Home Page Il "Casa di Betania" Archivio Maggio 2010 L’esperienza alla Scuola Elementare

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Gli alunni non italiani presenti nelle 28 classi delle nostre scuole sono circa il 12% degli iscritti; provengono da ben 17 paesi esteri: in maggioranza dall’ Albania e dalla Romania, poi dal Marocco e dall’America del Sud.
Gli alunni stranieri neo-arrivati in Italia hanno un compito arduo: devono imparare l’italiano per due scopi: per comunicare nella vita quotidiana e per apprendere attraverso la nuova lingua, in una situazione di vita nuova e spesso difficile.
L’apprendimento della lingua per comunicare è, in genere, piuttosto rapido e avviene soprattutto grazie all’“immersione” in essa, al contatto con i coetanei, nella più vivace delle orizzontalità, in una comunità in cui i bambini stranieri e i loro compagni italiani, all’interno di una classe, si incontrano, parlano, giocano, imparano.
Il momento dell’accoglienza dei bambini che vengono da lontano e delle loro famiglie rappresenta una tappa cruciale ai fini dell’integrazione positiva nella scuola e nel nostro paese.
Accogliere non significa solo “far posto” ed esprimere un generico atteggiamento di “benvenuto”, magari scritto per qualche tempo sui muri della classe in tante lingue, ma vuol dire costruire insieme le condizioni – pedagogiche, didattiche, organizzative, relazionali – affinché l’inserimento dei bambini stranieri sia un’opportunità per loro e un’occasione di incontro, di scambio e di arricchimento per tutti.
Di ciò è ben consapevole l’intero corpo docente che da tempo si è dotato del “Protocollo di accoglienza per l’inserimento degli alunni stranieri”, che definisce quanto la scuola mette in campo, sia come percorso di accoglienza, che come supporto per l’apprendimento con laboratori linguistici, come valorizzazione della lingua madre, come esperienze che hanno l’obiettivo della formazione di “nuovi cittadini”.
Da tempo, inoltre, è in atto una positiva collaborazione con gli esperti-animatori del P.I.M.E. (Pontificio Istituto Missioni Estere) che con le loro proposte, mirate all’educazione interculturale e ben calibrate sull’età dei ragazzi, arricchiscono e completano l’offerta formativa della scuola, facendo sempre venire alla luce la concreta possibilità di educare le nuove generazioni al valore della comune condizione umana, senza sconti e senza paura.
 Certo, non è tutto facile e semplice, spesso i problemi sembrano insormontabili, ma la Scuola non può esimersi dal tentare sempre di raggiungere, con tutti i bambini, di qualsiasi provenienza, gli obiettivi educativi della solidarietà, della pluralità e della convivenza democratica.
 
Tina Santambrogio

Ultimo aggiornamento (Sabato 01 Maggio 2010 19:58)

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