questo sport senza diffidenze o discriminazioni.
Negli ultimi anni, grazie ad una sempre maggiore presenza di stranieri in Agrate, le cose sono notevolmente migliorate.
E’ infatti ormai del tutto naturale avere a che fare con ragazzi e genitori di etnie diverse, con i quali si instaura da subito un naturale rapporto di collaborazione.
L’attività di integrazione nel gruppo è svolta seguendo i metodi e i criteri che si applicano anche per tutti gli altri giovani, senza attenzioni particolari, in quanto non necessarie.
Le eventuali criticità, che si manifestano nel normale svolgimento dell’attività, non sono certo da imputarsi a particolari problemi di integrazione, come a volte era successo nei i primi anni, ma sono normali incomprensioni che possono nascere quando si ha a che fare con tanti ragazzi, genitori, allenatori, insomma tante teste “pensanti”.
Possiamo sicuramente affermare che l’azione di inserimento di un nuovo ragazzo nel gruppo normalmente ha esito positivo, questo grazie anche alla dedizione e alle capacità dei nostri “alle-educatori”, capaci di riunire i ragazzi attorno allo sport del calcio, che ha un linguaggio universale. E la conferma che stiamo lavorando nel giusto modo ci viene dai ragazzi stessi: per TUTTI loro è assolutamente normale “giocare a pallone” con amici di qualsiasi parte del mondo!

Marzio Missaglia

Ultimo aggiornamento (Martedì 03 Novembre 2020 22:59)

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